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SALZARE, LA PAURA DEI RESIDENTI RACCONTATA DAL GUARDIANO DEL COMPLESSO

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Salzare una settimana dopo le domolizioni. Alberto Vani, portiere delle quattro palazzine di quello che resta del complesso immobiliare, ha inviato una lettera di protesta al consigliere Franco Marcucci, che come i consiglieri Luca Fanco e Antonino Abate hanno immobili poco distanti. Il guardiano, molto critico con il modo in cui il “dopo demolizione” viene gestito, ha scritto: “Da quando sono iniziate le demolizioni – Alberto Vani – avendo lasciato gli sfollati liberi di brucare ovunque all’interno del complesso, questi hanno dato il via a continui atti di vandalismo, occupazioni selvagge su tutti gli immobili possibili, anche in quelli abitati ove magari i residenti si sono recati al lavoro. I saccheggi e le occupazioni, non riguardano solo gli immobili siti al pianoterra con giardino, ove entrare è più facile, ma persino ai secondi piani, penetrando dalle mansarde, malgrado sul tetto era stato installato del filo spinato al fine di evitare passaggi sui tetti. Alcuni proprietari sono stati anche minacciati con frasi di questo tipo: “o ce lo affitti, oppure sfondiamo tutto e ce lo prendiamo”. Nella parte del parco antistante la palazzina “E”, rom sbandati e sfrattati dalle abitazioni occupate hanno allestito un campo nomadi a cielo aperto e più volte mi sono trovato costretto a raccogliere a mano o con una carriola materassi, coperte, pannolini di bimbi ovviamente sporchi, bottiglie abbandonate e rifiuti di ogni genere. Intanto continuo ad essere minacciato, anche dagli ancora residenti della palazzina “D”, che continuamente pretendono che gli dia il libero accesso attraverso il cancello veicolare della “FENICE”, tra l’altro più volte da loro danneggiato. Sembra di essere a Beirut. Per quanto sono “spaventati”, lo spaccio serale continua con tranquillità, in particolar modo nell’area confinante con Via Arezzo, e per puro divertimento spesso vengono sparati mortaretti o, verosimilmente, bombe carta. Il copione dell’abbattimento della palazzina A si ripete. Nessuno si è preoccupato di locare altrove gli sfollati. Chi andava aiutato – gli assistenti sociali avrebbero dovuto occuparsi dei bambini – chi andava arrestato, chi andava rimpatriato, ma se così fosse stato, forse, avremmo dimostrato di essere un paese civile. Intanto, i proprietari disperati, continuano a spendere fior di quattrini per ripristinare persiane divelte, porte e serrature distrutte, vetture danneggiate. Lascio a voi ogni considerazione degli eventi”.

Luigi Centore

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