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S. ANNA TRA SPERANZE E POLEMICHE

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Da una parte la Regione, dall’altra tutti gli altri. E’ così che è apparso il tavolo  tecnico straordinario convocato dal Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco il 3 maggio per discutere dei mancati pagamenti da parte della ASL alla Clinica S. Anna, che rischia il collasso economico. Alla riunione erano presenti tutti gli invitati – il Sindaco di Ardea Carlo Eufemi, Asl ed il dott. Balduini, amministratore della struttura, in rappresentanza della clinica Sant’Anna, tranne la Regione Lazio. Nel palazzo comunale di piazza Indipendenza la Regione non ha voluto partecipare per “incompetenza di ruoli”.

“Non era mia intenzione – ha spiegato subito il sindaco De Fusco – creare incidenti politici di alcun tipo, non sto qui a sindacare di chi è o non è la competenza ma piuttosto capire insieme a tutti voi quale strada si deve percorrere per risolvere una volta per tutte in maniera definitiva il problema dell’accreditamento della Sant’Anna che ribadisco – ha detto De Fusco – è l’unica struttura sanitaria per un vasto territorio che copre un’utenza di circa 110mila residenti tra Pomezia e Ardea, utenza che d’estate tocca le 300mila unità”.

Più duro nei toni il collega sindaco di Ardea Carlo Eufemi “gli unici diritti lesi non sono certo della Regione Lazio ma dei cittadini. La Regione resta in silenzio e prendiamo atto che – al di là di ogni ragione – oggi non c’è. Non ha risposto neanche alla lettera inviata dal sottoscritto che sollecitava proprio un tavolo sulla questione. Sono al fianco del  sindaco di Pomezia, appoggio e condivido la sua iniziativa di oggi tesa esclusivamente a dare risposte immediate al territorio”.

Il sindaco nella premessa al tavolo ha ripercorso le precedenti ‘disavventure’ della clinica e le battaglie fatte per risolvere le problematiche di allora ricordando anche l’intervento, chiesto dal sindaco stesso, del Prefetto di Roma nell’estate del 2008. Oggi  – la questione è ormai nota – la clinica Sant’Anna rischia nuovamente la chiusura poiché a causa della mancata erogazione dei fondi da parte della Asl RmH la proprietà ha annunciato che dal prossimo 7 maggio non sarà più in grado di pagare gli stipendi e dunque proseguire con la fornitura dei servizi al territorio. Sulla questione del mancato pagamento dei fondi è stato proprio il direttore generale dell’azienda sanitaria, Dott. Alessandro Cipolla, a spiegare la situazione che di per sé è molto semplice. “Siamo pronti a sbloccare il flusso – ha detto – non appena dalla Regione ci verrà consegnato un documento che ci garantisce oltre all’autorizzazione all’attività anche  il riconoscimento dell’accreditamento”. In sintesi c’è un atto con cui nel 2009 è stata nuovamente autorizzata l’attività della clinica dopo la  sospensione per cause legate a mancanze tecniche, oggi il competente ufficio regionale deve solo “aggiungere tre righe in cui spiega che in quell’atto era implicito anche l’accreditamento. Tutto qui e la questione sarebbe risolta in maniera definitiva. Purtroppo – ha proseguito Cipolla – oggi chi doveva esserci (la Regione appunto) per dare risposta definitiva non c’è e la soluzione va per forza rinviata”.

A  sostegno della semplicità della questione ci sono una serie di particolari che val la pena ricordare: nel budget di spesa del servizio sanitario della Asl RmH è inserita anche la voce Clinica Sant’Anna così come la stessa struttura sanitaria è citata nel decreto 80 della Regione Lazio inserita nella rete delle emergenze per il Lazio. “Quindi – ha aggiunto Cipolla – è evidente che la clinica è riconosciuta – così come noi la riconosciamo – struttura valida, necessaria ed eccellente”. Al termine dell’incontro Enrico De Fusco e Carlo Eufemi insieme hanno chiesto al direttore generale della Asl RmH di portare un messaggio domani in Regione, dove è convocato un tavolo per una questione legata ad un ospedale dei Castelli romani, per ribadire la necessità di “fornire adeguata ed immediata risposta perché i sindaci insieme sono pronti a qualsiasi ulteriore forma di protesta qualora non si risolva la questione. Dobbiamo – hanno detto all’unisono – badare alla sostanza del problema e alle necessità reali del nostro territorio”.

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