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SEQUESTRATA LA EUROGRASSI DI POMEZIA

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LA GUARDIA DI FINANZA DI POMEZIA HA POSTO SOTTO SEQUESTRO LO STABILIMENTO DI LAVORAZIONE DEI SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE, BLOCCANDO L’INTERA PRODUZIONE\n\nSequestrato nuovamente lo stabilimento della Eurograssi, in via delle Vittorie, a Pomezia, nella zona di Santa Procula. La Guardia di Finanza ha bloccato oggi l’intera produzione di trasformazione dei sottoprodotti di origine animale – che dovevano essere usati per farne grassi destinati ad uso industriale (le “proteine animali trasformate” sono consentite solo per gli animali non produttori di alimenti per l’uomo) – e chiuso lo stabile, dove venivano illegalmente lavorati, oltre ai prodotti di 3ª Categoria (ossa e derivati) per la quale l’azienda aveva regolare autorizzazione, anche quelli di 1ª Categoria, ovvero le interiora. Queste ultime, non trattate e prive di ogni sicurezza alimentare, venivano macinate insieme alle ossa e ridotte in farina. Il sospetto è che poi venissero utilizzate per farne alimenti anche per animali ruminanti, soprattutto bovini, mettendo così a rischio la salute, oltre che delle bestie, anche del consumatore finale della carne. Ricordiamo infatti che nel 1990 le farine animali furono vietate a causa della encefalopatia spongiforme bovina (BSE), meglio conosciuta come “mucca pazza”. La Eurograssi non è nuova ai sequestri: nella primavera del 2002 la ditta fu chiusa perché scaricava i residui della lavorazione direttamente nel Fosso delle Vittorie, che si immette prima nel Fosso della Muratella, poi in quello dell’Incastro e che arriva fino al Mare all’altezza di Ardea. Ad accorgersene alcuni cittadini, che avevano notato della schiuma nel corso d’acqua. Otto anni fa ad intervenire furono la Polizia Municipale di Ardea, la Capitaneria di porto di Torvaianica, l’Arpa Lazio, le Guardie Provinciali ed i carabinieri di Tor San Lorenzo, che dovettero ripetere il sequestro anche nel gennaio del 2003, dal momento che, nonostante i divieti, la Eurograssi continuava a scaricare i residui della lavorazione direttamente nel fosso, inquinandolo. A mettere in allarme le Fiamme Gialle, questa volta, soprattutto il cattivo odore che proveniva dallo stabile. A seguito di indagini accurate, oggi il blitz che ha portato allo stop di ogni tipo di lavorazione. Adesso saranno i Giudici del Tribunale di Velletri ad occuparsi della vicenda, per appurare quali possano essere gli eventuali danni prodotti.

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