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SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, STORIA A LIETO FINE A SAN VALENTINO

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Le avevano dato alloggio in un accampamento sulla Pontina, a due passi da Pomezia, alla giovanissima rumena che, arrivata poche settimane fa in Italia in treno, alla stazione Termini aveva avuto la “fortuna” di imbattersi in una connazionale, conosciuta con il nome di “Aurica”. La donna, alla vista della spaesata diciottenne, le si è avvicinata offrendole aiuto per “integrarsi”, dandole non solo un posto dove dormire, ma anche un lavoro. Peccato che si trattasse del lavoro “più antico del mondo”. Dapprima contraria, ma poi spaventata all’idea di trovarsi sola e senza possibilità di trovare un posto regolare, la ragazza ha seguito la sua connazionale. Già dal giorno seguente, la “benefattrice”, con la scusa di aiutarla a superare le sue precarie condizioni economiche, l’ha spinta a prostituirsi obbligandola inoltre a consegnarle metà dei guadagni giornalieri. Solo con la speranza di poter guadagnare il denaro sufficiente per tornare nel suo Paese, la diciottenne ha accettato la proposta; la sera stessa è stata accompagnata da un certo “Teo”, amico di “Aurica” in viale Tupini, a Roma, per iniziare a lavorare. Nei giorni successivi, la giovane accortasi che la sua carta di identità era sparita chiedeva spiegazioni ad “Aurica”, ma la donna le ha risposto minacciosa, dicendole anche che non le avrebbe restituito il documento perché doveva continuare a prostituirsi per darle gli incassi.\n\nPer la ragazzina sembrava un incubo senza fine, ma la notte di San Valentino, come se fosse una favola, c’è stata la svolta. Approfittando di un momento di distrazione degli aguzzini, la giovane è riuscita ad allontanarsi dall’accampamento. Unico punto di riferimento un connazionale, inizialmente cliente, col quale si era confidata e che si era offerto di aiutarla. Essendole stato sequestrato anche il cellulare, la ragazza però non aveva modo di contattarlo ed è tornata perciò in viale Tupini, nella speranza di incontrarlo. Contestualmente l’uomo, preoccupato e scopertosi innamorato, era andato anche lui a cercarla nello stesso posto e sono riusciti ad incontrarsi. La giovane è salita sull’auto dell’uomo ed i due si sono allontanati dalla zona “pericolosa”, dirigendosi in viale Europa, all’Eur. Lì sono stati fermati da una pattuglia della Polizia di Stato per un normale controllo. Prendendo coraggio, il giovane rumeno ha raccontato agli agenti che la ragazza in sua compagnia era stata costretta a prostituirsi, ma che da circa una settimana gli aveva chiesto aiuto per liberarsi dei suoi sfruttatori connazionale. La ragazza, in lacrime, ha confermato quanto raccontato dall’amico. I due sono stati portati al Commissariato dell’Eur per la deposizione. Immediate le indagini da parte degli investigatori, finalizzate a rintracciare i due aguzzini. E già poche ore dopo, proprio il giorno degli innamorati, “Teo” è stato individuato nelle vicinanze dell’accampamento. Nella sua baracca gli agenti hanno sequestrato un’agenda contenente appunti, cifre e nomi, presumibilmente riconducibili all’attività di prostituzione. “Aurica” invece è stata rintracciata nei pressi della stazione Termini, in attesa di individuare nuove giovani da avviare alla prostituzione. Condotti negli uffici del Commissariato, al termine degli accertamenti i due complici sono stati identificati per T.S. di 37 anni e C.A.S.  di 34 anni e sottoposti a fermo di indiziato di delitto per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La giovane ragazza vittima dei due aguzzini ha ringraziato gli agenti per averla finalmente liberata da un incubo.

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