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Stop ai finanziamenti internazionali per produrre bombe a grappolo: domani la conferenza a Pomezia

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Il 1 agosto gli Stati Membri e gli attivisti impegnati su scala globale nel disarmo celebreranno il quinto anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM). Da allora, 117 Paesi hanno sottoscritto la Convenzione, impegnandosi a mettere al bando le bombe cluster e a rendere il mondo un luogo libero da questi ordigni.
Nel 2008, al termine del Processo di Oslo, i governi negoziarono il trattato internazionale conosciuto come Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) che mette al bando l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento delle bombe cluster. La Convenzione entrò in vigore esattamente 5 anni fa, il 1 Agosto 2010. L’Italia ha sottoscritto la CCM in occasione dell’apertura alla firma ad Oslo il 3 dicembre 2008, ed ha ratificato il 21 settembre 2011.
Il trattato vieta la possibilità che i Paesi Membri sostengano in qualunque modo attività collegate direttamente o indirettamente alla produzione di bombe cluster messa al bando dalla Convenzione. Secondo l’interpretazione presentata dalla Cluster Munition Coalition, condivisa dai suoi membri e da un crescente numero di Paesi, questo include anche la proibizione degli investimenti, da ritenersi a tutti gli effetti una forma di assistenza alla produzione. Per porre fine una volta per tutte ai danni causati da queste armi, è fondamentale bloccare gli investimenti nelle industrie che le producono. “No money, no production” : senza soldi non è possibile alcuna produzione.
La Campagna Italiana contro le Mine, per celebrare la ricorrenza dell’entrata in vigore della Convenzione, ha organizzato con il Comune di Pomezia “Nomoneyforbombs”, una conferenza per promuovere il disinvestimento dalla produzione di munizioni cluster. Pax Olanda, membro della Cluster Munition Coalitions, parteciperà alla conferenza per presentare la campagna Stop Explosive Investments e la ricerca “Worldwide Investments in Cluster Munitions; a shared responsibility”.
I risultati della ricerca mostrano che dal giugno 2011 al settembre 2014, le istituzioni finanziarie a livello internazionale hanno investito miliardi di dollari americani in compagnie che producono munizioni cluster, componenti chiave di queste o submunizioni esplosive.
“I governi che si sono impegnati a liberare il mondo dalle munizioni cluster, non devono permettere che istituzioni finanziarie supportino la produzioni di armi bandite. Per questo motivo abbiamo avviato una petizione a supporto dell’adozione di una legge italiana che ponga fine agli investimenti ‘esplosivi’ – dichiara Giuseppe Schiavello, Direttore della Campagna Italiana contro le mine – “Il disegno di legge è bloccato, dopo essere stato ripresentato nel marzo 2013, da due anni presso le Commissione Finanza di Camera e Senato, l’obiettivo della nostra petizione è sbloccare questa situazione” conclude Schiavello.
“Patrociniamo con convinzione questa iniziativa – dichiara Elisabetta Serra, vice Sindaco del Comune di Pomezia – perché rappresenta un’importante occasione di approfondimento e di confronto su un tema mai abbastanza discusso. E’ per questo che abbiamo voluto invitare a partecipare tutta la cittadinanza e in particolare le associazioni: crediamo infatti che i cittadini attivi siano innanzitutto cittadini consapevoli e informati, coscienti di come le proprie azioni, in ogni ambito, possano fare la differenza”.
Per firmare la petizione Fermiamo gli investimenti esplosivi e far avanzare l’adozione della legge sul Disinvestment: http://lnx.campagnamine.org/campagne/petizione/
La petizione, lanciata in occasione del 1 marzo u.s., è supportata da Etica SGR, Centro di Documentazione Giornalistica, Info Comune, Missione oggi, Mosaico di Pace, Nigrizia.

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