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Terremoto, il figlio dei coniugi Valentini ricorda così i suoi genitori

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“I genitori sono il punto di riferimento per i figli. Per me lo sono stati sempre, ininterrottamente, fino alla fine. Con loro condividevo tutto. In loro cercavo le parole di conforto, e loro puntualmente erano pronti a darmele. Sono stati rari i giorni che non ho ricevuto da mamma e papa’ la solita telefonata:

“Papa’: Tutto bene? Hai bisogno di qualcosa? Devo farti qualche giro?” Oppure. Mamma: “Gianni? Dove sei? Stasera passi? Che ti preparo da cena?”

Qualche volta, come solo i figli sanno fare, rispondevo un po’ stizzito a queste telefonate perché preso da altre incombenze. E’ passato solo poco tempo, ora cosa non darei per vedere i loro nomi sulle chiamate del telefonino. E’ il mistero della vita, che le sacre scritture ci citano ne testi sacri. Quale ragione ci potrebbe essere sul perché dovevano abbandonare questo terra sotto un cumulo di macerie insieme nel letto, fianco a fianco nella stessa e usuale posizione che noi figli conosciamo. Mi impongo di accettare che il Signore per una sua qualsiasi ragione o volontà abbia cosi’ voluto perché papà e mamma dovevano essere in un altro luogo. E da credente non posso fare altro che rimettermi alla sua volontà. Anche se per me, e per tutti noi, rimane lo sconforto di non averli più accanto.

Poi il miracolo. Nella stessa casa, sotto a tre solai divisi solo da un tramezzo da papa e mamma, l’estrazione dalle macerie di zia Anna quasi illesa. Ecco anche qui il mistero della vita. Anche in questo caso, da credente , cerco di trovare la mia spiegazione. Zia deve vivere per noi, anche per papà e mamma che piangiamo. Forse il Signore mi ha voluto dare la possibilità di avere una zia che dovrà cercare di alleviare la sofferenza di non avere più mamma e papà. Questo è il mio pensiero sul mistero della vita.

Papà e mamma erano impegnati sul territorio di Amatrice, in particolare sostenevano con forza e volontà la sistemazione della Chiesa di Sommati, una frazione di amatrice nostra zona natia già precedentemente colpita dal terremoto del ’50. Ora quella chiesa è parzialmente crollata ed è inagibile. Sto pensando che il miglior ricordo per farli continuare a vivere nei nostri cuori affinché ci sia seguito al loro operato e alle loro volontà è quello di creare una fondazione onlus a loro intitolata che porterà avanti i loro voleri.

Concludo passando ai ringraziamenti: grazie a tutti i cugini intervenuti dai primi momenti del sisma, i quali hanno scavato con me e mi hanno confortato in tutto quello che potevano fare. Grazie a tutti i nipoti e ai parenti che hanno cercato di fare tutto il possibile per ritrovare papa’ e mamma. Un commosso ringraziamento va ai miei ragazzi della Soradis che prima che potessi chiamarli per aiutarmi a scavare erano già arrivati sul posto. Insieme ai miei cugini hanno scavato per due giorni, giorno e notte senza mai fermarsi. Hanno scavato non solo con le mani ma anche e soprattutto con il cuore. Loro sono riusciti a sentire la voce di Zia sotto le macerie e loro hanno ritrovato papa’ e mamma. Solo allora si sono fermati. Solo allora la disperazione si è impadronita dei loro volti. Un grazie particolare lo voglio rivolgere alle persone del luogo che appena sono arrivato sulle macerie della casa mi hanno chiesto chi cercavo ed io ho risposto papa’, mamma e zia. E loro hanno capito il dramma. Hanno scavato insieme a noi fino a quando non sono stati allontanati dai Vigili del Fuoco. Gente che personalmente non conosco e che oggi non so proprio come ringraziare di persona. Un grazie alle squadre dei Vigili del Fuoco di Prato e Arezzo a cui avevano assegnato la casa di mamma e papa’. Visto l’impegno e la determinazione di tutti non hanno avuto il coraggio di allontanarci dal cantiere, anche avendo ricevuto ordini contrari. Ci hanno “sopportato” perché si rendevano conto che tutti noi scavavano convinti e con una forte interiore speranza di ritrovare in vita anche mamma e papa’. A tutti voi presenti a questa funzione in ricordo di papa’ e mamma, moralmente vi abbraccio uno a uno, essendo, credo, impossibilitato a farlo materialmente con tutti. Grazie alle istituzioni, alle forze dell’ordine intervenute, alla chiesa e ai sacerdoti celebranti. Grazie all’amico Fabrizio, per tutto quello che fa per questa comunità di Torvaianica. Grazie al maestro davide Ciavarella che ci ha allietato con la sua splendida voce.”

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