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“Ti diamo 100 euro per non abortire”. L’offerta shock dei Pro Vita alla donna incinta

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Cartello pro aborto

Due attiviste Pro Vita offrono 100 euro a una donna incinta che voleva abortire: la vicenda è accaduta a Genova.

Villa Scassi
L’episodio delle attiviste Pro Vita è avvenuto all’Ospedale Villa Scassi di Genova (credits @GenovaToday) – Ilcorrieredellacitta.com

Continua a far discutere la presenza delle associazioni Pro Vita dentro i consultori di alcune Regioni italiane. L’ultimo episodio sarebbe avvenuto all’interno di una struttura sanitaria nel Comune di Genova, dove una donna necessitava di abortire. All’interno dell’ambulatorio però sarebbero state presenti due attiviste anti-abortiste, che avrebbero addirittura offerto dei soldi per non far compiere l’aborto alla donna. 

Attiviste Pro Vita offrono dei soldi per non far abortire la donna incinta

La vicenda si è svolta, come spiegato da La Repubblica, presso la struttura di Villa Scassi a Genova. Nonostante la stessa realtà sanitaria neghi l’episodio, la donna si è rivolta alle associazioni abortiste per risolvere la sua situazione personale. La signora straniera, già madre di tre bambini e sposata, scopre casualmente in ospedale di essere incinta: da un’amica si era fatta refertare al Galliera, dopo diversi giorni in cui soffriva per nausea e continui capogiri. 

Il Galliera farà effettuare il test di gravidanza alla donna, che risulterà positivo. Essendo una struttura cattolica, i medici non praticheranno l’aborto “senza un consiglio sulle alternative da cercare”. Dovendo cercare una soluzione gratuita, grazie al consiglio di amicizie la donna si rivolge alla Villa Scassi, dove incontrerà le due attiviste Pro Vita. 

100 euro per non abortire

La donna si sarebbe rivolta alla struttura sanitaria, dove avrebbe incrociato le due attiviste Pro Vita. Dopo un lungo discorso, anche invadente, sulle ricadute psicologiche dell’interruzione di gravidanza, le due volontarie avrebbero addirittura offerto 100 euro alla donna per non abortire. Una situazione che avrebbe spinto la donna, già convinta del proprio passo in quanto madre, a lasciare la struttura e segnalare la vicenda alle associazioni per i diritti della donna. Le operazioni legate al suo aborto, in questo momento, stanno venendo seguite da due attiviste: Alice Merlo (che portò avanti la campagna per la pillola Ru486) e la psicologa Federica Martino (gestisce il canale “Ivg, ho abortito e sto benissimo”).

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