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VENDITA FARMACIE COMUNALI, INTERVIENE ANCHE L’A.S.SO.FARM

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FARMACIA

Contro la vendita della farmacia comunale di Ardea arriva la lettera, indirizzata al sindaco Luca Di Fiori, scritta dal Presidente dell’A.S.SO.FARM. Venanzio Gizzi, che critica la scelta fatta dall’Amministrazione rutula. “Egr. Sig. Sindaco – si legge nella missiva – apprendo con viva preoccupazione dagli Organi di Stampa la notizia della possibile dismissione della gestione della Farmacia Comunale Tor San Lorenzo di Ardea e più in particolare della possibilità di privatizzazione della Farmacia Comunale stessa, con le pesanti conseguenze che tali atti potrebbero determinare sul futuro dei dipendenti aziendali”.

“È infatti noto che la maggior parte delle aste di vendita vadano deserte, a meno che gli Enti proprietari non optino per una marcata svendita di un patrimonio costruito negli anni con ingenti investimenti di risorse pubbliche – scrive Gizzi – Il fatto che oggi l’idea di vendere le Farmacie Comunali sia dettata da esigenze di cassa, e non da posizioni ideologiche, è dimostrata dal fatto che tale volontà interessa giunte comunali di ogni colore politico. Esigenze di cassa che, lo ripetiamo da anni, raramente vengono soddisfatte dalla vendita delle Farmacie Comunali. Oggi il valore di mercato di una Farmacia è ai minimi storici e in larga parte determinato dalla loro bassissima redditività. Questo è sicuramente noto alla maggior parte dei Sindaci, Giunte e Consigli Comunali, che ogni anno ascoltano le relazioni di bilancio degli Amministratori delle aziende farmaceutiche dei loro Comuni”.

Secondo Gizzi “Gli ultimi governi succedutisi alla guida del Paese hanno spesso usato le Farmacie, pubbliche e private, come vero e proprio salvadanaio utile a ripianare i disavanzi causati da una spesa ospedaliera fuori controllo: riduzioni insostenibili dei margini per farmaci convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, provvedimenti restrittivi riguardanti la dispensazione di farmaci innovativi, tentativi malriusciti di coprire il calo di trasferimenti agli Enti Locali con la vendita forzosa delle Farmacie Comunali.Questo breve approfondimento dimostra che oggi le Farmacie Comunali non “rendono” più come in passato non per il venir meno di un loro ruolo sanitario locale, né per errori di gestione da parte di chi le amministra, ma per via di scelte profondamente discutibili da parte dello Stato”.

“Mentre da più parti arrivano segnali di considerazione per la farmacia – prosegue il Presidente dell’A.S.SO.FARM.  – in seno a molti Comuni sembra resistere  un atteggiamento miope. Se però i tanti tentativi di vendita  delle farmacie comunali non hanno avuto esiti o hanno prodotto entrate sensibilmente più basse delle aspettative, ciò deve spingere a cambiare prospettiva. Oggi si deve credere nelle Farmacie Comunali. Gli spazi per un rilancio ci sono. Primo fra tutti quanto contenuto nel famoso Cresci Italia, provvedimento certo non generoso nei confronti delle farmacie pubbliche, ma che offre la possibilità di nuove aperture in alcuni spazi geografici di grande interesse, come stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, aree di soste autostradali, centri commerciali. Si tratta di occasioni che certo debbono essere studiate con grande attenzione, ma che in larga parte sono coerenti con i trend di mutamento della vita urbana dei cittadini. In secondo luogo, il grande processo in atto di riforma della farmacia italiana, che la trasformerà sempre più in luogo di dispensazione di servizi sanitari integrati con ospedali, medici di base e specialisti, offre grandi potenzialità di ripresa economica per le farmacie”.

Per Gizzi “rinunciare a nuove aperture strategiche, o peggio ancora vendere oggi agli attuali prezzi di mercato, significa precludersi interessanti opportunità economiche future e privare i propri concittadini di un servizio che rimane tra i più apprezzati nel panorama della sanità italiana”.

“Nel corso della loro storia, le Farmacie Comunali si sono insediate in aree geografiche poco appetibili dal punto di vista commerciale – conclude la lettera – Ma proprio per questo hanno adempiuto appieno al loro ruolo di presidio sanitario di prossimità verso tutta la cittadinanza. Il loro sostegno economico non è mai mancato ad innumerevoli iniziative di solidarietà nate nei territori in cui operano.  Le singole aziende farmaceutiche comunali, e la loro rete nazionale rappresentata da A.S.SO.FARM., realizzano ogni anno importanti campagne sanitarie di prevenzione e informazione, sperimentano nuovi progetti sanitari, innovano come pochi altri soggetti del nostro Paese.

È anche per tutte queste ragioni che è sbagliato vendere le Farmacie Comunali. Non solo perché ci sono buone possibilità che in futuro i loro bilanci tornino a generare entrate per i Comuni, ma anche perché già oggi assolvono a importanti compiti sociali e sanitari nelle vostre comunità locali”.

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