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VICENDA ASER, 50 MILIONI DI EURO DI DANNO ERARIALE: ATTO DI CITAZIONE PER EX AMMINISTRATORI E IMPRENDITORI

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Un danno erariale di oltre 50 milioni. E’ questa l’ipotesi avanzata dalla Corte dei Conti, che ha inviato un atto di citazione a diversi dirigenti, politici ed amministratori del Comune di Pomezia in carica nel 2000 e nei periodi successivi, oltre che a diversi membri dei Consigli di Amministrazione di Aser e Tributi Italia. La Corte dei Conti ha ipotizzato il danno erariale nei confronti del Comune di Pomezia proprio in merito alla vicenda Aser, che ha provocato nel tempo un buco enorme alle casse dell’Ente. Tra importi non ricevuti dai cittadini – in quanto trattenuti da Aser e non versati nei conti correnti del Comune  – ed aggio, che ricordiamo era del 30%, la perdita per l’Amministrazione nel corso degli anni in cui la società a partecipazione mista pubblico/privato (Tributi Italia e Comune di Pomezia) è stata superiore ai 100 milioni di euro, anche se il credito riconosciuto ed accertato è di 54 milioni di euro. Soldi che Pomezia, attraverso le strade intraprese finora, non avrebbe visto mai, dal momento che l’Aser- Tributi Italia ha dichiarato fallimento dopo aver truffato circa 400 Comuni italiani. Ma ora lo scenario è diverso (anche se le difficoltà restano enormi): si tratta di un differente percorso giuridico, prettamente amministrativo, visto che è la Corte dei Conti ad imputare il danno erariale imputandolo a soggetti ben precisi, sia politici che imprenditoriali.

L’atto di citazione, consegnato ai destinatari il 26 agosto, è frutto degli accertamenti condotti dalla Corte dei Conti a seguito di una denuncia presentata all’indomani dello scioglimento del contratto con l’Aser dall’ex assessore alle Finanze David Tintinago, dal dirigente ai servizi patrimoniali Giovanni Ugoccione e da un consulente esterno, Daniele Giuncato, incaricato di redigere una relazione tecnica per quantificare il danno derivante alle casse del Comune. Le persone colpite dal provvedimento dovranno comparire davanti ai Giudici della Corte dei Conti il 15 Aprile 2014.

Nella notificazione dell’atto di citazione con contestuale fissazione in udienza, la Corte dei Conti relaziona i fatti a partire dal procedimento penale “nel quale uno dei capi di imputazione riguardava la percezione di una tangente complessiva di L. 300.000.000 da parte del sindaco pro tempore Aureli Maurizio, dell’assessore al bilancio nonché vicesindaco Cervoni Massimo (…)”, in concorso con due assessori e numerosi consiglieri comunali in carica nel 2000. “La tangente – si legge nel documento – risultava pagata da Saggese Giuseppe, socio maggioritario della Pubbliconsult s.p.a. (poi S. Giorgio s.p.a. e Tributi Italia s.p.a.). Il relativo procedimento penale n. 432/1 si concludeva con il proscioglimento in udienza preliminare per gli imputati Calzetta, De Lorenzi, Iacuaniello e Nobili, mentre il Valentini, Aureli, Cervoni e D’Alessandri definivano la loro posizione con sentenza di patteggiamento (…). Per tutti gli altri il processo si definiva con sentenza n. 23738/09 depositata il 23.12.2009 di non doversi procedere per prescrizione dei reati”.

Questa premessa è fondamentale per capire la ripartizione degli importi richiesti ai destinatari dell’atto di citazione. Nell’atto è riportata nei dettagli tutta la vicenda Aser (ben 50 pagine di documento), e sono trascritti esattamente non solo gli importi dei mancati versamenti alla tesoreria comunale dopo la riscossione dei tributi, ma anche quelli riconosciuti dai lodi arbitrali, il valore della mancata effettuazione da parte dell’Aser delle dovute opere di sistemazione e ristrutturazione del verde pubblico (possibile che nessun amministratore se ne accorgesse?) e le cifre dei mancati pagamenti attraverso irregolarità nei conti giudiziali dal 2000 al 2003. Ma anche i danni derivanti dall’errata certificazione ICI (dal 2004 al 2008) in tema di trasferimenti statali, dalle spese legali sostenute per le controversie con l’Aser stessa e del forzato ricorso all’anticipazione di cassa dal 2006 al 2009. Il tutto per un totale di 54.302.986,79 euro, senza contare l’ulteriore danno “per diminuzione di servizi alla collettività in ragione delle minori entrate”, non ancora quantificato.

Il documento prosegue con la cronistoria della ormai vicenda Aser, a partire dalla delibera del consiglio comunale n. 100 del 4 agosto 1999 e da tutte le irregolarità rilevate per arrivare all’approvazione della partecipazione del Comune di Pomezia alla società. Dopo aver esaminato ogni aspetto, la Corte dei Conti attribuisce le varie responsabilità amministrative in merito al danno erariale riconosciuto al Comune di Pomezia, che viene fissato per € 50.212.024,04.

Grazie all’analisi effettuata, la Corte dei Conti ha stabilito che il Comune di Pomezia dovrà essere risarcito in queste proporzioni: Aser Srl e Tributi Italia SpA dovranno versare 45 milioni di euro “in solido tra loro”; Giuseppe Saggese € 4.631.024,04; Maria Grazie Schenoni, Elio Ortori e Bruno Pezzuolo € 50.000,00 a testa; Daniele Cardenia € 20.000,00; Laura Cocito e Mario Ortori € 30.000,00 ognuno; Vito Paolo Marti e Massimo Ippoliti € 10.000,00 cadauno; Adriano Venditti € 7.000,00; Gianfranco Froio e Patrizia Saggese € 5.000,00 a testa; Pasquale Froio e Pierluca Bubbi € 3.000,00; Angelo Scotto, Giuseppe Di Cuonzo € 2.000,00 e Paolo Francesco Lanzoni € 1.000,00: sono tutti amministratori S. Giorgio/Tributi Italia ed Aser.

Per la parte politica sono stati chiesti 10.000,00 € a testa per l’allora sindaco Maurizio Aureli, il suo vice Massimo Cervoni, gli ex assessori Rodolfo Zaccaria Proietti e Stefano Marchetti, gli ex consiglieri comunali Fiorenzo D’Alessandri, Paolo Valentini, Vincenzo Mauro, Renzo Antonini, Paolo Ruffini e Pietro Toce. L’attuale dirigente del Comune di Pomezia Giovanni Pascone, a capo del servizio di avvocatura comunale, che all’epoca ricopriva la carica di Presidente del CdA dell’Aser, dovrà invece versare 3.000,00 euro.

Il Presidente della Corte dei Conti ha fissato per il 26 marzo prossimo i termini di scadenza per l’eventuale deposito, da parte dei citati, di eventuali memorie e documenti, e per il 15 Aprile alle ore 10:00 l’udienza “stabilita presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Lazio (…) per ivi sentirsi condannare al pagamento in favore del Comune di Pomezia della somma di € 50.212.024,04 (…), oltre la rivalutazione monetaria, gli interessi legali e le spese di giustizia, queste ultime in favore dello Stato”. Udienza alla quale “i convenuti (…) non potranno intervenire se non con il patrocinio di un avvocato”.

In pratica, la sentenza dei giudici è già pronta, ed è quella riportata nell’atto di citazione.
Se si riuscissero davvero a recuperare questi soldi – soprattutto i 45 milioni riferiti alle società che ormai risultano fallite – il Comune di Pomezia avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi economici.
Della vicenda è stato formalmente informato dalla Corte dei Conti anche il sindaco di Pomezia Fabio Fucci.

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