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Decreto Salvini, l’allarme dei Sindacati: «A rischio 18mila posti di lavoro»

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Procedura di licenziamento collettivo per 351 lavoratrici e lavoratori impiegati nei servizi per l’immigrazione nella cooperativa Medihospes. Simbolo di un settore che, per effetto del decreto Salvini, mette a rischio la metà di tutti gli operatori del settore: 18 mila su un totale di 36 mila.

A denunciarlo sono Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl che, in una lettera inviata al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, chiedono un incontro urgente «per l’individuazione di soluzioni immediate per il personale interessato dalla vicenda Medihospes e, più in generale, viste le ricadute complessive in termini occupazionali, sull’intero settore. Come ai fatti verificatisi al Cara di Castelnuovo di Porto, con circa 100 lavoratori ora nel fondo di integrazione salariale, e ai licenziamenti attuati dalle cooperative che gestiscono il Cara di Mineo in Sicilia, che tra l’altro rischiano di aumentare».

Lavoro, Decreto Salvini: il caso della Cooperativa sociale Medihospes Onlus

La Cooperativa sociale Medihospes Onlus ha nei giorni scorsi, infatti, comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per riduzione di attività legate ai servizi di accoglienza per 351 lavoratrici e lavoratori coinvolti, distribuiti su 12 regioni. Nella lettera al titolare del dicastero di via Veneto, le categoria di Cgil, Cisl e Uil scrivono: «Gli effetti del decreto Sicurezza si stanno abbattendo in maniera sempre più preoccupante per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nel sistema di accoglienza, generando riflessi sull’occupazione e sui servizi erogati. Come nel caso della vicenda che investe la cooperativa Medihsopes che ha comunicato l’avvio delle procedure di licenziamento per 351 lavoratori, distribuiti su 12 regioni, e che riguardano figure professionali altamente qualificate: psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali, amministrativi, operatori dell’accoglienza, medici e infermieri».

Per queste ragioni Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl hanno scritto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per chiedere un incontro urgente «per l’individuazione di soluzioni immediate utili imprimo luogo alla ricollocazione del personale interessato dalla vicenda Medihospes e, più in generale, viste le ricadute complessive in termini occupazionali su un settore che coinvolge all’incirca 36 mila operatori, di cui 18 mila sono a rischio di perdere il posto di lavoro per effetto del decreto sicurezza, al fine di valutare tutte le azioni possibili a tutela delle professionalità e dei livelli occupazionali delle lavoratrici e lavoratori coinvolti nell’ambito di un rinnovato contesto legato alle politiche di accoglienza», concludono.

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