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Diventare genitori: un sogno che corre più del tempo

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Le emozioni della coppia
Diventare genitori è per molti un’esperienza scontata, fisiologica quasi: per altri invece, è un sogno irrealizzabile.
Ipotizziamo un caso difficile. È passato un anno di tentativi fatti di giorni programmati, assunzione di integratori e consultazione ossessiva del forum delle mamme. Da un referto medico arriva – come il colpo di una tegola sul cranio – una diagnosi di infertilità.
Sapere di non poter avere figli in maniera naturale può comportare un vissuto luttuoso per la sensazione di perdita correlata alla propria capacità riproduttiva, e per l’angoscia di non riuscire a realizzare il proprio desiderio di genitorialità. L’autostima cala vertiginosamente.
Il senso di inadeguatezza che queste coppie vivono per non “essere come gli altri” non li fa sentire parte del mondo, come se fossero isolati e incapaci di riprodursi autonomamente.
Può accadere che il partner al quale è stata diagnosticata l’infertilità sviluppi sensi di colpa nei confronti dell’altro, o rabbia contro sé stesso. La coppia può sgretolarsi in mille discussioni.

La perdita di spensieratezza
Sembra che per strada ci siano bambini ovunque, e la solita frase “quando fate un bebè?” diventa una pugnalata: stanchi di mentire si riducono le uscite, può verificarsi una chiusura con la socialità e nel tempo anche tra i due partner.
Il sesso perde di passionalità, come se non avesse più obiettivo da raggiungere.
Per una coppia un evento di tale rilievo significa far fronte ad una crisi che scuote profondamente le basi della relazione; inoltre, la storia delle famiglie di appartenenza può appesantire ancor di più: immaginiamo per chi ha fratelli e cugini con diversi figli quanto possa essere difficile reggerne il confronto.

La scelta della fecondazione assistita
Le coppie che decidono di intraprendere un percorso di fecondazione assistita assorbono all’interno delle dinamiche di relazione un notevole carico di aspettative, quasi come se andassero incontro a un miracolo finalmente realizzabile.
Superate le prime fasi di sconforto si passa dall’entusiasmo della possibilità concreta, alle difficoltà fisiche tra i molteplici esami medici e le spese economiche.
Gli argomenti affrontati sono sempre legati agli aspetti del percorso intrapreso, l’attenzione di entrambi (spesso della donna) si riduce ad un unico e costante pensiero: diventare genitori.

Il nemico Tempo
La coppia si tiene stretta nell’amore e nella speranza, consapevoli di dover attraversare un mare in tempesta: la lotta è contro il “nemico Tempo”: ogni mese potrebbe essere quello decisivo, ci si immagina al mare con il proprio bambino, o il primo Natale con il regalo più bello.
Se c’è stata una precedente perdita di gravidanza, l’ansia è notevolmente più alta in entrambi i partner e aumentano le difficoltà ad ogni minimo problema, per non parlare dei casi in cui uno dei due mette scadenze “se non riusciamo entro tale data, io mi rifiuto di continuare”.

Chiediamo aiuto
Il percorso verso la realizzazione di un sogno è certamente una strada impegnativa, richiede sostegno e partecipazione da parte di tutta la rete sociale coinvolta nel progetto, ed un ascolto psicologico.
La percezione del tempo nelle coppie in protocollo di fecondazione assistita è accelerata, ogni secondo che passa è un secondo sprecato.
Rinunciare può trasmettere l’iniziale sensazione di essersi liberati dal peso, l’illusione è di aver accettato una vita di coppia senza figli: ma siamo intimamente e profondamente sicuri?
Chiedere aiuto ci consente di sfruttare il tempo d’attesta per rilassarci, rallentare i pensieri, allentare i muscoli e riaprire il contatto profondo con il partner. In più ci consente di provare a mantenere saldo il nostro equilibrio interiore e di coppia. Come i navigatori per non sentirsi perduti in mezzo al mare hanno bisogno della bussola, così anche noi non dobbiamo aver paura di affrontare la tempesta ed affidarci a chi, dandoci fiducia e ascolto attivo, può concretamente aiutarci a ritrovare l’orientamento.tre

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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