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Elena Del Pozzo, arriva l’autopsia: ”Più di 11 coltellate e sepolta quando era ancora viva”

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La piccola Elena Del Pozzo, rapita a soli 5 anni

Gli ultimi dettagli emersi dalle indagini e dagli interrogatori sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo sono agghiaccianti, terribili: la madre avrebbe infierito sul suo piccolo corpo con più di undici coltellate, violentissime e dirette. Nonostante ciò, la piccolina non sarebbe morta sul colpo: mentre la madre Martina Patti spingeva sempre più a fondo il corpo della piccola dentro la buca, lei era ancora viva.

I dettagli agghiaccianti dell’autopsia

La madre aveva da poco scavato una buca dietro casa, nel campo abbandonato che affianca l’abitazione. Dopo le coltellate aveva infatti già deciso di seppellirla lì, per occultare il cadavere e far sparire ogni traccia. Ma è molto probabile che la piccola fosse ancora viva mentre lei era intenta nelle sue macabre operazioni di rimozione. Il suo corpicino era avvolto da 5 sacchi neri, in fin di vita per il troppo sangue perso e le ferite profonde. Questa è la terribile ipotesi che emerge dall’autopsia effettuata nelle ultime ore nell’ospedale Cannizzaro dal medico legale Giuseppe Ragazzi, nominato dalla Procura di Catania.

La ricostruzione dell’omicidio

Nel frattempo, il gip ha convalidato il fermo della Patti e ha disposto la misura cautelare in carcere. Le accuse che pendono sulla donna sono di omicidio premeditato e pluriaggravato, e occultamento di cadavere. Ora c’è la certezza: il delitto era stato studiato nei dettagli, così come, forse, anche le storie inventate successivamente. La donna, di 23 anni, era andata a prendere la piccola all’asilo intorno alle ore 13.00, addirittura con un’ora di anticipo, poi l’aveva portata a casa – la villetta in via Euclide, a Mascalucia.

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”Andiamo a giocare al campo” aveva detto

Una volta in casa, le aveva raccontato che sarebbero uscite di nuovo, per giocare insieme al parco. Invece, in auto con la piccola c’erano caricate anche una pala, una zappa, un coltello da cucina e cinque sacchi neri della spazzatura, come riporta anche la testimonianza de Il Messaggero. Prima l’avrebbe infilata in una delle due buste nere, e poi brutalmente accoltellata. 

Gli inquirenti non hanno dubbi: l’accoltellamento plurimo è avvenuto con violenza, con crudeltà: ”Quella donna ha agito con lucida freddezza”, ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. Poi ha aggiunto: ”I colpi sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina. E sono più di undici. Uno solo è stato letale, perché ha reciso i vasi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata. Il decesso è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13.00.”

L’ora del delitto

Ora, quindi, è possibile ricostruire con esattezza l’ora del delitto: le 14.00 di quel tremendo giorno. L’unica speranza degli inquirenti è che la piccola fosse stata sedata prima della mattanza. Un dato che verrà chiarito solamente dagli esami tossicologici disposti dalla Procura.

La falsa pista raccontata dalla madre

”L’ho uccisa nel campo, ma non ricordo i particolari”, così aveva detto la Patti nella notte di lunedì scorso, crollando all’improvviso davanti agli inquirenti dopo avere mentito per un’intera giornata. Infatti si era presentata alle 15.00 di quello stesso giorno proprio dai carabinieri della Tenenza di Mascalucia inscenando la sua farsa e dicendo di essere stata aggredita da uomini armati che avevano rapito la piccola.

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