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Elezioni Pomezia, parla il candidato del centrosinistra Mengozzi: “Ecco il nostro progetto per la città”

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E’ una candidatura non a sorpresa, quella di Stefano Mengozzi, che guiderà il cartello di centrosinistra alle elezioni amministrative di Pomezia. Le due settimane abbondanti di polemiche che hanno visto alternarsi tre nomi (Andrea Cisternino e Antonio Aquino gli altri due) sono sfociate nella convergenza di ieri sera, che ha visto il direttivo PD ufficializzare il proprio ex segretario comunale come candidato sindaco.

36 anni, giornalista e imprenditore, Mengozzi sulla politica del territorio la sa lunga proprio grazie al suo passato non tanto di militante PD, ma di redattore, qualifica che gli ha consentito di guardare con occhi critici e distaccati i problemi di Pomezia. Stare “sulla strada” da giornalista lo ha fatto stare “dall’altra parte della barricata”, ovvero dalla parte dei cittadini e questo sarà sicuramente l’arma in più che Mengozzi si potrà giocare in campagna elettorale. A meno di 24 ore dalla sua nomina, Mengozzi mostra una calma assoluta.

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Per rompere il ghiaccio scherziamo un po’. E’ stato detto, in un commento a una sua foto, che lei somiglia all’attore che impersona “El professor” della serie tv Netflix. Visto il paragone, le potrebbe venire in mente di fare come Fucci, che ha improntato la sua campagna elettorale su una sorta di telenovela, con video che vedono lui e i candidati della salita protagonisti di sketch girati in vari punti della città?

“Non sono dotato come attore, anche se ho frequentato laboratori d’arte, quindi lascio a chi è più bravo di me questo tipo di iniziative. Gli unici video che eventualmente farò con la mia coalizione saranno quelli che mostreranno di cosa ha bisogno la città. Non mi serve recitare per far capire quali sono le idee di questo nuovo centrosinistra per il rilancio dell’intero territorio del comune di Pomezia: a differenza di chi ha 5 anni di amministrazione alle spalle, noi proveremo a illustrare la nostra idea su come si amministra la città senza timore che qualcuno dica «hai avuto 5 anni per farlo, perché non lo hai fatto, ma lo prometti adesso?»”.

Fino a ieri il PD sembrava spaccato, con 10 persone a favore del suo nome e 9 propense invece per la candidatura dell’avvocato Aquino. Siamo alle solite?

“Non credo sia stata una contrapposizione legata i nomi, ma di schemi politici. Io volevo realizzare quello che ha creato nel tempo il PD, che negli ultimi anni ha fatto una rivoluzione interna iniziata quando ero segretario e proseguita dall’attuale, Andrea Cisternino, mentre la seconda ipotesi partiva dalle liste civiche e si estendeva ai partiti. Il focus iniziale era diverso, quindi: chi appoggiava me voleva partire dal partito, sul modello di Zingaretti, che nonostante le difficoltà è riuscito a riaffermarsi alla guida della Regione Lazio. Ripartire in questo senso significava voltare pagina, aprirsi a un processo di rinnovamento, con una forte progettualità politica che però guarda alla società civile e che vuole quindi allargarsi alle liste civiche, mentre l’alternativa proposta da una parte del direttivo partiva dal presupposto opposto, ovvero dare centralità alle liste per poi estendersi ai partiti”.

Se dovesse dare un giudizio sull’amministrazione uscente, quale sarebbe?

“Abbiamo deciso che non vogliamo fare una campagna elettorale contro, con comunicati che vanno a ricordare a chi legge tutto quello che non è stato fatto o che è stato fatto male dall’amministrazione uscente. Ma se devo esprimere un giudizio, credo che rispecchi quello della maggiore parte dei cittadini: deludente. Ci sono stati dei bravi ragazzi che hanno provato a governare, ottenendo però risultati deludenti. Pomezia non è migliorata, la crisi è aumentata, c’è una distanza enorme tra il livello di vita di chi abita nel centro città rispetto a quello di chi vive nelle periferie o sul lungomare. Le migliorie e la rivalutazione si sono limitate al centro. Invece il territorio da curare tutto il territorio a partire dalle periferie, pensando alle cose concrete: strade, servizi, sostegno alle famiglie in difficoltà. In una città di 70 mila abitanti abbiamo un sistema di servizi alla persona che non funziona affatto. Le prime cose da fare sono sicuramente sistemare le buche, occuparci dell’ordinaria amministrazione, ma nel contempo pensare a ridisegnare la città del futuro, mettendo le basi per un rilancio vero, ordinando il territorio secondo la sua vocazione specifica: laddove il territorio è nato per l’industria, ci va l’industria, mentre nella fascia costiera va rilanciato il turismo secondo un modello completamente diverso rispetto a quello attuale. Sono tutti progetti che hanno bisogno di profonda riflesisone, ma che devono essere messi in pista subito, perché questo lavoro di progettazione va fatto subito per far si che non si resti ancora indietro”.

Ma qual è secondo lei la prima cosa da fare?

“Un grande piano di rilancio per Torvaianica, che è completamente abbandonata a sé stessa, lasciata solo ai privati – e meno male – che cercano di risollevarla almeno nel periodo estivo. Ma per ottenere risultati concreti bisogna andare a seguire quella vocazione che mette insieme il mare, il turismo, le attrazioni naturali attraverso un progetto serio da portare a compimento, sentendo tutte le parti in causa: balneari, albergatori, commercianti, ristoratori”.

Quale pensa sia il suo avversario più temibile?

“Lo scenario che ci consegna il 4 marzo è una sfida contro il movimento 5 Stelle, partito che ha preso più voti. Dovremo essere capaci di stare in campo con proposte concrete, dimostrando la nostra affidabilità e competenza. Onesti lo siamo tutti, adesso bisogna far vedere di essere capaci”.

In realtà il 4 marzo il centrosinistra a Pomezia ha preso una bella batosta, mentre un buon risultato, dopo quello eccellente dei grillini, lo ha ottenuto il centrodestra. Con quale arma pensa di riconquistare i voti persi in questi anni?

“Il centrodestra al momento lo vedo molto confuso. Riguardo ai voti persi, abbiamo più di un’arma, a partire dal forte segnale dato dalla coalizione, che ha puntato sul rinnovamento. Abbiamo imparato dagli errori del passato e, attraverso un’accelerazione sul modo di fare politica, siamo maturati pur avendo al nostro interno persone nuove, giovani e piene di idee ottime per Pomezia. Adesso dovremo essere bravi a raccontare tutto questo alla gente, dimostrando che tutti noi abbiamo cambiato il nostro modo di fare politica e di amministrare la città”.

Ma c’è qualcosa a cui tiene più delle altre?

“Ho una cosa che mi sta molto a cuore, per la quale sarà necessario trovare i finanziamenti anche presso gli enti superiori: dobbiamo abbattere tutte le barriere architettoniche in città, con percorsi sicuri per le persone che hanno difficoltà nel deambulare. Abbiamo strade senza marciapiedi o con marciapiedi stretti e impraticabili. Nel passato abbiamo fatto ‘esperimenti’ con amici che hanno questo tipo di difficoltà e ci siamo resi conto di quanto sia importante rendere la città vivibile anche per loro. E’ un segno di civiltà e rispetto. E se non si hanno queste due cose, non si è ingrato di amministrare una città”.

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