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Emergenza ambientale ad Ardea, ecco perché le Guardie Ambientali non intervengono più

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È “emergenza” rifiuti ad Ardea e le guardie ambientali dell’Associazione Nazionale Guardie Ambientali sono ferme ormai da mesi.

La causa? La spiegano loro stessi in una lunga lettera aperta indirizzata al nostro giornale, che pubblichiamo integralmente.

“Un declassamento delle stesse non permette di operare con efficacia e tutela per volontà dell’assessore alla legalità e dell’ex comandante dei vigili, ormai andato in altra sede.
Il commissario prefettizio, arrivato nel 2017 dalla Prefettura di Roma, aveva ridato, dopo la revoca dei decreti voluta dalla ex giunta Di Fiori, nuovo impulso alle guardie ambientali attribuendo loro la qualifica di pubblico ufficiale finalizzata al rilevamento degli illeciti ambientali sul territorio. Lo Stato rappresentato dal Commissario aveva quindi deciso la legittimità dell’attribuzione della qualifica finalizzata al rilevamento degli illeciti ambientali da far poi contestare dalla polizia Municipale con un procedimento amministrativo successivo. Le attribuzioni, basilari, avevano quindi permesso alle guardie di riprendere le loro attività serenamente e con le tutele che la legge stabilisce. Tuttavia,  
al rinnovo dei decreti scaduti a marzo/aprile, gli operatori delle guardie ambientali si sono trovati una sorpresa, ovvero un declassamento che ha mutato la natura giuridica degli stessi da “Pubblici Ufficialiad “incaricati di pubblico servizio”. La variazione potrebbe sembrare nulla agli occhi dei più, ma dal punto di vista strettamente giuridico cambia tutto. Viene infatti meno:
a) il potere certificativo degli illeciti ambientali. In altri termini, dal punto di vista strettamente legale, gli atti compiuti di rilevamento equivalgono ad atti compiuti da privati e non hanno nessuna validità certificativa.
B) l’attribuzione per poter richiedere le generalità agli scaricatori. L’attuale decreto prevede surrettiziamente l’impossibilità di richiedere la declinazione delle generalità portando quindi lo scaricatore ipotetico nella possibilità di rifiutarsi senza incorrere in nessuna forma di responsabilità.
 C) la tutela penale contro il rifiuto di fornire le generalità che implica di per sé una condotta penalmente rilevante in quanto realizzante un turbamento delle attività dell’ufficio.

È infatti l’articolo 651 del Codice Penale a stabilire che solo i pubblici ufficiali possono legittimamente fare richiesta delle generalità stabilendo sanzioni in caso di rifiuto.
Insomma il nuovo decreto, voluto dall’assessore alla legalità, vorrebbe che le guardie ambientali facessero quello di prima ma senza più alcuna tutela.
Emerge quindi un dato. La Politica, passata e attuale, ha tolto le attribuzioni che il Commissario della Prefettura aveva attribuito.
Alla base di tali modifiche una circolare del Ministero degli Interni, che si ricorda non avente di per sé natura normativa dal punto di vista giuridico, completamente mal interpretata dall’amministrazione, in quanto il contenuto della stessa affronta tematiche e aspetti diversi in seguito ad abusi operati in altre regioni da Comuni che invece avevano ampliato eccessivamente e in maniera illegittima le attribuzioni.
Gli operatori delle guardie ambientali dell’Associazione Nazionale Guardie Ambientali che si sono sempre spesi per il territorio anche con risorse proprie, hanno quindi deciso di non fare servizi per non rischiare.
Prima della stagione estiva, sono state rilevate attraverso i propri legali le criticità nelle sedi opportune al fine di far comprendere la situazione di diritto e il concetto di Pubblico Ufficiale anche alla luce della recente giurisprudenza in materia che permette di dare interpretazioni alle normative. Tuttavia nulla è cambiato. Vista la primaria volontà di fare qualcosa per la tutela dell’ambiente e del territorio, viste le numerose segnalazioni che si ricevono, e non di attaccamento ad una qualifica come capriccio, si era arrivati a proporre dei pattugliamenti congiunti con la Polizia Locale formati da un vigile e due guardie ambientali, in modo da poter permettere ugualmente un controllo maggiore del territorio ormai in preda a discariche. L’idea è stata ovviamente accettata, in quanto era chiaro che da soli non avrebbero girato, ma se da un lato si affermava l’interesse per questi moduli operativi, ad oggi tutto è rimasto sulla carta.
Le voci provenienti dai corridoi delle guardie ambientali e le indiscrezioni dicono che queste condotte e silenzi significativi hanno fatto forse capire di non essere ben voluti. Le guardie ambientali dell’Associazione Nazionale Guardie Ambientali sono state trattate quindi in maniera scorretta per non dire altro. E dagli uffici delle stesse non si capisce nemmeno come anche gli operatori delle altre associazioni ambientaliste del territorio come guardie eco zoofile e guardia nazionale ambientale facciano ancora sporadicamente servizi esponendosi inutilmente. Un fatto è certo, si è deciso di non voler sottostare a questa farsa e di rompere il silenzio anche perché non sanno più come rispondere innanzi le numerose richieste dei cittadini che richiedono interventi contro gli illeciti ambientali che trovavano in passato una risposta certa e rapida. Se si vogliono oneri bisogna dare anche le attribuzioni”.

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