Home » News » Fallire per ripartire: non conta se cadi e perché, ma come reagisci alle cadute!

Fallire per ripartire: non conta se cadi e perché, ma come reagisci alle cadute!

Pubblicato il

Bloccarsi nella sconfitta

In questo momento socio-politico il fallimento è una variabile ricorrente: non c’è una base sicura su cui poter partire per progetti a lungo termine, e le conseguenze ricadono anche sulle relazioni rendendo difficile gran parte dei rapporti, da quelli familiari alle amicizie.

I fallimenti sono eventi inevitabili, fanno parte del percorso di vita di ognuno, ma sono anche soggettivi e vengono gestiti in maniera del tutto personale, tanto che in alcuni casi possono diventare dei veri e propri traumi che bloccano scelte importanti.

Il fallimento nei bambini: il ruolo dei genitori

La paura del fallimento può essere trasmessa dai genitori ai figli.Di seguito la reazione di due genitori con lo stesso (possibile) risultato:

– Il bambino torna a casa con un brutto voto

  • Genitore A:

non analizza l’errore e critica il figlio, l’atteggiamento è rigido e giudicante, svalutante. Si mostra deluso, non ricambiato nell’amore nella tipica frase “con tutto quello che faccio per te, mi ricambi con un pessimo voto a scuola?”.

Il bambino si sentirà incapace, proverà vergogna e senso di colpa per non essere all’altezza delle aspettative del genitore.

Sarà un adulto con dentro di sé la critica genitoriale, le aspettative saranno troppo rigide rispetto alla sua scarsa consistenza e auto-efficacia.

Fallisco perché sono incapace: passività.

– Il bambino torna a casa con un brutto voto

  • Genitore B:

analizza nei minimi dettagli il compito dando la colpa all’insegnante, il bambino è una vittima del sistema scolastico sbagliato: “tu vali tanto, la colpa è degli altri”.

Il bambino si sente onnipotente con il minimo sforzo, lui può tutto e riuscirà ad ottenere ogni cosa senza fatica.

Da adulto si prefisserà obiettivi alti rispetto alle sue reali capacità, non si impegnerà nel correggere i propri errori ma starà a sottolineare gli errori altrui.

Fallisco per colpa degli altri: rabbia, rancore e ostinazione.

Ad ogni azione del genitore seguirà una reazione nel bambino. Con il tempo la continuità delle stesse reazioni farà da mattoncino per la crescita e la strutturazione della personalità. Parliamo della sicurezza, dell’autostima della progettualità e, quindi, delle aspettative.

Il fallimento negli adulti: cosa fare

La prima cosa da fare è valutare la «fattibilità» del progetto, inevitabile è il fallimento se pensiamo di poter diventare influencer di successo postando foto sui social senza avere alle spalle una buona équipe tecnica che ci sponsorizzi.

Altro elemento importante da considerare è l’aspettativa, ossia, più alto è il desiderio più forte sarà la delusione: essere sicuri di riuscire a cambiare il partner con la forza del nostro amore.

Un terzo elemento è «aspettare» che ci arrivi la manna dal cielo, assumendo l’atteggiamento presuntuoso di chi vuole ottenere qualcosa senza attuare un cambiamento: voglio un posto di lavoro di prestigio ma non voglio perdere tempo in corsi o spostamenti.

È importante nella valutazione di un compito sottolineare dapprima i passaggi corretti e successivamente gli errori. Inoltre, l’esito finale è fatto di tanti piccoli obiettivi: ad ogni risultato negativo dobbiamo fare attenzione a quali sono le nostre responsabilità, e le risorse reali da impiegare.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

Impostazioni privacy