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Fitandgo: prosegue il diario di un’atleta mancata… e pure malata!

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Ok, non sarò mai un’atleta. La fatica e il sacrificio fisico non fanno per me. Aggiungiamoci pure l’età – non ho più vent’anni e neanche trenta – e rimarchiamo il fatto che davanti a un piatto di pastasciutta o, meglio mi sento – a un bel dolce o a un gelato (sì, pure d’inverno: dove sta scritto che si mangia solo d’estate? Almeno adesso non sgocciola e riesco a gustarmelo senza fare acrobazie per cercare di non sporcarmi ovunque) non dico mai di no. Ma alla forma fisica ci tengo. Ovvio, so benissimo che non potrò mai somigliare alle strafighe (consentitemi il termine) che si vedono ovunque quando abbiamo il morale sotto i piedi, ovvero quando anche zia Geltrude ci sembra più bella di noi. Ma so che posso almeno cercare di avere e mantenere un fisico armonico e, cosa più importante, tonico.

Potere e volere, però, non sempre vanno a braccetto, e, non so a voi, ma a me capitano i periodi, anche lunghi, in cui proprio non mi va di fare nulla. Non è solo pigrizia: è una sorta di stanchezza fisica e mentale che fa sembrare enorme ogni cosa.

Cosa c’entra tutto questo con la mia “avventura” nel centro Fitandgo?
C’entra, c’entra!
Come vi spiegavo, sono nel periodo “‘gna posso fa”. E non è neanche – o almeno non solo – per capriccio. Ho infatti appena scoperto di essermi rotta il tendine sovraspinoso della cuffia dei rotatori. Per dirla in parole povere, un tendine della spalla, che ovviamente mi fa un male cane insieme a tutto il braccio destro. Lesione dovuta a un incidente stradale avvenuto l’anno scorso, le cui conseguenze, trascurate, si stanno facendo sentire da qualche settimana, con il risultato che a brevissimo mi devo operare alla spalla.
La cosa, oltre a gettarmi nel comprensibile panico iniziale – il problema è il post operatorio, lungo e fastidioso – mi ha fatto venire un dubbio: posso continuare ad allenarmi o questa è la volta buona che mollo tutto e divento rotonda?

Spinta dallo strano impulso “se devo morì, lo voglio fare per bene”, sono andata lo stesso al mio appuntamento settimanale con i miei simpatici ‘carnefici’ della domenica, i personal trainer della sede Fitandgo di Roma Laurentina, ho portato il risultato degli esami e ho chiesto consiglio.
Emanuela, specializzata proprio nel recupero post traumatico, mi ha dato un consiglio: lavoriamo in modo ‘normale’ gambe, glutei e addome, mentre per quanto riguarda la parte superiore del corpo, cerchiamo di rafforzare, senza fare alcun tipo di sforzo sul tendine lesionato, sulla muscolatura delle braccia, che sarà messa a dura prova nel periodo post operatorio.
In pratica, se non mi voglio ritrovare con almeno un braccio, il destro, con il muscolo traballante e sospinto verso il basso invece che verso l’alto, meglio che cerchi di stimolare adesso quello che si riesce a muovere senza fare danni.

L’allenamento che ho svolto è quindi stato dei consueti 30 minuti di Vacuum (sono arrivata a bruciare 600 calorie!), seguiti poi da un allenamento EMS ad hoc. Niente pesi, niente sforzi con le braccia in estensione laterale, niente carichi sulla spalla.
Ma il giubbottino da kamikaze, montato come sempre, ha comunque inviato i suoi impulsi anche su pettorali e braccia, “costringendo la muscolatura a contrarsi anche senza il movimento diretto della parte.
Ho poi fatto, oltre a non so quanti squat, piegamenti e addominali (erano davvero solo 20 minuti, Emanuela?) alcuni esercizi che hanno fatto lavorare “in avanti” (adesso non chiedetemi il termine tecnico, è già tanto che riesco a descrivere quello che faccio) le braccia, senza sforzare la spalla, rinforzando così la muscolatura che protegge il tendine rotto.
Proseguendo con questo tipo di allenamento, dovrei arrivare, tra circa un mese, all’intervento con le braccia più forti e quindi più propense a un buon recupero post operatorio.

Al termine della seduta, ovviamente sempre fradicia come se avessi appena fatto un’immersione in mare (e invece era “sanissimo” sudore) non ho avuto nessun tipo di fastidio o dolore alla spalla, anche grazie ai cinque minuti di relax decontratturante fatti dopo la fase EMS.

Adesso c’è da sperare che il problema alla spalla si risolva il prima possibile, anche perché ho voglia di aumentare leggermente il ritmo degli allenamenti Fitandgo: Natale si avvicina, e vorrei arrivarci in forma, per non dovermi sentire in colpa alla seconda fetta di panettone farcito!
P.S: qui trovate tutte le tappe del mio allenamento!

Alla prossima,
Maria Corrao

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