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Il litigio facile: le frasi killer

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Una miccia distruttiva
Discutere in relazione è normale, non sempre possiamo andare d’accordo con tutti e su tutto. A lavoro, in famiglia, con il partner o con gli amici: litigare serve a crescere e i conflitti fanno parte di ogni relazione umana.
Accade però che nel corso degli anni i motivi di discussione aumentino fino a diventare l’unico modo di comunicare della relazione: i toni sempre alti, le frasi pungenti, i rinfacci e le offese sono all’ordine del giorno.

L’esempio ricevuto
L’atmosfera nella quale siamo cresciuti è fondamentale per la costruzione del nostro modo di comunicare. Gli ambienti continuamente allarmanti ci rendono tesi da quando siamo bambini, anche un clacson improvviso ci fa sobbalzare; lo stesso vale per le case silenziose con pochi rumori. Le atmosfere pesanti possono incidere negativamente.
Siamo il risultato delle relazioni dei nostri genitori, abbiamo attraverso il loro esempio imparato a trasmettere le nostre emozioni e va da sé che in un ambiente violento difficilmente si cresce sereni.
Che sia aggressività, malinconia, tensione o silenzi, tutto quello che abbiamo assorbito negli anni lo portiamo dentro le nuove relazioni, così come l’altra persona porta il suo bagaglio.

Il corpo nei litigi
Il corpo trattiene tutte le emozioni che stiamo vivendo in un determinato momento, in più porta anche il risultato delle esperienze del nostro passato che possono riattivarsi e inquinare le reazioni del presente, in altri termini: se in passato ci siamo sentiti giudicati, e non abbiamo metabolizzato quelle sensazioni, molto probabilmente ci sentiremo giudicati anche oggi, durante una discussione.
Stesso discorso per la persona che abbiamo di fronte, che in risposta a certe nostre parole potrebbe reagire in maniera sproporzionata in virtù del suo passato esperienziale.
Cosa innesca queste vecchie tracce? Proprio l’atteggiamento del nostro corpo!
Immaginiamo di essere arrabbiati e di avere di fronte a noi una persona apatica e disinteressata… la rabbia potrebbe ulteriormente aumentare; caso inverso, un apatico potrebbe sentirsi aggredito e per tale motivo restare zitto e inerme.
In una relazione ci sono due persone che rappresentano due mondi fatti di passato, presente e aspettative future.

Comunicare non è semplice: cosa non dire!
Abbiamo visto quanto sia pesante la “valigia” di passato che ci portiamo dietro, ma non possiamo disfarcene poiché all’interno della stessa ci siamo noi con tutti gli errori e gli insegnamenti che ne possiamo trarre.
Proviamo con degli accorgimenti ad evitare le frasi killer:

    1. 1. Tu sei:

 

    1. quando iniziamo a discutere concentriamo l’attenzione sull’evento che ci ha infastidito, la frase “tu sei” esce fuori dal confine del contendere e coinvolge l’intera persona;

 

    1. 2. Tu hai fatto, tu hai detto:

 

    1. siamo qui ed ora, il litigio è in questo momento e tutto quello che c’è stato prima lasciamolo fuori;

 

    1. 3. Lui ha detto, lui ha fatto:

 

    1. i paragoni non vanno assolutamente fatti! Non facciamo entrare nelle nostre vicende terze persone;

 

    1. 4. Parlare d’altro:

 

    1. quando vogliamo esternare il nostro malessere trovarsi di fronte chi cerca di cambiare argomento per placarci, può peggiorare la situazione;

 

    1. 5. Io sono cosi:

 

    una frase del genere rende chiara la poca voglia di modificare e migliorare il rapporto.

Cosa fare

    1. 1. Esternare subito le emozioni:

 

    1. il continuo rimuginare mantiene l’apparato fisiologico in attività continua fino a stressare l’organismo e stancare la mente… senza risolvere nulla!

 

    1. 2. Rimandare al giorno dopo:

 

    1. quando sentiamo la rabbia contrarre il nostro stomaco allontaniamoci dal luogo di litigio, andiamo in un’altra stanza e facciamo lunghi respiri profondi;

 

    1. 3. Non è una gara:

 

    1. si discute per capire non per uscirne vincitori;

 

    1. 4. A piccoli pezzi:

 

    1. affrontiamo un aspetto della discussione per volta, non facciamo un “polpettone” di cose successe o che potrebbero succedere;

 

    1. 5. Consapevolezza:

 

    come in ogni aspetto del nostro comportamento, averne consapevolezza è la prima porta aperta verso un possibile percorso di cambiamento.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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