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Il mondo del gaming a favore della parità di genere: molte più donne impiegate rispetto alla media dell’industria nazionale

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Il binomio donne-mondo del lavoro è un tema delicato che talvolta non viene affrontato nel migliore dei modi e spesso gode di risonanza mediatica solo all’approssimarsi dell’otto marzo. Nel mondo della politica e nelle partecipate pubbliche italiane sono da anni previste le cosiddette quote rosa, quale strumento mirato a garantire la parità di genere.

Ci sono determinati settori che vengono tipicamente individuati come maschili, ciononostante sembra essere in corso un cambiamento nel mondo del gaming. Ne ha parlato Ombretta Di Monte, Awp Sales Director di Novomatic, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa, esprimendo parere favorevole nei confronti di strumenti come le quote rosa, in quanto offrono la possibilità di una rappresentazione paritaria, purtroppo ancora ostacolata da una scarsa inclusione nei confronti della donna, retaggio di un’immagine culturale e sociale profondamente radicata.

L’azienda di cui fa parte, Novomatic Italia, è una divisione dell’omonimo gruppo austriaco, fra i principali produttori al mondo di tecnologie per il gioco legale, che controlla diverse società, fra cui vi è anche Greentube, a sua volta declinata in diverse divisioni, che condivide con il resto del gruppo i valori di eguaglianza e replica di analoghi livelli di ripartizione del personale. Se i nomi di questi colossi non vi sono familiari, basta dire che attraverso la sezione maltese opera in Italia con il noto marchio di gioco StarVegas, uno dei più innovativi nel contesto dei casinò online ADM, nel cui palinsesto sono ovviamente disponibili anche i giochi Novomatic.

Circa la realtà aziendale di Novomatic, Di Monte ha precisato che la rappresentanza femminile raggiunge il 53%, che si amplia fino al 57% se si includono anche tutte le sedi retail dislocate nella penisola, affermando altresì che l’impresa “sa restituire una visione in generale del mondo del lavoro, e in particolare in un settore specifico come quello del gaming, in cui è presente una forte cura e valorizzazione di ogni persona”.

Secondo la direttrice del comparto vendite AWP, sia in ambito lavorativo sia ricreativo non esistono talenti che si identificano con un genere o con un altro.

Il mondo del gaming non è affatto nuovo a questo approccio paritario, considerando che già nel 2014 un’indagine sempre di GiocoNews aveva rilevato una percentuale del 41% di donne, fra i  dipendenti dei concessionari aderenti al sondaggio, dato decisamente più alto rispetto alla media nazionale del mondo del lavoro. Interessante il piano di sviluppo triennale ideato da Sisal, che ha posto, fra i propri obiettivi, la riduzione del gap retributivo tra i manager e la valorizzazione del merito e del potenziale delle donne nei diversi livelli organizzativi dell’azienda: nel 2014, la percentuale di personale femminile era già del 44%.

È invece dello scorso mese l’informazione circa la ripartizione uomo-donna in Snaitech, che nel bilancio di sostenibilità ha annunciato una percentuale del 48% di donne.

I numeri sembrano quindi far registrare un’inversione di tendenza rispetto al passato, quando il mondo del gioco era una sorta di prerogativa maschile, mentre oggi si riconoscono maggiormente qualità come determinazione, autorevolezza, capacità di problem solving, a prescindere dal genere.

Ombretta Di Monte sostiene che “alle donne che ricoprono ruoli di responsabilità viene spesso riconosciuto un approccio più efficace rispetto a questi temi e una maggiore empatia verso le persone”: la strada da fare è insomma ancora lunga, ma notizie come questa sono di buon auspicio per ritenere che non sia tutta in salita.

 
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