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INQUINAMENTO FOSSO CAMPO ASCOLANO, LA PROTESTA DEI CITTADINI DIVENTA UN ESPOSTO ALLA PROCURA

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A distanza di 9 giorni dalla fuoriuscita di cherosene nel fosso di Campo Ascolano non si placano i timori dei cittadini, sempre più preoccupati per la loro salute e per le condizioni  dell’ambiente. “Dopo lo sversamento di cherosene, da una cisterna interna all’aeroporto militare di Pratica di Mare, nel canale artificiale che attraversa il centro abitato di Campo Ascolano e, soprattutto, dopo le successive informazioni diffuse a mezzo stampa secondo le quali la situazione, secondo le affermazioni attribuite ai vertici dell’aeroporto, sarebbe ritornata alla normalità, la nostra Associazione “Insieme Per Campo Ascolano”, sorretta anche dalle reazioni incredule dei nostri concittadini, esprime forti perplessità sulla presunta normalità e chiede maggiore chiarezza sia in riferimento ai fatti sia alle iniziative che verranno intraprese”, dichiara Antonio D’Agostino, presidente dell’Associazione, annunciando di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica ed a tutti gli Enti coinvolti su quanto accaduto. “Apprendiamo dai giornali locali – si legge nel comunicato diffuso dall’Associazione – che l’emergenza sui valori delle acque del canale “sembra” finalmente rientrata. Infatti, stando alle ultime analisi ed ai rilievi effettuati dalle autorità militari dell’Aeroporto di Pratica di Mare e dalla Guardia Costiera di Torvajanica, e secondo anche quanto riportato dai vertici dell’Aeronautica nell’incontro avvenuto con il Sindaco di Pomezia e con tutti gli altri soggetti convocati per discutere dell’incidente, la concentrazione di cherosene si aggira sull’1% ed è in fase di ulteriore regressione, mentre sul mare non sono presenti macchie di idrocarburi che possano far supporre un inquinamento delle acque. Per quanto riguarda, invece, la responsabilità e la dinamica dell’incidente, “sembra” che i vertici dell’aeroporto militare abbiano confermato che lo sversamento di idrocarburi (cherosene per velivoli militari) sia stato originato da una cisterna del deposito della Guardia di Finanza interno alla struttura, e che immediatamente dopo l’incidente sia seguito un intervento per la messa in sicurezza e lo svuotamento del serbatoio”. “Non vogliamo dubitare sulla correttezza delle informazioni diffuse – proseguono i cittadini – ma, senza ricorrere a sofisticate analisi, basta guardare il canale per rendersi conto che il cherosene c’è ancora, seppur in quantità decisamente minore. Così come basta annusare l’aria: l’odore è ancora là. Questo fa supporre che ci siano ancora residui di liquido che, dal punto di sversamento, lentamente scivolano verso il mare attraversando il nostro quartiere, facendo sorgere qualche dubbio sull’efficacia del sistema adottato per la bonifica”.

I membri dell’Associazione portano le prove a supporto di quanto dichiarato: foto di animali morti, scattate nei giorni immediatamente successivi all’incidente, “che contribuiscono a dare il senso del grave danno ambientale subito dal canale e dai suoi abituali frequentatori”.

“Soprattutto – spiegano – ci sono i “morti rimasti sul campo di battaglia” a testimonianza di quanto sia grave il danno arrecato all’equilibrio biologico del canale, il quale, seppur già precario per la più volte denunciata disattenzione e mancanza di cure e manutenzione, ospita (o meglio, ospitava) nutrie, tartarughe, rane e pesci (e, purtroppo, topi. Ma questo rientra tra le conseguenze di incuria e assenza di pulizia). E gli uccelli – il germano reale, tanto per citarne uno- che nel canale avevano trovato un habitat evidentemente a loro congeniale. Per non parlare del disagio e della sofferenza patita dai cittadini, costretti a respirare le esalazioni che forse non hanno causato ricoveri immediati, come sottolineato dal comando dell’Aeronautica, ma non siamo sicuri che non abbiano conseguenze future. Secondo gli esiti di una ricerca scientifica, infatti, alcuni degli idrocarburi presenti nel cherosene sono cancerogeni. Non vogliamo creare allarmismi, ma riteniamo sia il caso di approfondire l’argomento con ogni mezzo, per cui interesseremo l’Istituto Superiore di Sanità per verificare l’eventuale presenza residua di agenti potenzialmente cancerogeni e per valutare l’ipotesi di un monitoraggio costante della salute dei cittadini del nostro quartiere”. I cittadini puntano poi il dito contro il vicinissimo aeroporto miliare. “Quanto all’incidente, non pensiamo a gesti volutamente irresponsabili, abbiamo troppo rispetto dell’alto valore morale ed istituzionale delle forze presenti in aeroporto. Ma non possiamo non rilevare una certa superficialità nella gestione di procedure così delicate. Abbiamo, pertanto, inviato un esposto/denuncia alla Procura della Repubblica affinché venga individuata e perseguita ogni responsabilità, diretta o indiretta, e vengano imposti, per il futuro, comportamenti che rispettino le precise prescrizioni normative in materia di inquinamento”.

Ma agli abitanti di Campo Ascolano non basta denunciare e scoprire i responsabili.

“Vogliamo rassicurazioni per il futuro ed essere certi che lo sversamento di cherosene nel canale non diventi un evento ciclico, con il rischio di respirare ancora i vapori del cherosene e di veder distruggere il delicato ecosistema che si crea nel canale. Per questo chiediamo alle autorità militari presenti all’interno dell’aeroporto di Pratica di Mare un controllo serio e sistematico di tutti i depositi di idrocarburi ospitati all’interno del sito e la loro messa in sicurezza nel rispetto delle normative in vigore, rivendicando il diritto di conoscere le iniziative che verranno intraprese per scongiurare, in futuro, il pericolo di eventi simili”.

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