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La battaglia (e le polemiche) sulla discarica di Albano, arrivati oggi altri camion di rifiuti: dall’ARPA ancora nessun ‘segnale’, pronto nuovo esposto

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Prosegue senza sosta la battaglia dei cittadini, Comitati e Associazioni contro la discarica di Albano. Oggi, dopo tre giorni di stop, sono ripresi i conferimenti dei rifiuti da parte dei camion provenienti da Roma che, scortati dalle forze dell’ordine, e non senza difficoltà – a causa del presidio fisso – sono entrati a Roncigliano

Dal Comune di Albano: «Attendiamo i nuovi dati Arpa»

Poco fa il Comune ha diffuso una nota stampa. «La battaglia di Albano è da giorni notizia di apertura dei TG. Certo, non fa piacere, perché meriteremmo di essere citati per altro, ma il rovescio della medaglia è che l’alta attenzione dei media da forza e visibilità, altrimenti diventerebbe una delle tante guerre dimenticate. Una resistenza che si regge prevalentemente sull’impegno delle cittadine e dei cittadini che prsidiano il sito, questo sia chiaro a tutti. I giornalisti poi fanno il loro mestiere, accendono i fari sulla vicenda e vanno a verificare gli atti. A me sembra che tra le tante motivazioni che sostengono la nostra lotta, almeno due stanno emergendo con forza».

«La prima è che un sito chiuso da anni non si riapre dal giorno alla notte. E la chiusura dei giorni scorsi, per la necessaria messa in sicurezza per le persone che ci lavorano, ne è la riprova. Assistiamo ogni giorno a un triste bollettino di incidenti sul lavoro, ma di fronte a necessità elettorali la Raggi ha voluto premere il pedale dell’acceleratoreNoi stiamo facendo quello che ci chiede la legge: sorvegliare e segnalare. La seconda viene da sé, leggendo gli atti, quelli che non sono stati secretati e che svelano altri retroscena.

«La Città Metropolitana scrive in uno dei tanti documenti prodotti: “Si concorda, pertanto, con quanto rappresentato da ARPA Lazio nella citata relazione di sopralluogo, che ‘appare necessario chiarire lo stato dell’iter del procedimento di bonifica e individuare in modo definitivo le azioni da intraprendere tenuto conto del tempo trascorso dal suo avvio e dei risultati dei campionamenti che anche recentemente hanno confermato superamenti delle CSC. I frequenti superamenti da metalli pesanti e da solventi clorurati, rinvenuti anche in acque sotterranee ad uso irriguo di comuni limitrofi, impongono la massima cautela … e destano preoccupazione per il possibile rischio di contaminazione della catena alimentare … e conseguente impatto sulla salute umana”. La “citata relazione” è l’ormai famoso sopralluogo del 15 giugno dei tecnici ARPA, relazionato il 21 dello stesso mese, e quindi a conoscenza della Città Metropolitana. In questa relazione si riportano anche i dati numerici dei superamenti di alcuni fattori inquinanti presenti già nelle ultime analisi del 2019 e del 2020». 

«Pronto nuovo esposto in Procura»

«Malgrado ciò, la Raggi ha ritenuto necessario fare l’ordinanza, nella quale richiama la relazione ARPA, ma solo per altre parti secondarie (la pesa, la strada sterrata) e dimentica di citare i dati, non aggiornati. Su queste “ dimenticanze “ e su altro stiamo preparando l’esposto alla procura della Repubblica e attendiamo a giorni i nuovi dati Arpa. Inoltre stiamo contattando altri esperti indipendenti per ulteriori analisi, come ad esempio su quanto viene portato in discarica. Forse i pochi (per fortuna) scarichi non modificheranno di molto il quadro, ma difficilmente sarà migliore. Purtroppo!»

«A differenza della Raggi, perciò, ogni eventuale ulteriore atto da parte della nostra Amministrazione si deve poggiare su dati aggiornati, inconfutabili e provenienti anche da Enti indipendenti. In questa delicata fase non ci si può improvvisare esperti in diritto amministrativo, ma occorre ascoltare, cosa che stiamo facendo, chi in questi anni si è occupato a livello nazionale di queste battaglie. Notizie che riportiamo ogni giorno a coloro che stanno fattivamente protestando di fronte alla discarica». 

«Il mio ruolo lo sto esercitando, anzi lo stiamo esercitando, e lasciamo ad altri le polemiche – ha aggiunto il Sindaco Massimiliano Borelli – Il nostro Comune ha un’enorme emergenza che si chiama Roncigliano ma anche tante piccole emergenze, a cui va data risposta, tra cui purtroppo il Covid-19, che a oggi conta ad Albano oltre 135 positivi».

Il Partito Comunista: «Quadro lampante ma il Sindaco sostiene di non aver elementi per chiudere la discarica»

In tanti però chiedono all’Amministrazione Comunale di procedere con un’ordinanza di chiusura. La sensazione è che, in effetti, per procedere in tal senso servano ulteriori nuovi elementi, come potrebbero essere i dati aggiornati di Arpa, diversi cioè da quelli addotti nel fare il ricorso al Tar. Viceversa l’ordinanza “sbatterebbe” contro un muro e verrebbe annullata nel giro di poco anche perché altrimenti il Tribunale avrebbe già concesso la sospensione delle ordinanze al momento del ricorso – cosa che non è avvenuta – senza rinviare il tutto (non senza perplessità) a settembre. 

Di parere avverso è, tra gli altri, il Partito Comunista dei Castelli Romani che oggi è tornato ad attaccare il Comune. «Per anni i comitati e i cittadini hanno atteso inutilmente la caratterizzazione idrogeologica dell’area della discarica di Albano, l’unica discarica della Regione Lazio e del mondo a non avere questo importantissimo studio. Italia Nostra Castelli Romani ha scoperto dal database del Geo Portale Nazionale utilizzando QGIS che ci sono due invasi della discarica (il 1° e il 3° invaso) che sono a rischio frana e a “medio” rischio idrogeologico. Inoltre, le discariche devono essere costruite lontano dalle abitazioni (almeno 1.000 metri) e su terreni argillosi, che sono ad alta impermeabilità».

«Invece, gli otto invasi della discarica di Albano sono stati costruiti vicinissimi alle abitazioni e su terreno vulcanico, che è invece molto permeabile e a maggiore rischio sismico. Questo significa che in caso di perdite e sversamenti nel sottosuolo, il terreno vulcanico assorbe velocemente il percolato e i veleni inquinanti della discarica. È per questo motivo che tutti i pozzi spia della discarica di Albano sono sopra i limiti di legge per numerose sostanze inquinanti (arsenico, fluoruri, tricloroetilene, triclorometano, 1,2-dicloropropano, boro, nikel, ferro, manganese, cloruro di vinile, 1,4-diclorobenzene, ecc.)».

«Ma nonostante questo  il Sindaco Borelli dice di non avere elementi per firmare l’ordinanza di chiusura della discarica di Albano. Il Partito Comunista, al contrario, lo sollecita nuovamente a firmare il documento per gravissimi problemi ambientali (rischio frana, medio rischio idrogeologico, inquinamento delle falde dell’acqua, zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti) e per i pesantissimi effetti sanitari (la mortalità per tumori ai polmoni, è superiore del 330% rispetto alla media regionale, mentre la mortalità per tumori allo stomaco, al colon, all’ano è superiore del 219% rispetto alla media regionale). Il Partito Comunista invita tutti i cittadini, le associazioni e i comitati a partecipare attivamente alle iniziative del presidio davanti la discarica». 

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