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La doppia vita del presunto boss di San Basilio: ai ‘vertici’ dello spaccio e dello sport

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Per gli investigatori ci sono loro, Alfredo e Francesco nativi di Platì (RC) e da alcuni anni residenti nel quartiere romano di “San Basilio”, figli del più noto Rosario e nipoti del narcotrafficante Pasquale Marando, questi ultimi elementi di spicco dell’omonima ‘Ndrina platinese, dietro l’attività di spaccio nel quartiere romano. Un’attività stroncata da un poderoso blitz delle forze dell’ordine che ha portato ha 21 arresti.

Alfredo e Francesco Marando, secondo quanto ricostruito dalle indagini, erano infatti in grado di movimentare significative quantità di droga, rifornendo non soltanto il gruppo ad essi direttamente facente capo e oggetto della misura cautelare suddetta, ma anche due altri gruppi operanti sul territorio.

Alfredo Marando: presunto boss e patron di una squadra di calcio

Ma poche ore prima della maxi operazione a San Basilio Alfredo Marando esultava insieme all’omonima squadra dopo lo straripante successo nel big match di Prima Categoria contro il Fidene. Un sonoro 4-0 rifilato dal Real San Basilio che ha accorciato così la distanza dalla capolista, il Fidene per l’appunto, a soli tre punti. «ASD Fidene trema. Davanti a te c’è San Basilio, benvenuti all’inferno», recita uno striscione degli ultrà sugli spalti. Detto, fatto. In campo non c’è stata partita. Fuori dal campo invece, poche ore dopo, arriverà il contingente dei Carabinieri all’alba a far emergere l’altro lato della vita di Alfredo Marando, il presunto boss di San Basilio. 

Alfredo-Marando

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