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La pigrizia ci costa, soprattutto per le disdette telefoniche

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Con l’avvento dell’era digitale le nostre abitudini di vita sono cambiate radicalmente: quello che fino agli ultimi decenni del secolo scorso era impensabile, ora si è trasformato nel nostro quotidiano e, senza alcuni apparecchi, non riusciremmo a pensare di poter vivere bene. Chi ha qualche anno in più (diciamo verso la quarantina) ricorda benissimo quel periodo della vita in cui ci si telefonava da casa per organizzarsi con gli amici, per decidere ad esempio come trascorrere la serata, in quale piazza o in quale locale incontrarsi. Una volta presi i dovuti appuntamenti e stabilite le modalità di incontro, si usciva di casa e, da quel momento in poi, non avevamo più contatti o possibilità di cambiare gli accordi presi. A raccontarlo ad un ventenne sembra impossibile, e sembra un mondo estremamente lontano, ma in realtà così lontano non è.

Una società in perenne connessione

Oggi viviamo in costante connessione, perennemente in collegamento con i nostri cari, i nostri amici, i nostri colleghi: sia la vita privata che quella lavorativa sono degli elementi legati a doppio filo con i nostri smartphone e i nostri tablet. Questa non vuole essere una critica alla società, il progresso genera sempre dei cambiamenti che non sempre sono facili da accettare in toto: alcune cose migliorano, altre sembra che peggiorino, ma noi non possiamo fare altro che provare a viverle nel modo che ci sembra migliore e più adatto alle nostre caratteristiche. Non esistono ormai molte persone che non abbiamo almeno una sim (diciamo almeno una perché sono tantissimi quelli che hanno più di un device), forse solo pochissimi anziani, e che non navighino perennemente, avendo la possibilità di chiamare, inviare messaggi, cercare mille cose sul web.

Le mille compagnie telefoniche

In questo tipo di società, sono nati dei colossi che sono entrati nelle nostre case e che ci sono familiari: i gestori telefonici. Con un semplice contratto ci permettono di effettuare telefonate, di inviare messaggi e di navigare. Le formule sono le più disparate: chiamate a consumo – con o senza scatto alla risposta – o telefonate illimitate, pochi giga di traffico web o una quantità notevole che non consumeremo mai, magari anche con la possibilità di accumularli per il mese successivo. In questo panorama così pieno di offerte, spesso (forse per autodifesa) smettiamo di cercare nuove soluzioni, o di ascoltare le proposte dei call center che, non senza ragione, ormai viviamo come fastidi assillanti. Così, sempre più di frequente, ci ritroviamo a tenere, anche per diversi anni, un contratto che, con un po’ di attenzione e di ricerca, ci accorgeremmo che non è più al passo coi tempi e che non è assolutamente vantaggioso.

Paghiamo il giusto?

A volte bastano davvero pochi minuti per poter scandagliare il web, facendo un giro sui siti delle diverse compagnie telefoniche al fine di accorgerci che, con un po’ di impegno, potremmo pagare meno, talvolta davvero molto meno. Ma come cambiare compagnia senza ricevere sanzioni? Esistono alcuni cavilli che non dobbiamo trascurare, per non incorrere poi in un addebito per il distacco, sia della linea fissa che di quella mobile: fra questi il più importante è quello legato alla necessità di comunicare la disdetta.

Quest’ultima va comunicata nei modi e nei tempi stabiliti dal contratto, dettagli che spesso trascuriamo o non leggiamo: ad esempio possono essere previsti, per determinate opzioni, dei vincoli temporali di 24 o 30 mesi, prima dei quali non possiamo recedere dal contratto senza incappare nel pagamento di una penale per il recesso. Se siete dei clienti di questo gestore, e non siete soddisfatti dei costi che pagate mensilmente o del servizio che ricevete in cambio, potete trovare sul web i moduli disdetta Vodafone. Si tratta sicuramente di uno dei gestori con le tariffe più elevate, secondo alcuni giustificate da una copertura di rete decisamente fra le più estese e capillari sul nostro territorio nazionale, secondo altri invece troppo esose nonostante il servizio reso. Sta ad ognuno di noi valutare quale sia il giusto costo per ciò che ci viene fornito.

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