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L’altro come specchio

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Perché alcune persone ci fanno stare bene mentre altre ci rendono nervosi? Perché con alcuni ci sentiamo perfetti e con altri inadeguati?

La mamma: il primo specchio

Fin dalla nascita ci troviamo di fronte uno “specchio”, qualcosa che riflette noi stessi, i nostri bisogni e le nostre paure; questo qualcosa è la mamma: il suo viso segue le nostre espressioni, la sua voce si modula con la nostra voce, le nostre emozioni sono le sue emozioni ed è così che ci abituiamo a rifletterci nell’altro.

Nel corso della crescita ci troveremo di fronte diversi specchi, come gli amici, i colleghi di lavoro, il partner e tutte le persone che faranno parte della nostra vita: nel tempo scopriamo chi siamo attraverso gli occhi degli altri.

Gli specchi non sono tutti funzionali, possono infatti essere appannati o impolverati, concavi o convessi, non in grado di rendere l’immagine così come la ricevono; a volte la deformano o non la riflettono affatto.

L’altro rappresenta la possibilità di conoscerci, una risorsa inesauribile, stimolante: ma non sempre ci rimanda la reale immagine di noi stessi.

Giudichiamo gli altri per come consideriamo noi stessi

Quante volte è capitato di stare a contatto con una persona accelerata e ritrovarci accelerati anche noi? O passare una serata con l’amico depresso e sentirci abbattuti e sconfitti di conseguenza?

L’incontro con l’altro è un incastro di funzionamenti e alterazioni di non semplice individuazione, spesso quelle di chi abbiamo di fronte si fondono con le nostre, influenzando lo stesso rapporto.

Per quanto mi riguarda ho diverse care amiche e ognuna di loro darebbe di me una definizione nettamente diversa dalle altre: l’amica casalinga pensa io non sappia cucinare, l’amica con qualche chilo in più pensa io sia troppo magra, e così via.

Ma ci sono casi ancor più importanti, ad esempio giovani bullizzati o donne vittime di violenza domestica, che si convincono di essere brutti, incapaci, non meritevoli d’amore fino a giungere ad atti estremi.

Le relazioni: cibo indispensabile per la mente

«Esaminando tutto ciò che ci irrita, arriveremo a comprendere noi stessi»

(Carl Gustav Jung)

Nel corso del nostro cammino di crescita non possiamo sfuggire agli sguardi altrui, chiuderci nella bolla di autoanalisi blocca la possibilità di imparare; qualsiasi relazione si trasforma in un’occasione di sapere di più di noi stessi e vedere come reagiamo di fronte a determinati eventi.

Le persone che incontriamo ogni giorno ci danno l’input che apre l’emozione, ma attenzione, ogni cosa che sentiamo arriva dal nostro passato e non dalla persona stessa, nessuno ha questo potere e non è nemmeno giusto attribuire a qualcuno questa responsabilità:non è l’altro che ci regala la felicità, semmai, la relazione crea le giuste possibilità per farla esprimere.

Non tutti riusciamo a vederci

«Tutto ciò che ti infastidisce negli altri è solo una proiezione di ciò che non hai risolto in te»

(Buddha)

Vi è mai capitato di non sentire più amici, conoscenti o parenti per tanto tempo? di chiedervi che fine abbiano fatto? O viceversa, di voler allontanare persone senza un motivo specifico?

Entrare in relazione presuppone il dover vedere anche noi stessi, adottare certi comportamenti, comunicare in risposta a quello che ci viene detto o fatto. Trovarsi di fronte una persona afflitta, lamentosa, disillusa, quando siamo in una fase di vita difficile ci appesantisce ancora di più; o trovarci una persona vincente, serena, che ha ottenuto tutto quello che desiderava, quando siamo alla ricerca di una vita migliore, può aumentare il senso di frustrazione. In entrambi i casi possiamo essere spinti ad allontanare, prendere le distanze.

Non c’è nulla di male, se ne siamo consapevoli.

I rapporti sociali fanno bene alla salute

Tutti i casi su elencati mostrano quanto siano importanti le relazioni, anche con il vicino di casa. Ogni persona ci apre un mondo, ci stimola cognitivamente ed emotivamente. In alcuni casi allontanare certe situazioni è assolutamente necessario -bullismo e violenza domestica- in altri casi è sufficiente una «pausa» per poi ritornare.

La funzione degli altri nella nostra vita è fondamentale, bisogna guardarsi dentro per riuscire ad aggiustare la rotta e possiamo farlo solo tenendoci in movimento emotivo.

 

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

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