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L’amicizia: come nasce, come cresce e perché a volte finisce

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Amico: una definizione ampia

L’amica geniale” è il primo di quattro libri scritti da Elena Ferrante, racconta la storia di due bambine che instaurano un’amicizia tra i banchi di scuola fino alla tarda età, quando da anziane si ritrovano completamente opposte ma legate dal filo dei ricordi che attraversa almeno tre generazioni. Una storia di alti e bassi, perché l’amicizia così come i rapporti d’amore può essere “per sempre” o finire, può interrompersi e poi riprendere, o non nascere mai.

La parola amicizia ad oggi sembra aver cambiato il suo significato e cataloga una serie di relazioni che possono essere poco chiare: un amante, un ex fidanzato, una frequentazione che non vogliamo rendere seria, uno scambio di favori, e persino un contatto che si tiene solo su Facebook.

L’amicizia nel tempo

Ogni rapporto umano per nascere necessita di certi incastri non uguali per tutti, quello che per me potrebbe essere un buon amico rappresenta per qualcun altro una pessima compagnia.

La cosa che andremo a vedere nel corso di questo articolo è come la stessa persona che per noi era l’unica, nel tempo perde di importanza sfilacciando il rapporto fino alla scomparsa totale del legame; ciò può accadere sia lentamente e senza discussioni o in seguito di una grave incomprensione.

Quando capita ci chiediamo di chi sia la colpa ma la risposta è semplice: di nessuno. Succede e basta, per una serie di motivi che andremo a valutare, in linea con la nostra crescita personale, perché non possiamo più essere solo amici di banco o di serate in discoteca.

Le fasi dell’amicizia

Per “amicizia” si intende un rapporto esclusivo tra due persone o un gruppo ristretto, che si frequenta e condivide interessi, un legame importante che nasce da subito tra i bambini che condividono i giochi al parco, le lezioni a scuola e che prosegue nell’adolescenza diventando un punto di riferimento tale da sostituirsi alle figure genitoriali.

– Infanzia

Nei primi anni di età i bambini considerano gli amici semplici compagni di gioco, molto facile per loro stringere nuovi legami di questo tipo.

– Adolescenza

Momento di massima criticità per ogni relazione, si mette in discussione se stessi e tutto quello che c’è intorno. In questa totale confusione l’adolescente si confronta con chi è fuori dalla famiglia, ricerca nuovi modelli di comportamento per sperimentare e capire chi e cosa essere.

Sul piano emozionale le relazioni sono molto intense, legami esclusivi, una nuova famiglia che non è stata imposta ma scelta in piena libertà.

– Maturità

L’amico deve essere presente in tutti gli spazi importanti, il lavoro, il matrimonio, i figli. Cambiano gli argomenti, i luoghi d’incontro e i bisogni che non sono più quotidiani.

– Vecchiaia

L’amico ritorna ad essere compagno di giochi, non di rado vediamo anziani andare a ballare, giocare a carta, raccontarsi le storie.

I momenti più difficili

Dopo i quaranta diventa difficile instaurare nuovi rapporti di amicizia, questo per mancanza di tempo, per difficoltà nel ritrovare similitudini avendo già un carattere formato, per cambi città, figli e così via: parte una sorta di selezione naturale.

Da come abbiamo visto ogni fase della crescita vive l’amicizia in modalità diverse, il rapporto deve crescere e modificarsi di conseguenza; purtroppo solo in casi rari questo avviene ed è una grande fortuna.

Le dinamiche amicali diventano complesse con il passare del tempo, le personalità si adeguano alle esperienze e ci sembra d’improvviso di non riconoscere più quella persona, oppure di sentici giudicati come se fossimo bambini quando in realtà siamo degli adulti.

Accettare i cambiamenti

Le amicizie iniziano in una determinata fase e possono finire quando tale fase termina: l’elemento reale che tiene in vita il rapporto è l’accettazione del passaggio da una fase all’altra, il rispetto per la scala di valori, dei progetti, delle idee. In altri termini, se non ci va più di andare a ballare fino alle sei del mattino, dobbiamo essere rispettati e non esclusi, stesso discorso per chi sceglie di seguire la carriera e non riesce a parlare per ore di detersivi e pannolini.

Quando l’amico non riesce a vedere chi siamo oggi e considerarci nei nostri argomenti, e quando noi non riusciamo a seguire i suoi, è probabile che nel tempo si possa verificare un distacco emotivo e si spenga la spinta a voler raccontarci e condividere.

Non esiste un tempo di durata delle amicizie: alcune ci accompagnano per tutta la vita, altre per un periodo limitato, ma tutte hanno un ruolo importante per quello che abbiamo vissuto e imparato insieme.

Cosa fare

Il consiglio che mi sento di dare è quello di lasciare andare chi vuole andare, senza litigi o livori; non possiamo pretendere che il nostro riferimento di sempre riesca a comprendere che noi non vogliamo vivere come qualche anno fa, che non abbiamo desiderio di scelte simili alle sue.

Lasciamo aperta la porta all’incontro con chi sentiamo possa entrare in sintonia con i nostri bisogni attuali. e in ascolto attivo rispettando la nostra sfera.

PsicoStress

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo:

psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

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