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Le “chiudono” la classe perché ha pochi alunni, l’appello di una maestra al Ministro dell’Istruzione: “Intervenga, i bambini non sono numeri”

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Ci occupiamo oggi di una vicenda riguardante una maestra che insegna a Ciampino, la Signora Daniela, che ha provveduto a lanciare oggi un disperato appello affinché la classe dove insegna (in una scuola primaria della città in Provincia di Roma, ndr) non venga chiusa e accorpata. Sì perché dato che ci sono pochi alunni dal prossimo anno i bambini verranno smistati altrove vanificando, sostiene l’insegnante, “il bellissimo percorso intrapreso nei mesi scorsi nonostante la pandemia da Coronavirus”. E questo sarebbe avvenuto proprio grazie al ridotto numero di alunni presenti nella classe.

La lettera della Maestra Daniela: “Non vanificare il grande lavoro svolto”

“Egregio signor Ministro dell’Istruzione, sono un’insegnante di scuola primaria e lavoro nel mondo della scuola ormai da trent’anni”, scrive Daniela. “Ho vissuto sulla mia pelle le innumerevoli riforme apportate nel corso degli anni: la pluralità degli insegnanti in classe, la modularità, l’autonomia scolastica, il ridimensionamento, tagli finanziari, ritorno a maestro unico, voti numerici aboliti, poi introdotti di nuovo, ed ora di nuovo aboliti, e così via. Come insegnante coscienziosa ho cercato di fare del mio meglio, adattandomi di volta in volta ai cambiamenti o alle difficoltà, mettendoci il cuore, pensando ai bambini e alle loro esigenze, impegnandomi in ogni ciclo per creare un clima collaborativo e sereno”, prosegue la lettera.

“E questo l’ho fatto anche con classi di 28 alunni, da lei definite “classi pollaio”. Quest’anno ho ripreso una prima a tempo ridotto e nonostante il clima di tensione generato dal virus e dalla paura dei contagi, tra misure di sicurezza e brevi periodi di didattica distanza, per la prima volta nella mia carriera ho una classe formata da soli 11 bambini, di cui un bambino con disabilità e due bimbi stranieri”. 

“Il sogno di ogni docente”

Insegnare ad un numero ristretto di alunni significa individualizzare l’insegnamento, dedicarsi in modo efficace alle necessità di ogni singolo studente, seguire al meglio quelli in difficoltà – aggiunge Daniela – è praticamente il sogno di qualunque docente. I bambini hanno legato moltissimo, sono a loro agio e hanno stretto una forte amicizia, si è creata una vera e propria comunità. A tutto questa situazione positiva è stata messa la parola fine dalla fredda normativa che riguarda il numero minimo di alunni per classe. Così la sezione verrà chiusa e gli alunni ridistribuiti nel tempo pieno, creando classi molto numerose, nonostante il periodo di Covid e quanto detto ed auspicabile anche da lei per “non avere classi troppo affollate” quanto piuttosto “di 10-12 bambini”.

“Per questo vorrei chiederle di intervenire e di non permettere che il nome di una legge fredda per la quale i bambini sono solo numeri non individui, venga posta fine a una delle situazioni felici che ci sono nella scuola italiana. Non glielo chiedo per il mio vantaggio, ho 30 anni di servizio, un posto in un’altra classe lo ritrovo, ma penso ai miei alunni che ho imparato a conoscere ognuno con le loro caratteristiche, necessità, personalità, sentimenti. I bambini non sono numeri!

“Penso anche alle loro famiglie che hanno scelto una tipologia di tempo scuola e si sono organizzati in tal senso. È vero, è una piccola realtà di una piccola città, ma una realtà felice e stabile che si vuole eliminare. In questi anni il Covid ha già cancellato tante cose, la sicurezza, la speranza nel futuro, i nostri cari anziani, perché “cancellare” anche quello che c’è di buono nella nostra nazione e continuare ad insegnare alle generazioni future che, con un colpo di spugna, il nome di biechi calcoli e del risparmio (quando poi si spreca tanto denaro pubblico) si possono sempre calpestare sentimenti, desideri, progetti, entusiasmi, vincoli affettivi di bambini, i bambini di tutti, il nostro futuro. Grazie per tutto quello che potrà fare ed anche per l’oneroso lavoro che sta svolgendo in un momento così difficile che sta vivendo la scuola italiana. So che anche lei, in qualità di ministro, ha a cuore il benessere di tutti gli studenti italiani e che opera ponendosi questo obiettivo”.

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