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L’infettivologo Massimo Galli: ‘Gli italiani vogliono sapere. L’informazione alla camomilla non serve e non è rispettosa’

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“Il tentativo di ridurre il più possibile i danni, articolando per Regioni, le modalità di ulteriore diffusione del virus è importante che vada considerato e sostenuto”. Esordisce così alla trasmissione Cartabianca di Rai 3 l’infettivologo, medico e professore ordinario di Malattie Infettive nell’Università “L.Sacco” di Milano Massimo Galli. “Il più semplice e drastico e drammatico degli interventi è il lockdown totale che ha dimostrato di essere efficace. Tutto il resto è un tentativo che necessita conferme nel suo risultato. Non trasformare il Natale come lo scorso Ferragosto è fondamentale per lasciarci una volta per tutte il Covid-19 alle spalle”. A preoccupare è la curva dei contagi che in Italia continua a crescere inesorabilmente in tutta la penisola, senza risparmiare niente e nessuno ed evidenziando una sanità che funziona a “macchia di leopardo”.

Quanti sono i casi di Covid-19 in Italia?

995,463 sono i casi di Covid-19 confermati ad oggi. In questa seconda fase di ripresa dei contagi sono state diverse le polemiche inerenti alle restrizioni del DPCM dello scorso 3 novembre. Attualmente dopo le insofferenze regionali sui “colori” attribuiti in base ai 21 indicatori utilizzati dal Comitato Tecnico Scientifico per valutare la gravità di contagio sono molte le perplessità – sottolinea l’infettivologo – “tra quello che si sta facendo ora per ottenere un risultato e le conseguenze del mancato risultato ottenuto che ovviamente finirebbe per imporre dei periodi ancora più drastici e lunghi di chiusura totale“.

Aumento del tasso di povertà

La sospensione come la chiusura totale è una situazione che gli stessi italiani non sono disposti più a seguire, dato l’innalzamento del tasso di povertà dal 31 al 45% e il mancato sostegno a livello di sussidi ad imprese e a lavoratori autonomi. Rispetto infatti alla scorsa primavera quando la gente era impaurita, ma solidale e disponibile a seguire le disposizioni, “ora c’è molta stanchezza e anche molta rabbia” – viene precisato dal dottor  Massimo Galli – che su Twitter continua- “Gli italiani vogliono sapere. L’informazione alla camomilla non serve e non è rispettosa. Solo sapendo come stanno le cose veramente ne verremo fuori”.

 

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