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Roma, manifestazione No Green Pass: pericolo contagi e assembramenti

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No Green Pass, manifestazioni in programma oggi a Milano, Bologna, Genova, Firenze e altre città: orari e luoghi delle proteste

Sabato di proteste. Sabato di No Vax. Sabato di No Green Pass. Roma, Milano, Torino. Le proteste contro la certificazione verde non si fermano. Ma non si arrestano neanche i contagi, che oggi fanno registrare 1079 casi. Un dato incoraggiante rispetto all’anno scorso, quando erano 1588 di più, ma che non può far stare sereni. Anche perché i casi nel resto dell’Europa aumentano. In Germania, Austria e Olanda le misure più drastiche. Con i Governi che hanno deciso per il lockdown in modo da scongiurare la paralisi degli ospedali. A Vienna, peraltro, l’esecutivo ha deciso che da febbraio sarà introdotto l’obbligo vaccinale.

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Manifestazione No Green Pass: perché c’è il rischio di contagiarsi

“Serve un medico”, questo si sente all’inizio della manifestazione al Circo Massimo a Roma. Una persona si è sentita male. L’intervento degli ospiti dal palco è stato interrotto ed è stato richiesto l’intervento di un sanitario. Una manifestazione autorizzata quella al Centro di Roma, ma che porta con se un rischio: quello del contagio. E l’esempio più lampante è quanto accaduto a Trieste. Dove dopo settimane di proteste i casi Covid sono cresciuti enormemente. Portando così, però, la città friulana in crisi ospedaliera. Una protesta, legittima, che però ha inevitabilmente riversato le conseguenze su quella parte della popolazione che il Green pass ce l’ha.

Presenti migliaia di persone

Rispetto alla manifestazione di sabato scorso, stavolta al Circo Massimo ci sono più persone. Non quante avrebbero volute gli organizzatori, ma decisamente molte di più di quante erano la volta precedente: la Questura parla di 3000 persone, gli organizzatori di 4000. Dal palco le solite grida e i soliti insulti. Contro il Governo. Contro i parlamentari. Contro i virologi. E contro Draghi. La protesta si sta svolgendo in modo tranquillo e pacifico. Sembrano ormai lontani i tempi in cui le frange estremiste usavano il malcontento per veicolarlo verso i loro fini delittuosi (l’attacco alla CGIL in primis). Ora le ragioni del dissenso sono portate avanti con civiltà.

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