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Manipolazione della realtà: la violenza nascosta

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Gaslighting

Il termine indica “luce a gas” e deriva da un’opera teatrale del 1938: la storia racconta di un marito che manipola dei piccoli elementi dell’ambiente, tipo affievolire le lampade a gas, per poi accusare la moglie di ricordare male o avere percezioni alterate.

Il film Angoscia del 1944 ne evidenzia bene i passaggi, che possono apparire romanzati, ma che in realtà sono presenti in molti rapporti.

Se volete un film meno impegnativo è presente su Netflix “Gli infedeli”, all’interno del quale l’episodio con Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti viene mostrato in maniera più “leggero” il tipo di relazione manipolativa che andremo ad illustrare nei dettagli.

Violenza psicologica

Si tratta di una forma subdola e di difficile individuazione di violenza psicologica, con il fine ultimo di rendere fragile e insicura l’altra persona.

L’esempio più frequente è il negare l’infedeltà al partner facendolo sentire addirittura colpevole di aver dubitato, modificando i fatti e le prove a proprio favore.

Si struttura su lunghi silenzi, distacco emotivo e poca comunicazione tra le parti, e riesce laddove la vittima presenta una fragilità emotiva, con bassa autostima e poca consistenza personale.

Piccole dosi quotidiane

L’alterazione della realtà non avviene da un momento all’altro, un lungo lavaggio del cervello viene perpetrato a piccole dosi quotidiane, a partire da banalità come “sei grassa!” o “non me l’hai detto, l’hai immaginato!”.

Insomma, il manipolatore prepara il terreno sul quale andrà a strutturare la sua realtà che potrà controllare rendendo la vittima un burattino nelle sue mani.

Chi agisce manipolando i fatti prova un senso delirante di potere, e spesso svaluta la vittima in presenza di altre persone per confermare la sua forza.

In sintesi, chi agisce con l’obiettivo di cambiare la realtà tende a:

– Confondere

cambia le carte in tavola continuamente;

– Insinua dubbi

nega anche di fronte all’evidenza, mettendo l’altra persona in una posizione di incertezza;

– Cerca alleati

racconta bugie sulla vittima per farla apparire come vuole lui.

Non solo partner

Modificare la realtà non è opera solo dei partner infedeli e prepotenti, casi frequenti sono presenti anche nelle relazioni genitori-figli.

Una madre ansiosa pur di non rompere il cordone ombelicale può adottare un comportamento simile, con frasi del tipo “tua moglie non ti cura abbastanza!” “i tuoi amici non sono sinceri con te!”.

Lo scopo è ridurre il figlio ad un livello di dipendenza e fragilità tale da essere totalmente gestito nelle azioni e nelle scelte.

L’altra faccia del manipolatore

Esiste anche una manipolazione “benigna” messa in atto proprio dalla personalità fragile per farsi accettare, apparire migliore: non ha lo scopo di fare del male a qualcuno o volerlo controllare.

Tipico degli adolescenti che raccontano bugie, si inventano ruoli e modelli che non li appartengono.

Chiaramente è intesa “benigna” quando ha un inizio e una fine, viceversa, se continua in età adulta o per molto può danneggiare la persona stessa che la mette in atto.

L’isolamento potrebbe essere la conseguenza più probabile, poiché la persona si sente staccata dal mondo che sembra non appartenerle.

 

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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