Home » News » Marco Cascone, “Sul più bello”: sua la colonna sonora del film

Marco Cascone, “Sul più bello”: sua la colonna sonora del film

Pubblicato il
marco cascone sul più bello

Marco Cascone, “sul più bello” arriva Marta: l’autore della colonna sonora che fa da cornice al dolce teen drama di genere sick lit è una giovane promessa dei compositori italiani. 

Il film, prodotto da Eagles Pictures per la regia dell’esordiente Alice Filippi, è stato presentato ad ‘Alice nella Città’ presso la Festa del Cinema di Roma a settembre 2020 e subito dopo l’uscita nelle sale, in ottobre, è rimasto fermo a causa della pandemia.

Da gennaio 2021 è disponibile nel cinema on demand su Prime Video. 

Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo

“Per i malati terminali il tempo è relativo, quello che realmente conta è l’atteggiamento” -cit.- L’atteggiamento. Ecco, diciamolo subito: leggere una sentenza del genere fa pensare a un film sulla malattia, che narri una storia triste, che racconti un dolore in maniera “convenzionale”. Ma non è così. La storia musicata da Marco Cascone e interpretata dal rapper Alfa ha i colori di Almodovar, la bizzarria poetica di Amelie, l’assurdità divertente di un manga e quell’aria di magia in cui tutto può succedere di Cenerentola.

Infatti ci sono un principe e una Cenerentola, alla quale non basterà una Fatina a rendere possibile i sogni, perché Marta i sogni li realizza da sola, o meglio prende ciò che vuole.

Credo che tutti noi quando vogliamo fortemente una cosa dovremmo pensare a Marta e all’eredità che lascia il vivere sempre come se ogni giorno fosse l’ultimo. Perché se per tutti è così, per Marta è diverso; lei sa di vivere ogni momento come se fosse in più, regalato, e per questo lo rende speciale, visto che non ha nulla da perdere. E alla fine vince, quando tutti al suo posto perderebbero. Il fascino è qualcos’altro, esula dalla bellezza esteriore tout court, se a brillare siamo noi.

marco cascone sul più bello

Questo Marta lo sa, o forse no; di certo lo sa appunto Marco Cascone. Il giovane musicista compositore sa che è un film che “bisogna capire”, per non annoverarlo tra i filmetti – visto che non lo è – dato il messaggio prezioso che regala. La sfida è stata raccontare in musica la commistione di sogno e dura realtà, gioco e forte determinazione che incarna il personaggio della protagonista e per farlo è stato scelto di utilizzare strumenti giocattolo.

Chi è Marco Cascone, autore della omonima soundtrack di “Sul più bello”

Cascone è laureato in Pianoforte e Composizione con il massimo dei voti al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, specializzandosi in musica Jazz ed Elettronica, fondendo poi le sonorità col genere Classico. Ha svolto molteplici collaborazioni con registi nazionali ed internazionali, ha preso parte a svariati progetti di produzioni come Vogue, Rai Tv, Mediaset ed è membro della Acmf, che riconosce e tutela la figura del compositore di musica da film. Incontriamo il Compositore per fargli qualche domanda

Cascone e il messaggio di “Sul più bello”

Lei è molto giovane e ha saputo regalare a questo film tenero e delicato con una morale importante, una colonna sonora fresca e dolce, che rende l’idea dell’attitudine di Marta verso la vita e del motivo per il quale vive “così”. Ci racconta cosa pensa del film e di Marta, la protagonista?

Ho sempre visto il film come un monito a non mollare mai, anche quando le avversità della vita la fanno da padrone. Marta è un personaggio forte, sicura di sé, nonostante la sua grandissima fragilità dovuta, appunto, alla fibrosi cistica. Ho provato a trasmettere la stessa sua personalità (aiutato anche dal grande talento di Ludovica Francesconi) attraverso una colonna sonora fatta di suoni semplici che, se opportunamente lavorati, riescono a dare grande enfasi alle scene del film. Film che, nonostante la sua leggerezza di facciata, riesce a trasmettere un messaggio profondo: credere nella vita ad ogni costo.

L’importanza di dare valore alle cose

I ragazzi spesso non sono a contatto con sofferenze come quelle di Marta e per questo trovano stravagante il modo di succhiare la vita di persone come lei. Cosa pensa che dovrebbero tenere a mente le persone vivendo? Cosa ha imparato dal film?

Non solo i ragazzi: purtroppo la maggior parte di noi non riesce a capire il valore di qualcosa sino a quando quel qualcosa non si rischia di perderlo. Questo vale per gli affetti, per i sogni e, naturalmente anche per la vita. Continuare a credere in qualcosa, vivere entrambe le facce della medaglia significa crescere senza accomodarsi alla vita.

È proprio questa la lezione che ho imparato dal film, non solo guardandolo, ma lavorandoci. In un periodo “aleatorio” come lo scorso anno, aggrapparsi ad un’idea, a un progetto è stato vitale per me, come persona e come artista.

Forse i giovani dovrebbero tenere presente che la vita va vissuta in ogni suo momento con tutti i suoi sapori, senza farsi trascinare dagli eventi in modo passivo, alzando lo sguardo da uno schermo e rendendosi conto che c’è ancora un cielo sopra di noi.

Cascone e la tecnologia, limite al ‘bello’

“Sul più bello” a parte, c’è un suo lavoro a cui tiene parecchio? E perché?

“Sul più bello” è l’ennesimo capitolo della mia lotta all’indifferenza e alla poca considerazione dell’artista. Tutto è iniziato con “Turning Tide”, un cortometraggio prodotto da “Rule#1” e diretto da Andrew Muir e David Ross. Un piccolo progetto in cui, nonostante le diverse problematiche a livello economico, la produzione non si è mai tirata indietro nei confronti dell’aspetto musicale, facendo il possibile affinché la colonna sonora venisse registrata con un’orchestra dal vivo.

Oggi, purtroppo, la tecnologia sta diventando un limite, non alla creazione, ma al “bello”. Molti produttori partono dall’idea che un risparmio economico porti lo stesso risultato musicale sulla scena; la mia lotta si basa sul mantenere “viva” la musica, che non è fatta solo di note e sincronismo alle immagini, ma di emozioni che un’orchestra, un solista, devono interpretare e ridare alla scena.

Mancando il fattore umano la colonna sonora è solo suono, non più musica. Non mi vergogno a dire che le orchestrazioni virtuali stanno distruggendo il lavoro del compositore ed è arrivato il momento che coloro a cui piace farsi chiamare produttori, editori, produttori esecutivi, portassero rispetto alle loro cariche facendo ciò che è meglio per l’arte e non solo per le loro tasche.

Cosa le piacerebbe regalare al mondo in un suo prossimo lavoro? C’è qualcosa che le piacerebbe comunicare? Magari un messaggio personale

il mio lavoro non è esattamente libero nell’espressione personale: il compositore di musica da film fa parte di un team di artisti che collaborano a rendere il giusto merito alla pellicola. Spero di continuare a lavorare con i registi con cui ho avuto la possibilità di collaborare e magari allargare la rete di contatti nel mondo della cinematografia, che è fatto principalmente di relazioni umane.

Il sogno di Marco Cascone

Ci racconta il suo “sul più bello“? È già arrivato o deve ancora arrivare?

Tutti noi abbiamo dei sogni nel cassetto, il mio da sempre è quello di scrivere musica per il grande schermo. Ho impiegato tutte le mie forze, fisiche ed economiche per inseguire questo sogno che, passo dopo passo, sembrava diventare realtà, tuttavia, se i risultati tardano ad arrivare le speranze iniziano ad affievolirsi. Proprio in quei momenti mi contattò Alessia Scarso proponendomi di scrivere le musica per “Italo”, un lungometraggio destinato alle sale cinematografiche di tutta Italia. Fu la mia occasione e non potei che coglierla con paura e felicità. Era il 2014 e per la prima volta lessi il mio nome nei titoli di coda proiettati sul grande schermo.

Quali sono i suoi miti e i suoi eroi, se ne ha?

Sono cresciuto circondato dalla musica e di punti di riferimento ne ho tantissimi. Uno su tutti: James Horner. Furono le sue musiche composte per Braveheart che mi fecero capire che il mio sogno non era quello di scrivere musica pura, ma di comporre per le immagini. Dopo di lui naturalmente aprii le orecchie al mondo della colonna sonora e iniziai a formare qualcosa che potesse essere del tutto mio, prendendo spunto e analizzando i grandi di questo genere: Herrmann, Gorldsmith, Morricone, Williams.  Verrebbe da pensare che questi siano i miei eroi, in realtà loro sono i miei punti di riferimento nel mondo musicale. I miei eroi sono mia madre e mio padre che con non pochi sacrifici mi hanno dato la possibilità di studiare (tanto) e di mettere in atto la mia unica vera passione, la musica.

LEGGI ANCHE: Stefano Mainetti Rendering Revolution: la musica aumentata

 

 

Impostazioni privacy