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Molnupiravir, cos’è e come funziona la pillola per curare il Covid

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Rischio nuova ondata Omicron

Molnupiravir, cos’è e come funziona la pillola per curare il Covid. Un nuovo farmaco sembrerebbe essere in grado di contrastare il virus che ormai da oltre un anno e mezzo tiene in scacco la popolazione mondiale. Finora la pandemia ha provocato oltre 4 milioni e 700mila vittime ma grazie alle campagne vaccinali e ai nuovi farmaci messi a disposizione dalla medicina si tenta in tutti i modi di uscire dall’emergenza. Negli ultimi giorni sono diverse le novità emerse, scopriamo quali. 

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Molnupiravir, cos’è la nuova pillola contro il Covid

Partiamo dall’ultima in ordine di temporale. Il molnupiravir è un farmaco antivirale che va ad intaccare il processo di replicazione del virus, impedendoglielo. Gli esiti emersi dai test sono più che positivi tanto che la fase 3, l’ultima della sperimentazione, è stata interrotta in anticipo proprio in virtù dei risultati evidenti. 

Questo farmaco potrebbe dunque rappresentare una svolta nella lotta al Covid? Senza dubbio potrebbe apportare notevoli benefici, anche se solo in parte.. E ‘opportuno sottolineare infatti che la pillola subentra nel momento in cui una persona contrae il virus, e dunque parliamo di soggetti già infettati. Inoltre, da quanto emerge, funziona se somministrato nelle fasi iniziali della malattia. Viceversa, perderebbe di efficacia man mano che il paziente si aggrava. 

Gli altri farmaci contro il Covid

In Italia anche l’Aifa si è mossa approvando altri tre farmaci da utilizzare, anche qui, per curare i pazienti e per di più nelle fasi più acute della malattia. Si tratta dei medicinali anakinrabaricitinib sarilumab, farmaci immunomodulanti, attualmente autorizzati per altre indicazioni. Pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con COVID-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia. Tale decisione, basata sulle evidenze di letteratura recentemente pubblicate, allarga il numero di opzioni terapeutiche. Nello stesso tempo consente di evitare che l’eventuale carenza di tocilizumab o di uno di questi tre farmaci possa avere un impatto negativo sulle possibilità di cura.

L’importanza di avere tutte “le armi a disposizione”

Lo scenario, alla luce di queste importanti novità, non sminuisce tuttavia l’importanza della vaccinazione, così come del resto per tutte le altre malattie per le quali esiste un siero disponibile. Da un lato serve cioè prevenire, vaccinando il più possibile la popolazione riducendo così le catene di contagio o indebolendole fortemente. Dall’altro intervenire su chi, purtroppo, manifesta i sintomi della malattia fornendogli sempre più alternative in modo da poter sconfiggere il virus.

 

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