Cresce l’ottimismo degli analisti finanziari sull’euro: ma siamo sicuri che il 2018 sarà il “suo” anno? Conviene davvero puntare sulla valuta unica europea nel corso dei prossimi mesi? E come dovrebbero comportarsi gli investitori in opzioni binarie?
Cerchiamo di fornire un quadro aggiornamento sull’ambito di analisi fondamentale nel quale vi troverete ad operare e – magari – a integrare con le vostre specifiche analisi tecniche!
Come sta andando l’economia dell’area euro
L’economia dell’area euro sta andando piuttosto bene. Nel 2017 la crescita economica dovrebbe chiudere al +2,3%, ovvero un punto in più rispetto a quelle che erano le stime di consenso di un anno fa e ben oltre il potenziale (1,5% nelle stime di autunno della Commissione UE). La crescita è inoltre accelerata in maniera piuttosto graduale dalla fine del 2016 ad oggi, grazie sia al recupero della domanda mondiale, sia dell’export, che sta spingendo l’attività nel manifatturiero. Nei servizi, commercio al dettaglio e costruzioni, l’espansione economica sta proseguendo sostenuta invece principalmente dalla domanda interna.
Come andrà l’economia nel prossimo futuro
Per quanto concerne il prossimo futuro, il quadro sembra essere destinato a rimanere piuttosto roseo. Per il momento, infatti, le ultime indagini di fiducia hanno indicato un’accelerazione del PIL a 0,7% trimestrale da – 0,8% trimestrale a fine anno. I dati recenti lasciano insomma ben pochi dubbi sul fatto che il momento di fondo dell’economia dell’area euro sia sicuramente più forte di quello atteso dagli analisti qualche mese fa.
Naturalmente, in un simile scenario, è lecito attendersi che il 2018 possa trasformarsi in un anno di consolidamento della fase di espansione economica in tutta l’area, e non solamente per i principali Paesi, quanto anche per quelli periferici. Nel 2018 il principale motore di crescita resterà ancora la domanda interna, con i consumi delle famiglie destinati a crescere anche nei prossimi trimestri.
Crescita area euro, attenzione ai rischi
A nostro giudizio, è possibile che la crescita economica al di sopra del livello potenziale possa proseguire non solamente per tutto il 2018, quanto anche nel 2019, sebbene a ritmi che saranno destinati ad essere leggermente più lenti (1,8%) per effetto del minor stimolo dalla politica monetaria della BCE.
Naturalmente, in questo contesto non bisogna sottovalutare i rischi che potrebbero manifestarsi in misura superiore alle attese, sia di natura politica sia per la domanda globale, sia per la domanda interna.
Ad ogni modo, è anche opportuno cercare di smentire eccessive preoccupazioni. Il rischio politico interno all’area euro si è ad esempio ridotto rispetto a un anno fa, con i venti populisti che rimangono in tutta Europa, ma non sembrano ora potersi insediare a livello governativo (il peggio sembra infatti essere stato scongiurato con l’esito delle elezioni francesi). L’impasse politica in Germania, peraltro prossima alla soluzione, non è necessariamente negativa per la zona euro, dal momento che Schulz (leader di SPD), ha posizioni molto più morbide sulle questioni europee ed anche su temi interni è più vicino alle posizioni della CDU rispetto ai liberali di FDP.
Rimane intuibilmente il doppio pericolo populista / ingovernabilità in Italia, con le nostrane elezioni politiche che andranno ad attirare l’attenzione dei mercati. Rimane inoltre ancora aperta la questione catalana, con le prossime elezioni che non necessariamente sono destinate a fare chiarezza, ma potrebbero comunque aprire un fronte di dialogo con il governo di Madrid.
Insomma, il quadro intorno all’euro sembra essere piuttosto favorevole, ed è molto probabile che nel 2018 sarà possibile assistere a un graduale apprezzamento della stessa moneta nei confronti delle principali controparti valutarie, dollaro in primis.