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Pigneto, luci e ombre di un quartiere in costante sviluppo

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furti al Pigneto

Inizio questo articolo con una piccola premessa, al fine di permettervi di comprendermi meglio.
Sarò contraddittoria, perché sarebbe impossibile descrivere un quartiere così pieno di contrasti senza esserlo un pochino; mi ripropongo di mostrarmi il più sincera e fedele alla realtà possibile, per cui perdonatemi se pecco di ambiguità. Il Pigneto ha così tante facce e così tanto differenti tra loro, che sarebbe impossibile parlarne senza citarle tutte.

Il gap tra passato e futuro

Il Pigneto è una nicchia multiculturale, un miscuglio di popoli, colori e tradizioni, così ben amalgamate tra loro da sembrare nate insieme. Situato a pochi passi del centro storico, mantiene il fascino eterno tipico della Capitale, a cui combina uno slancio nuovo e attuale. Esempio lampante sono i murales, dipinti da artisti di fama internazionale e non, che con i loro colori accesi e linee decise decorano palazzi vecchi e in degrado. Da questo primo colpo d’occhio si inizia già ad intuire lo spirito del quartiere, terreno fertile per i semi di una cultura underground atta a migliorare e preservare le tradizioni nel pieno rispetto delle stesse.

Futuro e passato si mescolano ancora in piazza, dove i bambini corrono nel parcogiochi di scivoli e altalene, e gli adulti si affollano in metropolitana dirigendosi al lavoro. Così, in questo punto di snodo che è oggi il Pigneto, i residenti ospitano quotidianamente migliaia di pellegrini che ad ogni ora attraversano il quartiere per immergersi nella giungla cittadina, diretti al centro o in periferia per le più svariate ragioni.
Eppure, nonostante la forte tendenza allo sviluppo, passeggiando nei viottoli del sobborgo si scorgono arcaiche botteghe, antichi forni, vecchi empori alimentari ed il tipico mercato rionale.


Venditori e clienti si susseguono in una perpetua danza di voci e volti, il più diversi possibile tra loro; un unico sguardo include la visione di ragazzi in coda a banchetti itineranti di libri, che promuovono il sapere di una cultura vagabonda e dinamica, e anziane signore che contrattano per il prezzo dell’insalata, o a riposo su una panca.
E tra il piacevole profumo di frutta e fiori freschi ed il singolare vociare degli ambulanti, ci si ritrova catapultati in una cartolina in bianco e nero di una Roma che fu. Come di regola nella contrada degli opposti, questo scorcio di passato remoto è incorniciato da un ambiente dinamico, gremito di caffè letterari, locali chic e tattoo shop.  Insomma, il quartiere abbraccia i gusti di un paladino del folclore e di un accanito sostenitore della modernità e del progresso, in un’unica soffice morsa.

La cultura, tra biblioteche comunali e circoli indipendenti

Indiscusso punto di forza del quartiere è senz’altro la sua vigorosa tendenza a sviluppare una culturale variegata e suburbana, plasmata da eccelse menti e giovani leve.
La biblioteca comunale diventa così un luogo dove lasciarsi incantare dalla saggezza dei grandi pensatori dei secoli scorsi, e lo spazio vergine in cui nuovi concetti e spontanee utopie si manifestano. Non solo tomi polverosi su scaffali anonimi, ma trovate educative e incontri multirazziali si svolgono nell’edificio. Il timido vociare degli universitari che studiano insieme e la forte voce di chi vuole trasmettere il suo messaggio di socialità, creano un sottofondo quasi melodico.
Si punta tutto sugli adulti di domani, sull’importante compito di far loro da mentore senza soggiogarne i giudizi, lasciandogli la totale libertà di esprimersi, conoscere e riflettere.
Varie le iniziative nel quartiere che accentuano questo impulso a nutrire una formazione alternativa, che traduca l’intelletto dei ragazzi in novelle strutture artistiche e scuole di pensiero.
Comprendere il passato per forgiare il futuro sembra essere la mission dei circoli di lettura e dei raduni che vengono celebrati periodicamente.
E in questo minestrone folcloristico non può mancare il sapore speziato di culture diverse, che ne valorizza il gusto, arricchendo la zuppa di svariati stimoli, offrendosi di fornire uno sguardo differente sul mondo.
Questo fondersi di universi opposti dà origine ad una nuova singolare identità.
Empatia, tolleranza e integrazione sono senza alcun dubbio le colonne portanti della generazione emergente, fiorita tra librerie indipendenti e ritrovi anarchici.

Notti in piazza

Cala la notte, e nel sito che ha fatto della condivisione il suo punto cardine ci si incontra in piazza, in uno dei tanti pub che affollano la via principale, o su una panchina con la chitarra in mano e la voglia di stornellare la propria canzone.
Svariate le proposte enogastronomiche presenti; è infatti possibile trovare trattorie in cui degustare tipici piatti romani, molteplici pizzerie al taglio e kebabbari, ristoranti di cucina cinese, paninoteche e hamburgherie. L’offerta è diversificata, al fine di garantire la soddisfazione dei palati più raffinati e di chi vi capita per un boccone veloce. Lo spirito green di una generazione new age si riscontra anche nella moltitudine di taverne che includono nei menù cibi biologici e alternative vegan, con un occhio attento all’ambiente e alla sua tutela.
Pochi i locali provvisti di tavoli interni, la movida notturna si svolge in strada, dove si canta insieme, si ride, si passeggia mano per mano, ci si arrabbia, mentre un vucumprà cerca di farsi la giornata vendendo accendini e portafortuna.

Birre artigianali e vini nostrani riempiono calici e boccali di chi, tra un brindisi e l’altro, affolla questi marciapiedi, muti testimoni di una rivoluzione sociale che ogni giorno lotta per la sua emancipazione.
Con questo clima di partecipazione, in questa grande famiglia, ci si sente liberi di esprimersi artisticamente, di lottare per un ideale e di cambiare il mondo migliorando sé stessi.

Spaccio, il rovescio della medaglia

Per far fede alla promessa fatta nelle prime righe dell’articolo, ossia quella di essere sincera ed imparziale, non posso esimermi dal sollevare una problematica, nota quanto ignorata: il traffico illegale di droga. Se è vero che nella piazza, tra i tavolini dei pub, sulle panchine, si parla di sogni e politica attuando una lenta processione verso una nuova concezione di socialità, tra i viottoli, nelle diramazioni periferiche, è lo spaccio di droga il vero protagonista.
Fino a pochi mesi fa, era sufficiente imboccare una biforcazione qualsiasi, nella smisurata moltitudine di bivi presenti, per ottenere illegalmente sostanze stupefacenti.
Soprattutto giovanissimi, teenagers, i clienti assidui di questo business spietato e criminoso che è la droga.
In virtù delle innumerevoli segnalazioni dei residenti, del conseguente intervento delle forze dell’ordine e dei numerosi blitz antidroga effettuati, ad oggi la situazione sembra migliorare.
La presenza costante di militari armati e pattuglie di carabinieri che sorvegliano l’isola pedonale, ha contribuito a limitare – se non ad eliminare – lo smercio di queste infide sostanze.

Vi lascio quindi con un messaggio di fiducia, con la profonda speranza che i semi di una cultura sociale e multirazziali possano, in primavera, dare i loro frutti, e che tutte le radici secche siano state estirpate.

Aurora Di Sabantonio

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