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Ardea, il segretario PD contro Sforza Cesarini e Amministrazione sulla questione Salzare

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Ha suscitato scalpore la visita ad Ardea di Muzio Sforza Cesarini, erede di manufatti e terreni sul territorio rutulo. E sulla questione terreni è intervenuto il segretario sezionale del Pd, Moreno Caratelli, per chiedere nuovamente di risolvere l’annoso problema dei 706 ettari dell’ex proprietà Sforza Cesarini oggi trascritti all’agenzia del demanio dello Stato. “Siamo alle solite sceneggiate dell’Amministrazione – sostiene Caratelli – Non a caso il Sindaco, in merito al problema dei 706 ettari dell’uso civico demaniale, ancora “ciurla nel manico” e non proprio per risolvere il problema ai cittadini che occupano quelle terre e che in quelle terre hanno investito i loro risparmi. Ogni volta che si parla di questo problema spunta sempre qualcosa di nuovo. Prima la teoria dei Sforza Cesarini sulle terre emerse, successivamente si inserisce una fantomatica società, La Fossa, che per rallentare le operazioni di assegnazione ai legittimi assegnatari e/o occupanti, dice di vantare diritti sui 706 ettari”.
Il segretario della sezione del Pd di Ardea spiega: “Ora che il Comune ha preso contatti con l’Agenzia del Demanio per trascrivere al patrimonio comunale i 706 ettari della terra delle Salzare, da assegnare a sua volta agli aventi diritto e cioè ai cittadini di Ardea, spunta oltre alla società la Fossa un nobile rampollo del casato Sforza Cesarini”.
“Quest’ultimo ha avuto giorni fa un incontro con il Sindaco e i vari consiglieri ed assessori. Per questo ci resta difficile capire a che titolo ha l’ardire di venire a sollecitare e contrattare su aree che dice essere di sua proprietà come La Mola, alcuni frammenti di terreno sulla piazza, e altri ancor più inservibili sparsi intorno al paese. A questo emissario dovrebbe essere impedito l’ingresso in Municipio affinché certe proposte le vada a fare altrove. Questi signori hanno dimenticato cosa hanno fatto i loro avi ai cittadini che lavoravano le loro terre nel feudo rutulo? E ancora hanno dimenticato quante seccature che hanno fatto nascere dal 1920 ad oggi al popolo di Ardea?”.
Caratelli si rivolge poi al Sindaco e alla sua Amministrazione. “L’unica cosa che dovrebbe far approvare Di Fiori è una delibera di acquisizione al patrimonio comunale di quello che resta del castello e di alcuni relitti di terreno sulla rocca, citando gli aventi causa della famiglia nobiliare per mancata manutenzione del rudere del castello per pericolo pubblico dovuto ad eventuali crolli, ruderi abbandonati tra erbe e roghi che non danno alcun decoro al paese, tanto che è in atto il taglio dell’erba introno all’area del castello da parte di volenterosi cittadini. L’Amministrazione, come quella del suo predecessore Carlo Eufemi, sta trattando come risolvere a livello urbanistico i sei ettari di terreno ubicati intorno alla Torre di Tor San Lorenzo che potrebbero portare al nobile casato circa un milione di metri cubi di cemento, tra alberghi, centri di benessere e strutture varie, in cambio di cosa? Di quello che è già degli ex sudditi oggi cittadini di un popolo sovrano? Senatori e deputati del Partito democratico, su proposta dei consiglieri comunali e con l’approvazione del direttivo sezionale, hanno presentato interrogazioni sia al Senato che alla Camera sulla questione degli usi civici demaniali ex proprietà Sforza Cesarini, affinché si trovi una soluzione al più presto possibile per restituire la proprietà ai legittimi assegnatari”.
Luigi Centore

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