Home » Ardea » Politica Ardea » Ardea, Di Fiori e Giordani: “Tantari mai entrato in maggioranza”

Ardea, Di Fiori e Giordani: “Tantari mai entrato in maggioranza”

Pubblicato il

In una nota diffusa dal servizio stampa del Comune, il Sindaco di Ardea Luca Di Fiori torna a parlare di quanto accaduto in aula nell’ultimo Consiglio comunale.

Il vice presidente Antonino Abate, facente funzione, abbandono l’aula al momento di votare per il rinnovo del Presidente. Il suo gesto fece mancare il quorum necessario all’elezione e questo scatenò le ire dell’ex presidente Massimiliano Giordani prima e Sindaco poi. Entrambi usarono parole assai pesanti per il vicepresidente che, con quell’atto esercitava di fatto un suo diritto – cercare con i metodi concessi dallo statuto e dalle leggi, di ostacolare la rielezione del presidente mettendo in questo modo in crisi la maggioranza.

Tutti i consiglieri di opposizione avevano già abbandonato l’aula ed il presidente di turno – Iacoangeli – si apprestava a rinviare il punto, quando inaspettatamente il consigliere Umberto Tantari – eletto nella lista Abate Sindaco – rientrò in aula, vanificando il gesto dell’intera opposizione.

“Umberto Tantari non è mai entrato in maggioranza. – ha dichiarato oggi il Sindaco Luca Di Fiori – E’ un consigliere comunale di opposizione che, con puro senso di responsabilità, ha ritenuto opportuno restare in aula per mantenere la maggioranza qualificata. Tutto qui. Non c’è un consigliere in più che mi sostiene, ma c’è un consigliere da apprezzare per il suo spirito profondo a sostegno della comunità. Come già ho detto Ardea ha bisogno di consiglieri comunali più responsabili, che sanno essere critici quando è opportuno farlo, e non che sparino a zero giusto per impressionare.

C’è bisogno di consiglieri che possano aver letto il regolamento e lo statuto almeno una volta e che siano capaci di saperlo interpretare. Tantari, questo, lo ha fatto”. – continua Di Fiori. “Da sindaco credo che siano assurde le accuse fatte dall’opposizione nei confronti di un loro consigliere che semplicemente ha espletato la funzione per la quale è stato eletto. Anzi, mi meraviglio che in un’occasione così importante la minoranza abbia abbandonato l’aula anziché ‘battagliare’ con noi.

In due occasioni, tra l’altro, il presidente lo avrebbe potuto eleggere direttamente, ma ciò non è avvenuto. Non capisco le virate di pensiero: a dicembre il capogruppo del PD ha chiesto per l’opposizione la presidenza del Consiglio comunale. Poi il partito, in controtendenza, ha chiesto le dimissioni del facente funzioni (espressione del PD), che niente ha fatto se non svolgere il suo ruolo in modo profondamente rispettoso dell’istituzione.

Il PD spieghi ai cittadini il perché di questa linea poco lineare. L’attuale segretario del Partito democratico di Ardea, Moreno Caratelli, che oggi si professa come il nuovo, tanto nuovo non è perché fu uno di quelli che votò il dissesto finanziario. Non lo dico per creare ulteriore astio ma sono allibito perché si continua sempre a parlare di un momento particolare per la città ma nessuno poi si vuole mettere a discutere in maniera costruttiva.

Tantari non è in maggioranza – ha concluso il Sindaco – ma le persone perbene si accettano sempre a braccia aperte. Il presidente del Consiglio è il presidente dell’assemblea ed è il garante della libertà d’espressione all’interno dell’organismo consiliare. Ecco perché in quest’occasione sarebbe stata importante la presenza in aula della minoranza, soprattutto del PD, che ha una larga rappresentanza proprio in Consiglio”.

Anche Massimiliano Giordani è voluto intervenire. Questa la sua dichiarazione: “La figura del presidente del Consiglio comunale è istituzionale. Il nostro regolamento chiede la maggioranza qualificata proprio per il ruolo dell’istituzionalità della carica che deve essere frutto comunque di un confronto tra tutta l’assemblea. L’unico dell’opposizione che l’ha capito è stato Umberto Tantari. Dagli altri, il deserto più totale: è vergognoso che in un momento come questo qualcuno faccia giochini di bassa politica per farsi applaudire in consiglio. Gli applausi di una claque portata ad arte valgono proprio poco”.

Impostazioni privacy