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Ardea, mancate dimissioni: le prime dichiarazioni e l’analisi della situazione

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Dimissioni ad Ardea, ora parte il balletto delle accuse, oltre che lo scaricabarile.

Partiamo però da un fatto inconfutabile: nessuno dell’opposizione ha firmato.

E nemmeno della maggioranza, ma l’opposizione che scuse vuole dare a questa situazione, dopo che da quasi quattro anni un giorno sì e l’altro pure si lamenta del governo Di Fiori? Quale occasione più ghiotta, visto che era stata proposta da tre della maggioranza?

Proviamo a capire: a parte il fatto che temano di non essere rieletti, cosa li tiene ancorati agli scranni? Gli interessi dei cittadini? Ma non erano loro che dicevano che, proprio per l’interesse dei cittadini, questa amministrazione doveva andare a casa?

Davanti al notaio Rodolfo Jannitti Promallo di Ariccia, dove si erano dati tutti appuntamento, dell’opposizione erano presenti i quattro consiglieri del Pd Mauro Giordani, Antonino Abate, Stefano Ludovici e Giancarlo Rossi, mentre per il P.S.I. Cristina Capraro. Per la maggioranza c’erano i consiglieri di F.I. Fabrizio Acquarelli e Francesco Paolo Corso e per N.C.D. Nazareno Sperandio.

Grande assente dell’opposizione Umberto Tantari, lo stesso che qualche mese fa era rimasto in aula consiliare e in questo modo mantenuto il numero legale per l’elezione dell’allora presidente del consiglio Fabrizio Acquarelli.

La giustificazione alla sua assenza, da quello che è emerso dai primi commenti, sarebbe stata quella che, per firmare, avrebbe prima voluto le formali scuse – per aver pensato male di lui all’epoca, dandogli praticamente del venduto alla maggioranza – da parte del direttivo locale del PD, ovvero di Moreno Caratelli, Enrico Cacciotti e Alessandro Mari.

Come a dire: mi tingo i capelli di blu, ma se tu mi accusi che sono blu ti rispondo che sei daltonico, però se dici che sono marroni allora forse tolgo la tinta. Una follia, insomma.

Ma, anche senza Tantari, tra i cinque dell’opposizione, i tre della maggioranza e il sopraggiunto Luca Fanco, che da sempre ha dato addosso alla maggioranza pur facendone parte, si sarebbe arrivati comunque al numero necessario per mandare il sindaco a casa.

Ma nessuno ha siglato il foglio dal notaio.

Qualcuno dice che sia stata proprio la presenza di Fanco – che ha sempre attaccato tutti – a far cambiare idea ai presenti che non si sono voluti “mischiare”.

Insomma, tutti bravi a predicare, ma ben poco a razzolare.

Sperandio, che abbiamo sentito telefonicamente, ha giustificato la mancata firma da parte dei consiglieri di maggioranza con le spaccature all’interno dell’opposizione.

“Il problema è in seno all’opposizione – ha dichiarato Sperandio – che non è unita. Qui non si tratta solo di decidere se firmare e andare a casa o se continuare con questa amministrazione. Noi non vogliano entrare nelle loro questioni, visto che già abbiamo tanti problemi anche nella maggioranza. Loro si sono rivelati incapaci di trovare una linea concorde e noi non ce la siamo sentita di firmare se non c’è un progetto alternativo”.

Chiaro, no?

Dal canto suo, Tantari si difende attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook.

“Ora tutti a sbracciarsi dietro una tastiera cercando le responsabilità del sottoscritto – ha scritto dopo i primi attacchi – A tutti loro voglio chiedere qualcuno mi ha avvisato di quanto stava accadendo, se hanno avuto la delicatezza di farmi conoscere il progetto che si stava mettendo in piedi, se è corretto che mi si chiami quindici minuti prima dell’ora dell’appuntamento, senza preavviso. Io, purtroppo, vivo di lavoro e alle 15.00, a differenza di tanti politici, ero a lavorare. Sono stato invitato tre volte ad andare al protocollo nei giorni scorsi e ci sono andato, molti lo possono testimoniare, ma dove erano gli altri? Vogliono veramente mandare a casa il Sindaco, quelli della maggioranza? Presentassero una mozione di sfiducia in consiglio e il mio voto è garantito, ma io non faccio alzare il prezzo a nessuno con la mia presenza davanti al notaio. Erano in nove, perché non hanno firmato?”.

Già, perché? Per, come allude Tantari, “alzare il prezzo”? Per paura che davvero stavolta andavano tutti a casa? Perché parlare è più facile che agire?

Di certo, dopo questo pomeriggio, la composizione del consiglio comunale rutulo, se e quando Di Fiori ritirerà le sue dimissioni, sarà diversa da quella vista finora, con Acquarelli non più presidente del consiglio e, insieme a Corso e Sperandio, confinati all’opposizione o in una “terra di mezzo”. Dall’altra parte, invece, forse qualcuno della minoranza si sposterà per stare un po’ più vicino al sindaco…

Adesso aspettiamo i vari comunicati stampa di partiti e singoli consiglieri.

A noi che siamo e vogliamo restare al di sopra delle parti, magari nel leggere le varie giustificazioni scapperà da ridere, ma per i cittadini che vivono ad Ardea forse non resterà che piangere…

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