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Ardea, mensa indigesta… non nei cibi, ma nelle trattative

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mensaSulla condanna al pagamento di 750 mila euro ad una ditta privata, la All Food, interviene il PRC di Ardea, che bacchetta l’amministrazione comunale attraverso un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente.

“Ardea continua a pagare il fallimento di classi dirigenti incapaci e costruite su equilibri incomprensibili, se ad ogni fallimento si riconfermano dirigenti inadeguati.

Il tribunale condanna il Comune a pagare oltre 750 mila euro ( più spese legali ed interessi…) per la vicenda appalto servizio mensa, una brutta storia che risale ad anni or sono (2008),ed ora un nuovo spauracchio si aggira intorno alle casse comunali.

Crediamo che l’addebito di una cifra così alta non possa passare per una superficiale dichiarazione dell’ufficio stampa del Comune, peraltro imprecisa. In occasione della vicenda non mancammo di segnalare le anomalie riscontrate nel bando di gara e nell’assegnazione. Ora il Comune soccombe, ed i danni chi li paga?

Siamo stufi di vedere le casse comunali continuamente depredate da ingiunzioni di pagamento, mentre tutto il territorio degrada senza strutture e senza servizi. Ancora non dimentichiamo gli 11 milioni di euro sottratti alle casse comunali per inadempienze Amministrative sul fronte della raccolta dei rifiuti solidi urbani, con il nuovo appalto che presenta le stesse problematiche e che sta mettendo ancora una volta in difficoltà le esigue risorse economiche del comune.

Evidentemente certe prassi operative di appalti e gare, se pur sbagliate, non vengono adeguatamente corrette, colpa di irrimediabile dilettantismo o rapporti di equilibri di maggioranza? Di fatto anche il nuovo appalto per la gestione delle mense scolastiche presenta le stesse inquietanti problematiche.

E poi, come si è stabilita la spartizione del debito tra Comune e dirigente narrata dalla stampa locale, se ancora siamo alla fase iniziale? Per ora chi ha preso la condanna dal tribunale è il Comune, e il debito graverebbe in ogni caso sulla testa dei cittadini, già privati dei loro servizi essenziali.

Il Comune tenterà una mediazione con il creditore, patteggiando una transazione per la riduzione della somma, così passa la paura e l’Ente potrebbe cavarsela con una riduzione, ma siamo certi che questa possa essere una soluzione?

Ma il fatto non resta confinato a un’unica vicenda. Da anni chiediamo trasparenza sulle metodiche di affido degli appalti, un informazione chiara e non manipolata, anche in quanto cittadini e utenti dotati di ottima memoria”.

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