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Attacco Iran Israele: quali conseguenze ci saranno per l’Italia? | La diretta

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Antonio Tajani

L’Italia prepara la strategia economica, militare e diplomatica: ecco cosa cambia dopo l’attacco dell’Iran a Israele.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni convoca leader del G7 dopo attacco dell’Iran in Israele (credits @Virgilio Notizie) – Ilcorrieredellacitta.com

L’attacco dell’Iran in Israele spaventa l’Europa. Tra i paesi che stanno seguendo la vicenda in maniera istantanea, anche l’Italia: la presenza di quartieri ebraici, soprattutto a Roma, ha spinto il Governo verso un’allerta sicurezza di massimo livello. Secondo le fonti provenienti dal Ministero degli Esteri e il Ministero dell’Interno, il nostro Paese non si sarebbe fatto trovare impreparato al recente lancio di droni e missili iraniano. 

L’Iran attacca Israele: le conseguenze per l’Italia

L’Italia temeva da mesi un allargamento del conflitto israelo-palestinese, in una situazione che aveva spinto fin da ottobre scorso un rafforzamento della sicurezza nelle città italiane. La maggiore attenzione oggi va verso quelle comunità sensibili che abitano nel nostro Paese, ovvero i cittadini di fede ebraica e che sono stati calcolati approssimatamene come 150 centri in tutta la Penisola: secondo l’intelligence, qui gli estremisti islamici potrebbero organizzare attentati per rivendicazioni religiose, storiche e culturali. 

Il piano anti-terrorismo nel nostro Paese

Se nei mesi scorsi il pericolo di attacchi terroristici in Italia era alto, con il lancio di missili dell’Iran sembra essere aumentata la possibilità di simili scene nella Penisola. Il Ministero dell’Interno, fin dall’inizio del conflitto israelo-palestine, si era preparato adeguatamente alla sorveglianza delle città italiane in una simile condizione di crisi: in tal senso, i Prefetti cittadini aggiornano il ministero continuamente sullo stati degli obiettivi sensibili in Italia. 

Giorgia Meloni e la posizione dell’Italia dopo l’attacco dell’Iran in Israele

Giorgia Meloni ha deciso di chiamare i leader del G7 in videoconferenza, in un incontro che sarebbe iniziato intorno alle 14 di questo pomeriggio. L’idea dell’Italia è quella di far ammorbidire gli animi attorno alla vicenda, ribadendo la vicinanza a Israele ma invitando anche Benjamin Netanyahu a non rispondere all’attacco subito: una linea che già dall’alba di stamattina era stata adottata da Joe Biden e Antonio Tajani, a eccezione della Germania che invece chiedeva una condanna all’attacco iraniano. 

Guido Crosetto
Il piano dell’Italia dopo l’attacco dell’Iran a Israele (credits @Il Post) – Ilcorrieredellacitta.com

Il rischio di escalation del conflitto mediorientale

La situazione è una bomba a orologeria, come ben l’ha descritto all’alba di oggi Giorgia Meloni. Se prima si ventilava l’escalation del conflitto mediorientale, oggi tale scenario è più di una sicurezza dopo l’attacco iraniano. L’Italia proverà una mossa diplomatica attraverso il ministro Tajani, con l’obiettivo di sedare gli animi e provare a gettare “acqua sul fuoco” attorno l’acutizzarsi di un conflitto che potrebbe vedere un’ampia portata.

I rischi dell’Italia dopo l’attacco dell’Iran a Israele

Nei contingenti di pace in Medio Oriente, l’Italia potrebbe pagare lo scotto della vicinanza agli Stati Uniti d’America: non solo una cospicua collaborazione con i militari statunitensi nelle zone di guerra, ma anche una vicinanza delle proprie basi ai centri operativi dei soldati americani. Tra gli epicentri più sensibili per i militari italiani in Medio Oriente, ci sarebbe soprattutto la crisi che potrebbe esplodere nel territorio del Libano. Si teme anche per il contingente in Iraq, con i soldati che verrebbero esposti sul fronte orientale di Erbil. 

I danni all’economia italiana

La situazione dell’Italia potrebbe dipendere anche da fattori extra militari. Nell’incandescente clima geopolitico, il nostro Stato potrebbe vedere dei contraccolpi anche sul piano dell’economia. Già era diventato evidente lo stato di crisi sul Mar Rosso, con il trasporto navale italiano che era stato bloccato in quella regione. Tale condizione potrebbe inglobare anche il Canale di Suez, uno delle principali vie dell’export italiano. 

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