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CONSIGLIO COMUNALE A POMEZIA, E’ CAOS COMPLETO

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Ancora un nulla di fatto, per il consiglio comunale di Pomezia, che anche oggi è stato sospeso per mancanza del numero legale. Ma, a differenza di ieri, quello che è emerso dall’ora e mezza di permanenza dei consiglieri in aula è sicuramente qualcosa di preoccupante. Motivo scatenante della discussione che ad un certo punto ha visto anche l’arrivo dei carabinieri, è sempre la collocazione di Renzo Antonini all’interno delle commissioni consiliari. Dopo la sospensione dovuta all’arresto ed il reintegro ordinato dal Prefetto, l’ex pidiellino è uscito dalla maggioranza. Questo, secondo alcuni, significa che la sua posizione va calcolata come membro dell’opposizione anche nel momento in cui si calcolano le assegnazioni all’interno delle commissioni. Secondo altri, invece, la valutazione legata alle commissioni va fatta tenendo conto del solo risultato elettorale. A “risolvere” il problema ci ha provato la capogruppo dell’UDC Maria Rotonda Russo, che ha offerto il suo posto in una delle commissioni per far entrare Antonini. Questa mossa non è piaciuta al resto dell’opposizione, che vi ha letto l’ennesima prova da parte degli esponenti del partito di Casini di essere parte integrante della maggioranza. Ma, ancor di più, non è piaciuta ai consiglieri dell’Italia dei Valori, che l’hanno interpretata ancora peggio, ovvero come il tentativo, neppure tanto mascherato, di volerli scalzare. Ne è nata una discussione interrotta solo dalla sospensione del presidente del consiglio Paolo Ruffini, che, su indicazione del sindaco Enrico De Fusco, ha invitato i capigruppo a riunirsi. Al rientro in aula l’esponente del Movimento 5 Stelle ha preso la parola. “Alla ripresa del consiglio – ha dichiarato Fucci attraverso una nota ufficiale – il mio intervento in consiglio comunale è stato orientato a denunciare ancora una volta lo stallo creato dal PD e l’incapacità di uscirne in tempi rapidi. Il Sindaco, il PD e la maggioranza stanno tenendo praticamente ingessato il consiglio comunale per “una questione di poltrone”. A questo punto, constatato il fallimento totale della coalizione che lo ha sostenuto, ho comunicato che l’unico modo per uscirne sia tornare a dare voce ai cittadini attraverso il voto. Ho riportato inoltre all’assise le parole pronunciate dal Sindaco nella riunione dei capigruppo. Parole del tipo: “Antonini non può stare in maggioranza se non ha votato il bilancio”. Parole a cui il Sindaco ha reagito andando in escandescenza, chiedendo la sospensione del consiglio comunale e minacciando una querela nei miei confronti. Poi è uscito dall’aula e si è allontanato con i carabinieri presenti alla seduta”.

Il dibattito non è più ripreso in aula per mancanza del numero legale, ma è proseguito, a gruppetti, nei corridoi. Da una parte il PD, dall’altra l’IDV, nel mezzo l’UDC e tutti gli altri, ognuno a cercare di capire se c’è ancora un futuro per questa Amministrazione.

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