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CONSIGLIO COMUNALE, LA RIPROVAZIONE DEL PDL

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“Abbiamo assistito ad uno spettacolo indegno”. Così hanno esordito Saverio Pagliuso, Raimondo Piselli e Romano Errico, parlando a nome dell’intero gruppo consiliare del PDL. “Più che ad un consiglio comunale, sembra di essere davanti ad un tribunale d’inquisizione. Ma il problema non era Antonini, bensì il PD. Dal momento che esiste una chiara indicazione del Prefetto, sarebbe bastato fare una presa d’atto, invece hanno pensato di fare addirittura una delibera che voleva protagonisti di questo “processo” anche noi dell’opposizione, che invece non vogliamo partecipare a queste sceneggiate. Il punto all’ordine del giorno era solo un aspetto tecnico, che non aveva bisogno di discussione. Il problema etico e morale non potevamo né dovevamo essere noi consiglieri a sollevarlo, perché la legge non ce lo consente”. “Se poi il PD – ha aggiunto Piselli – ha problemi interni, non è in sede di consiglio che deve risolverli”. I consiglieri del PDL hanno poi giudicato “umiliante” il trattamento riservato ad Antonini. “Non siamo noi i giudici. Ad ognuno il proprio ruolo: a noi spetta rappresentare i nostri elettori e governare la città per quello che ci compete. Saranno casomai i cittadini, al di là di quello che potrà decidere la Magistratura, a dare il loro giudizio, attraverso il prossimo voto”. “La vicenda di oggi – ha dichiarato Pagliuso – ha dimostrato ancora una volta le spaccature all’interno dell’intera maggioranza, dove c’era chi era a favore del reintegro di Antonini e chi invece gli dava addosso. Probabilmente il sindaco, con la mossa di oggi, riuscirà a riportare agli ordini i suoi consiglieri, oltre che gli assessori, ma è assurdo arrivare a questi livelli: è una vergogna nei confronti dei cittadini”. “Il rientro di Antonini – ha precisato Errico – è stato solo un pretesto, perché sull’atto ordinato dal Prefetto c’era poco da discutere. Ma il malcontento interno è esploso con questa scusa, portando a galla ben altri problemi. Forse nella sceneggiata di oggi chi ne è uscito meglio è proprio Antonini, che ha avuto l’umiltà di chiedere scusa e di raccontare tutta la sua storia giudiziaria a partire dal 2001, anno della tangentopoli pometina”. “Tutta la vicenda è stata strumentalizzata – hanno concluso – ma alla fine si è rivoltata contro la stessa maggioranza, che ha dimostrato come si spacchi ogni volta che si parla di argomenti veri e seri, e si ricompatta solo quando capisce di “rischiare il posto”, così come quando abbiamo tentato la sfiducia. Quello che interessa è restare in sella, non i problemi reali: abbiamo una città sporca, piena di debiti, che in alcuni quartieri non ha più decoro. Perché non passano il tempo a discutere di queste cose, invece di perderlo su questioni che non ne hanno motivo?”.

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