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EMERGENZA ABITATIVA, ANCHE AD ARDEA SITUAZIONE DRAMMATICA

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Dopo l’eclatante gesto dei due uomini che lo mercoledì mattina sono saliti sulla torre civica di Pomezia minacciando di farsi esplodere se non si fosse trovata una soluzione alla loro condizione di “sfrattati” dalle case Ater che avevano occupato abusivamente, anche ad Ardea cominciano le preoccupazioni sull’emergenza abitativa. Ad esternarle lo “Sportello Unione Inquilini” del circolo di Rifondazione Comunista di Ardea. “Sono passati dei mesi – dichiarano dal direttivo – da quando il PRC di Ardea, con il sindacato Unione Inquilini di Roma, ha inoltrato al protocollo una richiesta di incontro con il sindaco Eufemi in merito a chiarimenti sulla questione delle politiche abitative messe in atto per quanto di competenza dal Comune di Ardea, per capire come i blocchi delle case popolari vengono gestite e seguite”. Ma questo incontro non c’è mai stato, e la preoccupazione è quella che ci possa essere qualche emulo dei due pometini. “Cittadini in occupazione delle case popolari senza contratto, e anni di promesse di sistemazione legale, sono stati buttati fuori, e per protesta hanno minacciato di far si esplodere. Il sindaco De
Fusco, accorso da Roma, li ha tranquillizzati e sistemati provvisoriamente presso residence con conseguenti costi altissimi. Crediamo che questa situazione vada affrontata anche ad Ardea, dove la condizione degli occupanti delle case popolari è più o meno la stessa, senza contratto e in attesa da anni di normalizzazione da parte dell’ente, ma il Comune, che ha facoltà di stilare graduatorie per le assegnazioni, può e deve fare la sua parte. Prevenire è meglio che curare, anzi, è meglio che dover pagare alloggi a spese di tutti!”. E, per evitare che questo accada, Rifondazione rinnova l’invito di un incontro al sindaco Carlo Eufemi, per illustrare ai cittadini “cosa fa per arginare una potenziale  alluvione di emergenza
sociale”.

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