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Il Governo Meloni contro gli eco-vandali: ‘Chi imbratta paga’, multe fino a 60.000 euro

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Il Governo Meloni contro gli ”eco-vandali”. Il Governo Meloni contro i rave party. Il Governo Meloni contro gli anglicismi. Era all’opposizione durante i mesi più duri della pandemia. Quasi verrebbe da pensare che il suo culto sia proprio quello dell’antitesi, in barba a tutto il principio di realtà. Dietro l’angolo c’è un disegno di legge per ogni cosa che possa momentaneamente distrarre e catalizzare l’opinione pubblica. Intanto, la catastrofe ambientale, però, se ne infischia dei decreti legge, e incalza. Le azioni degli attivisti per l’ambiente hanno suscitato molte opinioni avverse, e sembra un altro bel momento per fare della propaganda e magari rafforzare il proprio elettorato. 

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Il nuovo ddl del Governo Meloni contro gli eco-vandali

Dunque, ecco pronto un altro disegno di legge contro quelli che vengono definiti eco-vandali. E così, ecco che il governo Meloni è pronto a portare in Consiglio dei ministri una proposta che introduce disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Il messaggio è molto chiaro: il governo vuole punire coloro che, con vernice lavabile, ci ricordano di tanto in tanto che la catastrofe ambientale è dietro l’angolo, pungolando la nostra coscienza assonnata. Per il momento, almeno, nel testo non pare esserci riferimento al carcere, come avveniva invece per una proposta di legge di Fratelli d’Italia. Ad ogni modo, il nuovo ddl verrà discusso proprio oggi in Consiglio dei Ministri, e pare preveda sanzioni fino a 60mila euro per chi distrugge i beni culturali e fino a 40mila per chi li imbratta. Come nel caso delle sanzioni linguistiche che si vagheggiava qualche giorno fa, si tratta di cifre abnormi. 

Sanzioni per chi imbratta i beni culturali: cosa dice il ddl

Facendo riferimento alla bozza del nuovo ddl che verrà discusso nelle prossime ore, la misura prevede delle sanzioni che possono andare da 20mila a 60mila euro, per coloro i quali distruggono disperdono, deteriorano o rendono non fruibili i beni culturali o paesaggistici. Per coloro che, invece, li deturpano o imbrattano, si prevede una multa che può andare da 10mila a 40mila euro. Le somme incassate dalle sanzioni, poi, verranno incassate dal ministero della Cultura e utilizzati per il ripristino dei beni. Sarà possibile pagare la multa in misura ridotta pagandola entro 30 giorni dalla notifica del verbale. Infine, la misura ridotta della multa non verrà consentita se il destinatario della sanzione ne ha già fatto ricorso nei cinque anni precedenti.

Le proteste dall’opposizione

Ovviamente, tale annuncio non poteva se non scatenare le proteste dell’opposizione. Simona Malpezzi, senatrice del Pd, parla di decisione grottesca, e ha ricordato che “a inizio 2022 è entrato in vigore il ddl Franceschini-Orlando che ha introdotto nuove fattispecie di reato contro il patrimonio culturale e che, in particolare, punisce la distruzione, la dispersione, il deterioramento, il deturpamento, l’imbrattamento e l’uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, si pone sulla stessa linea, facendo notare come esista già un articolo del codice penale che punisce il danneggiamento di beni culturali: “È solo un modo di utilizzare il Consiglio dei ministri per fare propaganda e non risolvere le vere questioni del Paese, dopo di che la domanda sorge spontanea: ma per chi inquina e attenta alla vita delle persone che cosa prevediamo, tre o quattro ergastoli? Ce lo facciano sapere”.

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