nonostante vincitori di un concorso per una posizione a tempo pieno e indeterminato, costoro sono stati assunti in data 1° luglio 2012 a tempo determinato con scadenza al 30 giugno 2015 e con formula part time a 30 ore settimanali”, per poi prendere atto che “la spesa relativa al costo del personale è andata nel corso degli anni diminuendo, passando da 20.277.977,97 euro nel 2009 a 19.606.146,45 euro nel 2010 a 16.597.024,62 euro nel 2011 fino ad una spesa previsionale di 16.564.107,79 euro nel 2012; la spesa relativa al costo dei dipendenti, qualora questi fossero assunti a tempo indeterminato, non influirebbe in misura maggiore all’attuale situazione sulle casse comunali; i primi contratti a tempo determinato risalgono ad una precedente procedura concorsuale per posizioni a tempo determinato della durata di 8 mesi, a partire da maggio 2008, poi prorogati per altri 28 mesi, e ancora prorogati per 6 mesi per un totale di 42 mesi”. I due parlamentari fanno notare che a novembre 2011 i contratti in scadenza non vengono più prorogati e che “nel lasso di tempo (circa 8 mesi) trascorso dalla scadenza dei contratti a tempo determinato e l’avvio dei nuovi contratti seguiti all’espletamento delle procedure concorsuali, gli uffici dell’ente sono in sofferenza per carenza di personale e quindi di servizi”. “Attualmente – scrivono De Pretis e Cervellini – alcuni uffici presentano disagi legati all’orario di lavoro ridotto dei lavoratori a tempo determinato (per esempio con l’impossibilità di mantenere sportelli aperti al pubblico nell’orario pomeridiano); risulta evidente il bisogno di personale comunale da impiegare a tempo pieno ed indeterminato presso gli uffici per garantire i servizi alla cittadinanza nonché l’apertura al pubblico”. I due parlamentari precisano poi che “il decreto del Ministero dell’interno del 16 marzo 2011 “Rapporti medi dipendenti-popolazione validi per gli enti in condizioni di dissesto, per il triennio 2011-2013” stabilisce un rapporto di un dipendente ogni 122 abitanti per Comuni fino a 60.000 abitanti; il Comune di Pomezia, pur deficitario, non è attualmente in dissesto e presenta comunque un organico molto al di sotto del limite previsto dal decreto ministeriale, compresi i lavoratori a tempo determinato”, e concludono chiedendo “di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno intervenire con urgenza, con azioni di propria competenza, mettendo in grado il Comune di Pomezia di dare una risposta adeguata ai 128 lavoratori a tempo determinato, per la maggior parte giovani donne e giovani uomini, che si vedono negare un diritto acquisito con il superamento di un concorso pubblico, subendo per forza di cose le discriminazioni legate alla differenza di trattamento economico e in termini di diritti contrattuali rispetto ai colleghi di ruolo”.
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LAVORATORI PRECARI AL COMUNE DI POMEZIA, L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
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