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MARICETTA TIRRITO: LA MIA VERITA’

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Proteste,  “post” sugli articoli on line accusatori o ironici, battute al vetriolo: questo è ciò che si è scatenato all’ufficializzazione della candidatura a Sindaco per la lista “Città Nostre” di Maricetta Tirrito. Un polverone enorme, che la stessa signora Turrito oggi ha voluto mettere a tacere in maniera definitiva convocando una conferenza stampa, nel corso della quale ha mostrato a tutti i presenti la sentenza di “Non Luogo a Procedere” in riferimento alle accuse di aver “con denuncia presentata ai Carabinieri di Misilmeri, accusato falsamente e pur sapendolo innocente C. S., dichiarando di averle procurato lesioni personali” (art. 368 c.p.), per aver incolpato C.S. “di appartenere all’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata Cosa Nostra, nonché di averle ceduto sei detonatori ad impulso elettrico, simulando così a carico di C- le tracce di un reato pur sapendolo innocente” (art. 368 c.p.) e per “aver detenuto materie esplodenti e in particolare sei detonatori per artifici pirotecnici senza licenza d’autorità” (art. 678 c.p.).\n\nI fatti a cui si riferisce la sentenza emessa il 28/02/2002 sono risalenti al 1997 e 1998 e sono quelli riportati dai “famigerati” articoli di alcuni quotidiani a diffusione nazionale i cui link erano stati postati proprio in occasione dell’ufficializzazione della nomina di Maricetta Tirrito.  Negli atti viene riportato che nel giugno 1998 la Tirrito denunciava di essere stata picchiata da una persona di cui non rivelava il nome, che le aveva detto “o le cose le fai bene, o lasci stare”.  Il racconto fatto da Maricetta Tirrito – che descrive l’aggressione – è trascritto nella parte preliminare della sentenza, nella quale si trova anche un episodio successivo, risalente al 22 ottobre del 1998, quando a Misilmeri Maricetta Tirrito viene trovata sanguinante in strada, con una tumefazione alla fronte, a causa della quale veniva ricoverata in prognosi riservata al Policlinico di Palermo per “politrauma cranio facciale addome ed arti”. Le aggressioni erano degli “avvisi” per impedire a Maricetta Tirrito di collaborare con i carabinieri di Misilmeri, ai quali la donna passava informazioni inerenti alcuni personaggi legati alla mafia in quanto “volontaria presso il Comitato Antimafia Paolo Borsellino”.\n\nSenza entrare nei particolari dell’intera vicenda per ragioni di spazio, riportiamo la sentenza 201/02, emessa dal Giudice Vincenzina Massa. “Letto l’art. 425 c.p.p. dichiara non luogo a procedere nei confronti di Tirrito Maricetta in ordine ai reati ascrittile, perché il fatto non sussiste in ordine ai delitti di calunnia e perché il fatto non costituisce reato in ordine al reato di cui all’art. 678 c.p.\n\n“Gli attacchi che si stanno perpetrando sulla candidata a Sindaco Maricetta Tirrito sono stati inutili – hanno affermato oggi in conferenza stampa i responsabili della lista “Città Nuove” – la candidata ha infatti incontrato i giornalisti per ribattere ad alcune affermazioni apparse su “Il Corriere della Sera”, cronaca di Roma, a firma del giornalista Menicucci. Il giornalista riporta dichiarazioni mai rese dalla sig.ra Tirrito, che ha affermato di aver già avviato azioni legali insieme ad un pool di avvocati che seguono la sua candidatura”.  “Pur rispettando gli omissis – dice la sig.ra Tirrito – ho voluto diffondere copia della sentenza affinché il lavoro da me svolto a Palermo in quegli anni fosse chiaro a tutti e non continuasse ad alimentare pettegolezzi”. Una sentenza che arriva, ha spiegato la Tirrito, dopo il giudizio di primo grado per una prima simulazione alla quale la Tirrito non ha fatto appello. “In un momento della mia vita ho dovuto scegliere tra un brutto processo ed un bel funerale. Non chiederò mai scusa a nessuno per aver scelto di vivere. Ed è proprio questo il motivo per il quale oggi sono la persona che vedete. Città Nuove rappresenta il cambiamento per Pomezia e queste azioni ci fanno comprendere la misura di quanto siamo importanti. Quanto le nostre idee, i nostri giovani, i nostri amici, i nostri sostenitori cominciano a spaventare la vecchia classe politica. Tantissimi si stanno appassionando al nostro progetto “Pomezia 2016”. Continuare ad attaccare una persona che comunque non ha mai ucciso, non ha mai rubato, non ha mai corrotto e né si è mai fatta corrompere è in realtà il tentativo di bloccare il cambiamento di Pomezia. In ultimo io e le persone che mi circondano vogliamo ribadire con forza che il nostro impegno è all’insegna del patto etico e del rispetto delle regole. Ognuno di noi con la propria storia ne è testimone. Ed è per questo che ci limitiamo a parlare di idee e di progetti e non spenderemo neanche un minuto a parlare degli altri candidati e delle loro storie”.

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