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“Operazione trasparenza” della consigliera Capraro: sotto la lente le tariffe dell’acqua ad Ardea

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La consigliera comunale di Ardea Cristina Capraro mantiene la promessa fatta ai cittadini e oggi prosegue con la sua “operazione trasparenza”, inaugurata circa due settimane fa. “Oggi – esordisce la consigliera del PSI – vi parlo della Società Idrica Spa che gestisce la distribuzione del servizio idrico sul territorio di Ardea”. “Come molti sapranno – prosegue la Capraro – negli ultimi due anni le nostre bollette dell’acqua sono notevolmente aumentate: abbiamo infatti pagato un aumento del 9% nel 2014 e un ulteriore 9% lo stiamo pagando nell’anno in corso. Da un’attenta analisi delle carte a nostra disposizione, tali incrementi non sembravano affatto giustificati, per cui la sottoscritta, insieme al resto della minoranza, ha presentato una mozione in consiglio comunale per incaricare gli uffici del Comune a far chiarezza su tutta questa brutta vicenda che gravava e continuerà a gravare sulle tasche dei cittadini. La bella notizia è che per la prima volta forse, maggioranza e opposizione si trovarono d’accordo: mozione sottoscritta anche dal centro destra e approvata da tutti e undici i Consiglieri presenti in quella seduta. La brutta notizia è che la mozione è rimasta lettera morta”.
“In sostanza – spiega la Capraro – secondo il documento approvato, gli uffici avrebbero dovuto dar seguito a quanto previsto dalla Delibera n. 75 del 16/10/2014, certificando formalmente la situazione dei bilanci di Idrica, a partire dal 2010 e, nel caso fossero stati accertati aumenti non giustificati, avrebbero dovuto presentare ricorso nei confronti dell’AEEGSI, l’Autority per l’Energia Elettrica, Gas e Servizio Idrico. Ad oggi, dopo tre mesi circa da quella seduta, nulla è accaduto. Quello che ci chiediamo è: chi deve vigilare sull’operato degli uffici comunali? Non è forse il Sindaco il Primo responsabile dei suoi dipendenti? E i dirigenti strapagati da tutti noi che fanno?”.
“E’ stata presentata oggi dal gruppo PSI una nuova interrogazione indirizzata al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente e al Presidente del Consiglio – conclude la consigliera – Si fa presente che non dare seguito alla Delibera del Consiglio, datata ormai oltre cinque mesi fa, rappresenta un reato di omissione di atti d’ufficio. Speriamo che Sindaco o assessore ci diano spiegazioni valide in merito a tutta questa storia e che non ci costringano a ricorrere ad una nuova denuncia alle autorità preposte”.

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