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PRESUNTI BROGLI ELETTORALI AD ARDEA, IL CONSIGLIO DI STATO SOLLECITA LA PROCURA

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elezioni-comunali-2012-candidati-sindaciGiunge in queste ore la notizia che il Consiglio di Stato, in merito ai presunti brogli elettorali, ha ordinato per la seconda volta alla Procura della Repubblica di Velletri l’invio della documentazione oggetto dell’indagine. Ad esternare il suo pensiero sulla vicenda l’ex capo cartello Antonino Abate. “Una brutta parentesi per Ardea: probabilmente il fatto che io non abbia mollato la presa neanche per un istante sta dando piccoli ma sostanziali risultati”. Non crede di dare l’impressione di un accanimento? “Potrebbe sembrare un accanimento da parte mia, ma cosi non è, la rabbia che si prova a dover convivere ogni giorno con persone e/o dipendenti delle istituzioni che secondo me non hanno rispettato le leggi, infischiandosene del giuramento fatto alla Costituzione al momento dell’impiego ha scatenato in me la voglia di verità. Non si può cambiare la decisione popolare soltanto perche qualcuno si trova al momento e al posto giusto imbrogliando”. Ritiene che comunque la situazione politico amministrativa vada bene per il paese? “Il mio progetto per Ardea era totalmente diverso da quello che stiamo vivendo, in due anni tutto è peggiorato e paralizzato: abbiamo una città ridotta al terrore per fatti criminosi perpetuati in continuazione nel territorio. Ho grande rispetto per la giustizia, ma in questo caso la mia fiducia è molto tiepida, visti i fatti: il Tribunale di Velletri non risponde al Consiglio di Stato, la Procura non si cura delle testimonianze fatte da alcuni attori principali come quella del consigliere Luca Fanco, che ammette di aver scavalcato una finestra fuori orario con la documentazione elettorale. Testimonianza, questa, che farebbe decadere Fanco dal ruolo di consigliere comunale. A sostegno della testimonianza di Fanco vi è quella del presentatore della lista Eufemi per la legalità Alessio Addezi e del presentatore della lista Grande Sud Mauro Porcelli, tutti nella coalizione avversa la mia. Mi preme ricordare che alla Polverini esclusero la lista PDL per solo tre minuti di ritardo, ad Ardea non sono bastati 40 minuti: Ardea è più potente della regione Lazio?”. Nel complesso ritiene regolare lo svolgimento delle votazioni? “Ci sono 3089 schede che a tutt’oggi non è dato sapere che fine abbiano fatto, ma la cosa che più mi inquieta è il fatto che in diversi seggi, stranamente, appaiono più schede di quelle avute a disposizione. È stato permesso di tutto in queste elezioni, sapevano di perdere ed hanno osato il tutto per tutto, un candidato presente in due liste, documentazione dubbia cosi come la raccolta delle firme a sostegno dei candidati, molto ma molto casareccia, ostentando un potere che era concesso solo ai pochi, la cancellazione di due candidati pochi minuti prima della presentazione, atto questo che impone la nuova raccolta di firme a sostegno della  lista modificata, la riapertura di alcuni seggi nottetempo senza chiamare gli aventi titolo. Non mollo, lo faccio per il rispetto dei cittadini che hanno creduto in me e sono stati truffati da chi a tutti i costi è voluto rimanere in sella”. Ritiene ci sia stato acquisto di voti? “Assordante è stato il chiacchiericcio della compravendita dei voti, la mia semplice domanda agli investigatori è stata: perché? E da chi vengono i soldi? Ho ancora chiaro lo strano quanto inspiegabile schieramento di  dipendenti e persone nell’atrio del plesso Campo di Carne come una sorta di dogana del voto, è chiaro a tutti i cittadini che di broglio si è trattato. Come digerire il fatto che gran parte delle sezioni non hanno riconsegnato le schede non votate? E che fine hanno fatto? Chi doveva vigilare cosa faceva?”. Concludendo, come pensa che finirà? “Non so come andrà a finire, ma se si giunge ad un accoglimento del ricorso possono stare tranquilli gli attori della vicenda che mi costituirò parte civile coinvolgendo i candidati e la città, ricercando una punizione esemplare a risarcimento di quanto è stato fatto al territorio da venti anni ad oggi”.

Luigi Centore

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