Il Comune di Roma ha messo chiare indicazioni sul proprio sito istituzionale, che indica luoghi ed orari in cui poter aderire. Anche Ardea lo ha fatto, all’indirizzo http://www.comune.ardea.rm.it/bandi_dettagli.php?ID=00599&categoria=SEGRETERIA GENERALE&op=. Ma nel sito del Comune di Pomezia, al contrario, non ce n’è traccia. Stiamo parlando della possibilità di depositare la propria firma a contributo della raccolta a favore della proposta di Referendum popolare per “abrogazione parziale della legge 31 Ottobre 1965, n. 1261 art. 2 per le indennità parlamentari”. Il referendum propone l’eliminazione della diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Il referendum, quindi, porterebbe ad un’abrogazione solo parziale delle indennità parlamentari, pari a circa 3500 euro mensili: si è scelto infatti di non proporre l’abrogazione totale per non incappare nell’incostituzionalità, dal momento che l’ art.96 della costituzione recita: “i membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge”.
In tema di informazione, va peggio ancora per la raccolta finalizzata all’abrogazione delle norme che prevedono l’istituto del vitalizio per i consiglieri e gli assessori della Regione Lazio (L.R. 2.05.1995, n. 19), notizia messa in evidenza nei siti di diversi Comuni del Lazio, ma che non compare in quelli nostrani. Eppure i cittadini possono aderire all’iniziativa anche a Pomezia ed Ardea: in entrambi i Comuni i cittadini possono andare a depositare la propria firma nella segreteria generale. Nonostante la poca pubblicizzazione dell’opportunità offerta ai cittadini, finora l’adesione è stata piuttosto alta, con quotidiane file di persone soprattutto a Pomezia. Ricordiamo che per l’abolizione dei vitalizi parlamentari è possibile firmare fino al 30 luglio, mentre per quelli regionali la scadenza è fissata a settembre.