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VA IN SCENA IL CONSIGLIO COMUNALE

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TRA TRAGEDIA E COMMEDIA, SI PROSEGUE LA FARSA DELLA POLITICA\n\nPensavamo che ormai si fosse toccato il fondo, invece ci siamo dovuti ricredere. Il consiglio comunale (non mettiamo neanche più le iniziali in maiuscolo, perché sarebbe troppo onore) che si è svolto oggi è stato peggio di una riunione di condominio, dove, quando non si sa più che dire e, soprattutto, non si hanno ragioni da esporre, si urla. Si cerca di sovrastare gli altri verbalmente, vola anche qualche parolaccia, ma quello è il minimo. Se vogliamo attenerci a quanto ha prodotto l’assise odierna, convocata su richiesta di 12 consiglieri dell’opposizione che volevano sfiduciare il Sindaco, possiamo dire che ad uscire vincente da questa bagarre è l’UDC. Entrato in aula alle 11.00 con un unico consigliere, Maria Russo, ne è uscito con 3, visto che si sono aggiunti Nicolò Barone e Gianni Mugnaini (genero di Gaetano Penna, che solo pochi giorni fa ha dato le dimissioni da Assessore per ricoprire “unicamente” il ruolo di commissario dell’UDC pometino). Altro fatto incontrovertibile è la richiesta, da parte dei due consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà Maurizio Battistelli e Mario Borgo Caratti, rivolta a De Fusco: non ritirare le dimissioni, questa maggioranza non ha più le condizioni per esistere. Siamo disposti ad un discorso che vada verso la costituzione di un centrosinistra diverso, che porti alle elezioni in condizioni migliori di quelle attuali. In pratica, l’esatto contrario di quello che avevano dichiarato in un documento congiunto tutti gli altri partiti del centrosinistra solo 24 ore prima attraverso un comunicato stampa congiunto. Ulteriore notizia inconfutabile è l’assenza, nella ripresa pomeridiana della seduta, di gran parte dei firmatari della mozione di sfiducia. Nonostante in giro per il palazzo ce ne fossero molti di più, alla fine in aula erano presenti solo 2 dei 12 che hanno sottoscritto il documento.\n\nVolendo cercare di dare una logica, si può dedurre che stamattina c’erano tutti, anche per vedere cosa sarebbe successo. Tra un annuncio ed un altro il tempo è passato veloce e si è arrivati quasi alle 14:00, ora in cui il consiglio andava sciolto o, in alternativa, in cui si doveva votare per la prosecuzione dei lavori nel pomeriggio. E qui i numerosi spettatori hanno potuto godere di uno spettacolino degno della migliore commedia napoletana, con consiglieri che, tra uno strillo ed un altro, si “rubavano” il microfono, si insultavano a vicenda (è volato anche un “cornuto”) fino a che il presidente pro tempore Attilio Bello ha deciso, senza ricorrere alla votazione, che l’assise sarebbe ripresa alle ore 16:00. Ma a quell’ora, a prescindere dalla validità legale di una ripresa con queste modalità, molti dei componenti della minoranza non si sono nemmeno presentati, perché non era utile arrivare alla votazione, che non avrebbe comunque fatto ottenere lo scopo prefissato, vista la mancanza del numero necessario (16) per sfiduciare il Primo Cittadino. Di questo ha cercato di approfittare la maggioranza, che poteva a questo punto ribaltare la sfiducia in un voto di fiducia. Volendo evitare tale “autogol”, l’opposizione ha chiesto la verifica del numero legale. Calcolando che il Sindaco – ovviamente – non c’era, per avere il numero legale qualcuno doveva sbilanciarsi… Lo ha fatto Maria Russo che, insieme ai suoi novelli colleghi di partito, è rientrata in aula ed ha permesso il proseguimento della discussione, tra le urla e le occhiate truci dei consiglieri di minoranza. Non riportiamo quello che è stato detto perché, non avendolo registrato, rischieremmo una denuncia, ma lasciamo al lettore ogni libera interpretazione. Ma tutto il fermento visto finora si è vanificato quando Anzellotti ha dovuto lasciare l’aula per motivi personali, facendo decadere il numero legale. Tutti a casa a riflettere? No, tutti in piazza a spettegolare, lanciare anatemi al nemico e cercare vecchie e nuove alleanze. Prima che andasse via, abbiamo chiesto a Maria Russo come mai fosse rientrata in aula, consentendo il raggiungimento del numero legale che, se non fosse stato per Anzellotti, avrebbe portato ad un voto di fiducia nei confronti di De Fusco. Si tratta di un chiaro segno che indica la strada che l’UDC locale sta intraprendendo? “Assolutamente no. Io non ho firmato il documento di sfiducia – ha dichiarato la Russo – ma ho subito detto che ero pronta a discuterne in aula e questo volevo fare. Sono stata molto più coerente io dei firmatari, che sono invece usciti dall’aula fuggendo al confronto. Quando sono rientrata e la seduta è stata ritenuta valida, solo in 2 hanno ripreso il loro posto nei banchi, gli altri hanno preferito rimanere fuori. Con il mio gesto non ho voluto dare nessun segnale, sono e resto all’opposizione”. Dobbiamo riconoscere che l’unica donna presente in consiglio ha imparato bene questo lavoro: fare una cosa e dirne un’altra. Se non è politichese questo…

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