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Pomezia, allarme scuola sporca: i N.A.S. alla Margherita Hack

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Dopo le polemiche scoppiate nel mese di ottobre in merito alle condizioni igienico sanitarie in alcuni istituti scolastici del territorio di Pomezia si è svolto oggi un sopralluogo del Nucleo Anti Sofisticazioni (NAS) dell’arma dei Carabinieri presso la scuola primaria Margherita Hack

Era stato il Sindaco di Pomezia, lo ricordiamo, a parlare di “emergenza sanitaria” per gli istituti scolastici statali San Giovanni Bosco e, per l’appunto, Margherita Hack, inviando una segnalazione al MIUR, ai Dirigenti scolastici e alla Asl.

Oggi, dunque, è arrivato un controllo delle autorità competenti (anche se al momento non sappiamo se vi sia un legame diretto con quanto richiesto dal Sindaco)  che ha riguardato tutti i locali della scuola: dalle aule, alla mensa scolastica, passando per i bagni – tema questo che aveva infuocato gli animi a Pomezia – fino ad arrivare alla palestra scolastica. Gli esiti del sopralluogo non sono stati ancora resi noti ma sicuramente la notizia non può che ritenersi, nel frattempo, positiva  per far chiarezza sulla questione.

SCUOLE SPORCHE A POMEZIA: IL CASO

In città, nell’ultimo mese, è scoppiato un pandemonio sul tema della pulizia degli istituti scolastici pubblici di Pomezia: ad innescare la miccia le tantissime segnalazioni dei genitori, esasperati dal vedere i propri figli studiare in mezzo alla sporcizia. Dai bagni (questo il fronte più “caldo” dello scontro, ndr) alle aule passando per le palestre scolastiche. Nel calderone è finito di tutto e il Comune di Pomezia, attraverso un durissimo comunicato del Sindaco Fucci, non ha esitato, come visto, a parlare di stato di emergenza per due scuole, la San Giovanni Bosco e la Margherita Hack.

Genitori sul piede di guerra
Mamme e papà sono insorti inviando alla nostra redazione una montagna di segnalazioni. “Mia figlia non va in bagno perché è troppo sporco”, ci racconta una mamma. “Non ne possiamo più: è sempre tutto sporco, i nostri figli non possono stare in queste condizioni”, aggiungono altri genitori. E ancora: “Al bagno mia figlia non va mai. Io le compro salviette umidificate per pulire il suo banco”; “’Sta vergogna dura da anni non cambia mai niente”; “Sono anni che succedono queste cose”, e così via. Quindi la testimonianza di una mamma il cui figlio non ha potuto prendere parte alle lezioni in quanto soggetto allergico, vicenda questa accaduta in un altro istituto del territorio. Insomma: il quadro dipinto dai genitori non è stato certo dei più idilliaci. A complicare la situazione anche il caso “topi” scoppiato all’Istituto Copernico – vicenda a sé ovviamente – che ha portato i ragazzi a scendere in piazza a fine dello scorso mese.

Lo stato di emergenza per le scuole di Pomezia

A rincarare la dose ci aveva pensato il Comune di Pomezia. Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci ha inviato una nota al Direttore del Ministero dell’Istruzione, alla Asl Roma 6 e ai Dirigenti scolastici degli istituti comprensivi via della Tecnica e Orazio per la situazione di emergenza che si è venuta a creare nelle scuole primarie San Giovanni Bosco e Margherita Hack. A seguito delle numerose segnalazioni pervenute dai genitori dei bambini frequentanti le scuole in oggetto– si legge nella nota – relativamente alle precarie condizioni igieniche in cui versano i predetti istituti, si chiede alle Autorità in indirizzo, ciascuna per quanto di competenza, di effettuare un immediato sopralluogo al fine di stabilire le criticità lamentate e porre in essere tutti gli adempimenti atti a ripristinare le normali condizioni igieniche. La tempestività di un immediato sopralluogo risulta peraltro necessaria al fine di poter predisporre tutte le azioni necessarie alla tutela della salute pubblica”. “Il Ministero deve intervenire – dichiara il Primo Cittadino – E’ inaccettabile che gli studenti trascorrano le loro giornate in situazioni di scarsa igiene e pulizia. Mettere in sicurezza le scuole è da sempre una nostra priorità, ma sulla gestione della pulizia delle scuole statali non possiamo intervenire direttamente. Proprio per questo ho sollecitato un sopralluogo immediato presso i due istituti e l’attivazione di tutte le procedure necessarie a risolvere questa situazione”.

Il dramma delle addette alle pulizie che però precisano: “I bagni sono sempre garantiti”

In queste situazioni si sa, non c’è mai un unico responsabile. Parte della situazione è stata causata dallo stato di agitazione del personale addetto alle pulizie. La protesta, andata avanti per circa due settimane, è montata intorno ad alcuni nodi cruciali: ritardi nei pagamenti degli stipendi (peraltro arrivati anche decurtati l’ultimo mese), organico insufficiente, nonché lo spettro delle procedure di licenziamento dal prossimo dicembre, hanno fatto sapere le lavoratrici. Poi l’annuncio il 25 ottobre: “A seguito di un confronto con l’azienda lo stato di agitazione è momentaneamente sospeso”.

Le lavoratrici hanno ottenuto nel corso di ottobre infatti il reintegro della parte trattenuta ad ottobre nella prossima busta paga: l’azienda terrà però la parte relativa alla banca ore che sarà comunque inferiore a quanto stabilito dai parametri Consip perché, cosa più importante, le dipendenti hanno ottenuto il ripristino dell’orario “intero”, almeno per il momento, dedicato alla pulizia delle scuole. In altre parole potranno dedicare un numero di ore maggiore alle attività di pulizia che serviranno per ripristinare le normali condizioni igienico-sanitarie nelle scuole e ciò dovrebbe consentire di superare lo stato di emergenza che si è venuto a creare. Questo per i prossimi due mesi. “Siamo vittime anche noi di questa vicenda“, hanno concluso le lavoratrici che comunque assicurano che i servizi minimi, come la pulizia dei bagni, sono sempre stati garantiti nel corso di queste due settimane. “Abbiamo un futuro incerto e pochissime garanzie. Siamo costrette a fare dei turni di lavoro estenuanti, con stipendi bassi e che arrivano per di più in ritardo. Non possiamo essere noi il capro espiatorio della vicenda”.

 

 

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