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Pomezia, ampliamento ‘a rilento’ del cimitero, si prosegue con i “loculi provvisori”. Ma è polemica sulle modalità di acquisto

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Sembra ancora essere lontana la soluzione definitiva per il cimitero urbano di Pomezia. Mentre l’ampliamento risulta ancora in sostanza fermo e bloccato, negli ultimi tre anni si sta affrontando l’emergenza con la realizzazione di loculi provvisori che sono stati posizionati in vari punti della struttura.

Anche tale soluzione però, contemporaneamente all’esaurimento progressivo degli ultimi posti “ordinari” nella struttura, sembrerebbe avere i mesi “contati” ma il Comune, per contro, sostiene di aver individuato già delle nuove aree destinate allo scopo prevenendo in anticipo (e scongiurando) un insostenibile blocco delle sepolture.

Da Il Corriere della Città – MARZO 2021

Ampliamento del cimitero bloccato

In realtà la storia dell’ampliamento del cimitero si perde indietro negli anni basti pensare che, tra le cause che ne hanno impedito finora la realizzazione, vi è un contenzioso che va avanti dal 1991 insorto tra il Comune di Pomezia e la precedente proprietà dell’area, espropriata sin da quell’anno ma che tuttora la occupa, pur essendo stata soccombente in diversi ricorsi giudiziari instaurati.

I lavori, in effetti, sarebbero dovuti partire negli anni scorsi ma ad oggi, come confermato da una Determina dirigenziale dello scorso novembre, sono fermi. Sul posto l’area in oggetto è transennata e all’interno è possibile notare soltanto qualche blocco di cemento. Non solo.

Nel documento poc’anzi citato le previsioni dell’Ente sono tutt’altro che rosee: “le vicende che hanno condotto all’attuale impossibilità di proseguire l’ampliamento del cimitero urbano –si legge –sono, con tutta evidenza, impreviste ed imprevedibili ”da qui la necessità di “provvedere a garantire la piena operatività del pubblico servizio cimiteriale al fine di consentire una dignitosa sepoltura alle salme dei cittadini defunti e prevenire inconvenienti igienico sanitari che potrebbero scaturire dal fermo dei lavori ed alla indisponibilità di nuove sepolture”.

I loculi provvisori

E così, da circa tre anni, nel cimitero sono “apparse” file di loculi provvisori. Ce ne sono all’entrata della cosiddetta parte nuova ma anche in quella storica, con pareti realizzate proprio a ridosso dei terreni dove dovrebbe essere realizzato l’ampliamento del cimitero. Al momento, da quanto apprendiamo, sarà ancora questa la soluzione prioritaria per il prossimo futuro per garantire il regolare funzionamento del cimitero.

Il problema dei pagamenti

Ma alla vicenda dell’ampliamento se ne collega un’altra, che potremmo definire come una sorta di effetto collaterale. Sì perché diversi cittadini ci hanno contattato per segnalare una pratica a loro dire ingiusta per quanto riguarda l’acquisto di questi loculi provvisori: oltre infatti alle spese standard del funerale, tra carte bollate e costi delle pompe funebri, ci sarebbe da pagare un prezzo di 516,00 euro per un provvisorio al quale sommare subito il 30% di anticipo su quello definitivo (in base al “posto” scelto su carta).

I 500 euro verranno poi stornati, così pare, al momento del saldo. Ma la domanda che molti si fanno, e che noi abbiamo girato anche al Comune, è questa: è giusto pagare in anticipo per qualcosa di cui non si ha certezza sui tempi? Non solo. Questa prassi ha portato a delle conseguenze: alcune famiglie infatti, stante l’incertezza della situazione, hanno deciso di apporre ugualmente la lapide definitiva sul loculo provvisorio; lapide che, con tutta probabilità, dovranno poi ricomprare al momento dello spostamento (e anche qui: a carico di chi saranno i costi?) nella collocazione definitiva.

Posto che si tratta di scelte personali, è indubbio che tale situazione sia quantomeno “anomala”. Altri, ancora, hanno rinunciato del tutto ai loculi acquistando un posto a terra nella parte ordinaria malgrado i costi più elevati mentre c’è chi ha preferito optare per la cremazione. Insomma, un problema nel problema.

Risponde il Comune di Pomezia

Alle nostre domande ha risposto l’Assessore Giuseppe Raspa.

È possibile fare il punto della situazione sui lavori d’ampliamento – fermi dal 2016 – del Cimitero di Pomezia? Ci sono novità circa il contenzioso riguardante l’esproprio dei terreni?

«I lavori di costruzione del cimitero, in realtà, non si sono mai fermati, in quanto il contratto di concessione per la costruzione e gestione dell’opera, affidato all’Impresa Damiani Costruzioni di Latina, prevede oltre alla realizzazione della costruzione vera e propria, soggetta alle procedure di genio civile, sanitarie, etc., anche la realizzazione di loculi provvisori per garantire costantemente la disponibilità di sepolture. A causa dell’opposizione dell’erede di uno dei proprietari espropriati nel 1991 mediante decreto del Presidente della Regione Lazio, l’Amministrazione Comunale non riesce ad occupare una porzione di terreno su cui avrebbe diritto e, nonostante il Comune abbia già superato diverse cause giudiziarie, l’ex proprietà avvia costantemente nuovi giudizi. Si sta evitando una esecuzione forzata per ragionevoli motivi di ordine pubblico, confidando nel definitivo buon senso dell’oppositore».

A novembre una Determina del Comune definiva le vicende attorno all’ampliamento del cimitero “impreviste ed imprevedibili”: qual è il piano che sta portando avanti l’Amministrazione?

«Proprio a causa delle citate vicende giudiziarie, per loro natura “impreviste ed imprevedibili”, l’Amministrazione Comunale ha deciso di approvare la prosecuzione della realizzazione del progetto iniziando la costruzione di un settore al di là del predetto terreno al momento indisponibile, comunque previsto nel progetto generale dell’opera, continuando tuttavia l’istallazione di loculi provvisori affinché non manchino mai le sepolture quotidiane. Si tratta di una possibilità prevista dal contratto di appalto sin dall’origine, per cui va di pari passo con la costruzione delle strutture definitive; il Comune dispone infatti di una ampia area che può ospitare dignitosamente le sepolture provvisorie».

Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni su alcuni problemi riguardanti l’acquisto dei loculi provvisori. A quanto ci è stato raccontato, ai cittadini viene richiesto un corrispettivo di 516,00 euro per il loculo provvisorio (che verranno poi stornati dal definitivo); a questo si aggiungerebbe un 30% di acconto sul loculo definitivo (variabile a seconda della “fila” scelta su carta) che un giorno verrà realizzato. E così?

«È quanto prevede il regolamento cimiteriale per le prenotazioni di tipologie loculari come cantere, cappelle, etc.. Il nuovo settore in costruzione disporrà di un numero maggiore di loculi c.d. “sociali”, che verranno assegnati senza la necessità del versamento dell’acconto».

Alcune famiglie, proprio a causa di queste incertezze, hanno deciso di apporre ugualmente la lapide definitiva sui loculi provvisori che, come è noto, ha costi molto elevati. In futuro però difficilmente la potranno mantenere e dovranno con tutta probabilità acquistarne una nuova: non è una situazione paradossale a vostro avviso?

«Ogni famiglia può regolarsi come preferisce: c’è chi fa apporre sul loculo provvisorio una lapide in materiale plastico fornita dalle agenzie di onoranze funebri, altri fanno realizzare lapidi di materiale e dimensioni corrispondenti al progetto generale in corso di esecuzione, altri ancora lapidi di materiali e dimensioni differenti, che evidentemente non potranno essere riutilizzate in corrispondenza della sepoltura definitiva. Tutte le famiglie vengono comunque rese edotte della situazione».

Tutti questi loculi provvisori andranno poi spostati nella loro sede definitiva: a carico di chi saranno questi costi specifici?

«Su questo aspetto va segnalato un fenomeno molto diffuso: in risposta agli inviti scritti periodici che vengono inviati alle famiglie per il trasferimento delle salme nei loculi definitivi si verificano molte defezioni ingiustificate. Si intuisce che numerose famiglie preferiscono mantenere il loculo provvisorio (posizione più agevole, fila più bassa, etc.) per cui disertano l’invito all’estumulazione non presentandosi alla convocazione. Sempre per motivi di ordine pubblico il Comune non sta procedendo ad estumulazioni d’ufficio, che possono essere effettuate anche senza la presenza dei familiari. A chi non risponde alle convocazioni senza un giustificato motivo verrà richiesto un contributo, considerato l’impiego a vuoto delle maestranze pagate dal Comune».

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