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Pomezia, disastro Eco-X: che fine ha fatto la bonifica del sito? La nostra inchiesta a quattro anni dal terribile incendio

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Sembra passata un’eternità – complice anche la pandemia da Covid che ha letteralmente stravolto il corso delle nostre vite – eppure sono trascorsi “solo”, si fa per dire, quattro anni dal disastro Eco-x avvenuto nel maggio del 2017. Quel giorno una nube nerastra (e tossica) si alzò nel cielo e rimase presente per diversi giorni arrivando ad essere visibili a decine di chilometri di distanza. 

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La memoria di quel disastro è ancora vivida ma di passi in avanti per ciò che riguarda la definitiva bonifica del sito ne sono stati fatti davvero pochi. L’enorme mole di rifiuti è infatti ancora al suo posto anche se, a ottobre 2019, è stata completata quantomeno la messa in sicurezza per scongiurare ulteriori danni ambientali ad opera del Comune di Pomezia (con risorse proprie in attesa di rientrare della spesa dalla Regione, ristoro che però al 2020 ancora non era arrivato).

Oltre però non si è andati. La tanto attesa pulizia dell’area – che secondo la Regione Lazio si sarebbe dovuta completare entro il 2017 – ancora non è iniziata e purtroppo forse non inizierà nemmeno a breve. La prima notizia è allora questa: «La procedura fallimentare non sta producendo i risultati sperati sulla vendita dell’immobile – ha dichiarato ai nostri microfoni il Sindaco di Pomezia – e siamo ancora in attesa del responso sul finanziamento richiesto al Ministero per la transizione ecologica». Insomma, tutto procede ancora a rilento. 

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L’inchiesta sul disastro Eco-x a quattro anni dall’incendio

Di questo e altro parleremo allora nella nostra inchiesta in uscita domani sul numero cartaceo di maggio. Approfondiremo, tra gli altri, le vicende societarie e cercheremo di capire soprattutto perché le Istituzioni, malgrado fossero a conoscenza delle criticità dell’impianto, non riuscirono a prevenire il disastro. Su tutti sveleremo un passaggio fondamentale: un sopralluogo congiunto fissato a febbraio 2017 che saltò all’ultimo istante e che non venne più riorganizzato. Perché?

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Quindi il tema dei rifiuti che transitavano per l’impianto – di cui non si è mai avuto contezza certezza e forse non si avrà mai – con il nome “Eco-X” (e dei personaggi che vi gravitavano attorno) coinvolto in diverse operazioni delle forze dell’ordine in varie parti d’Italia. Infine alcuni rapporti e lettere prodotte dal Consorzio Polieco che denunciò tutte le anomalie – così come il Comitato di Quartiere Castagnetta-5 Poderi – presenti all’interno di Eco-X rimanendo anche qui inascoltato.

La nube tossica che si sprigionò dall’Eco-X

 

 

 

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